Durant è caldissimo, supera i Warriors con 54 punti e punta dritto all’MVP

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S-T-R-A-O-R-D-I-N-A-R-I-O! Kevin Durant nella notte ha siglato suo career high nella vittoria dei suoi Thunder contro i Golden State Warriors tirando 14/19 da due, 5/9 da tre e 11/13 ai liberi, servendo 4 assist, catturando 6 rimbalzi e aggiungendoci 2 rubate ed una stoppata.

Da quando Russell Westbrook è ai box il record dei Thunder è tutt’altro che esaltante ma il #35 continua a farsi notare. In assenza del secondo attaccante più pericoloso, Kevin Durant ha più responsabilità del solito che vengono da lui tradotte concretamente in tiri e punti: fate 37 di media nelle ultime 10 partite. Nella notte ha poi dato il meglio di se dominando la partita contro una squadra preparata, pericolosa e assolutamente non facile da battere, considerando anche la difesa che i Golden State Warriors stanno mostrando e un certo Andre Iguodala, uno tra i migliori difensori NBA, a marcarlo. KD sembra sottovalutare questi “piccoli dettagli”, limita AI a 2 punti con 1/8 al campo, lo domina su entrambe le metà campo fisicamente e mentalmente e conduce i suoi ad una vittoria che senza la sua prestazione da extraterrestre non avrebbero mai raggiunto.

Dopo tanti anni sembra ormai arrivato il suo momento, sempre più gente darebbe l’MVP a lui e, onestamente, è difficile sostenere il contrario. Lui però non ci pensa e tende a rimanere nel suo silenzio più che mai vincente e letale, ecco cosa ha detto a fine partita:

“Non ci penso all’ MVP, siamo a metà della stagione, è presto. Tutti i giocatori vorrebbero vincerlo ma non devo distrarmi, devo portare la mia squadra alla vittoria e devo continuare a migliorare di giorno in giorno.”

Durant, in tutta la sua sobrietà, sta dimostrando sempre più di essere un attaccante come pochi eguali nella storia di questo sport. Lo testimoniamo alcuni numeri, come per esempio quelli diffusi da SportVU che ha dimostrato la clamorosa efficienza di “Durantula” con due dati: 68 tocchi totali, per un tempo complessivo di 3 minuti e 17 secondi, pochissimo. Chi segna 54 punti avendo la palla in mano così poco non può che essere considerato, anche se incredibilmente giovane, uno tra i migliori attaccanti della storia recente della NBA. Vi alleghiamo infine il suo “shooting chart” che, ancora una volta, dimostra come Kevin non si possa fermare in nessuna posizione del campo ed in nessuna situazione.

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E come se ciò non bastasse un video con tutti i suoi 19 canestri, inutile dilungarsi in ulteriori, ed inutili, parole: Keviiiin Duraaaaant!

 

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Luca Diamante

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