Dj Newbill, nuovo acquisto dell’Asvel Villeurbane, è stato fermato alla frontiera del confine tra Germania e Francia da dei funzionari. Sembrava un normale controllo ma in realtà il ragazzo è stato accusato di mentire e di non essere realmente un giocatore di basket. Questo, almeno a detta del suo agente su Facebook in due lunghi post, a causa del colore della pelle. I problemi sarebbero stati al momento di mostrare il visto: quello in possesso di Newbill non era per le lunghe permanenze perché, almeno nelle parole dell’agente su Facebook, le procedure per i trasferimenti sportivi si ultimano di solito nel paese di arrivo. All’ufficiale della dogana la spiegazione non ha convinto e ha accusato ripetutamente il giocatore di mentire e di voler entrare nel paese per scopi illegali. Davvero un caso di razzismo? Probabile. Forse però è meglio riferirsi non ad un razzismo in senso ottocentesco o in quello usato fino alla metà di questo ventunesimo secolo, bensì di razzismo “situazionistico”. Il responsabile dell’abuso avrebbe agito nella stessa maniera se si fosse trovato di fronte un bianco? Probabilmente non lo sapremo mai, ma questi episodi dovrebbero farci riflettere. Soprattutto in un periodo del genere.
Di seguito si riportano i post apparsi sul profilo Facebook dell’agente del giocatore:
https://www.facebook.com/francois.lamy.9/posts/10153428729525932
https://www.facebook.com/francois.lamy.9/posts/10153428065350932
https://www.facebook.com/francois.lamy.9/posts/10153428729525932
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