Doc Rivers dopo Gara-7: il discorso ai giocatori dei Clippers

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I Los Angeles Clippers in questi Playoffs sono stati croce e delizia, sacro e profano: prima hanno eliminato, a sorpresa, dopo essere stati sotto 2-3 nella serie, i San Antonio Spurs campioni uscenti per 4-3, poi sono andati avanti 3-1 nella serie contro gli Houston Rockets, infine sono crollati e si sono fatti recuperare fino alla sconfitta definitiva in Gara-7.

I Rockets sono soltanto la nona squadra della storia della NBA a rimontare una serie dopo essere stati sotto 3-1, i rimpianti dei Clippers aumentano se si pensa che nel terzo quarto di Gara-6 avevano un vantaggio di 19 punti, subendo poi un parziale di 40-15 negli ultimi 12′. Ovviamente c’è molta amarezza intorno alla squadra, che forse quest’anno come mai prima poteva puntare a traguardi ambiziosi. Doc Rivers, che in carriera da giocatore di sconfitte ne ha assaporate molte avendo chiuso con zero anelli nonostante 81 partite di Playoffs disputate, ha capito la situazione e negli spogliatoi ha fatto un discorso motivazionale ai suoi.

Gli ho detto che sono stato giocatore per 13 anni, e per 13 anni consecutivi ho avuto il cuore infranto. Gli ho detto che ogni sera pregavo, ogni sera, il mio unico obiettivo era quello di vincere un titolo. Ogni anno davo tutto il mio cuore per la squadra, e ogni anno questo veniva infranto. Gli ho detto che ne è valsa la pena. Gli ho detto che vale la pena sacrificarsi e dare tutti se stessi per la squadra. Questo fa parte dello sport. Un solo vincitore, se non avessimo vinto questo o il prossimo turno sarebbe cambiato poco. Ma vale la pena dare tutto per la squadra. Vale la pena spezzarsi il cuore e venire criticati. Questo dovrebbe esaltarti ancora di più. Così succede a me. Sono triste in questo momento, ma nella mia testa sto già pensando al prossimo anno. Bisogna ricominciare, questo è quello che faremo.

Francesco Manzi

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