Esclusiva BU – Franco Ciani:”E’ stata una bella impresa. Promozione? Noi ci proviamo”

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Franco Ciani, allenatore della Fortitudo Agrigento (agrigentosport.com)
Franco Ciani, allenatore della Fortitudo Agrigento (agrigentosport.com)

Dopo l’impresa fatta contro la Scaligera Verona e il passaggio in semifinale playoff, BasketUniverso ha intervistato in esclusiva Franco Ciani, allenatore della Fortitudo Agrigento con un passato in Serie A1 tra Gorizia e Cantù, ma con tanti anni di esperienza anche nelle minors.


Innanzitutto complimenti per il passaggio del turno e per la vittoria contro la favorita del campionato.

Grazie, è stata una bella impresa, e l’ultima partita di due giorni fa è stato l’atto più eclatante perché siamo stati sotto praticamente 36/37 minuti. Essere riusciti a vincere chiaramente denota grande atteggiamento, grande volontà e mentalità. Però credo che nel complesso siamo riusciti ad imporre alcune cose a Verona, cosa non facilmente prevedibile.

Verona festeggia la vittoria della Coppa Italia (pallacanestrovigodarzere.it)
Verona festeggia la vittoria della Coppa Italia (pallacanestrovigodarzere.it)

Come ha imbrigliato l’attacco veronese visto il dominio in campionato? In queste 4 partite Verona le è sembrata una squadra diversa rispetto a quella della Regular Season?

Sicuramente nelle prime tre partite, e non mi chieda per quale motivo anche se farà parte delle analisi consultive che faranno a Verona, non è stata la Verona del campionato. La prima l’abbiamo persa perchè abbiamo sbagliato alcune gestioni e sembravamo sorpresi di essere lì a giocarcela. Abbiamo commesso un paio di errori che i veneti ci hanno fatto  pagare a caro prezzo. In gara2 e gara3, invece, il controllo della partita è stato pressoché costantemente nelle nostre mani e penso che magari o non si aspettavano un primo turno così difficile o la pausa dopo la stagione regolare per Verona può non essere stata facile da superare mentalmente. La sosta infatti può farti trovare impreparato, perchè mentre gli altri che hanno già giocato partite ufficiali, arrivano sì più stanchi e abituati a un più grande livello di agonismo e di intensità di gioco, ma le amichevoli e gli allenamenti non ti permettono di mantenere questi ritmi. Quindi è probabile che abbiano stentato a trovare il ritmo. In gara4 si è vista la Verona migliore, ma lì siamo stati bravi noi a rimanere in partita e a non dilatare il divario in maniera esponenziale. Siamo rimasti sempre dentro i 10 punti di svantaggio, poi nel finale siamo arrivati prima a un tiro, poi li abbiamo superati e messo un possesso di distacco. Il momento in cui perdi e sei fuori purtroppo ha il suo peso poichè toglie lucidità e freddezza negli ultimi possessi e alla fine è andata così.

Alessandro Piazza è uno dei giocatori più esperti della Fortitudo Agrigento.
Alessandro Piazza è uno dei giocatori più esperti della Fortitudo Agrigento.

Ora, dopo quest’impresa, l’obiettivo è la promozione?

(ride). No, noi siamo esattamente quelli di prima: non dimentichiamo che gran parte della stampa specializzata a settembre ci ha messo negli ultimi 3 posti con i pronostici che ci vedevano in lotta per una difficile salvezza o una facile retrocessione e quindi non ci dimentichiamo da dove siamo venuti. Se siamo stati capaci di fare questo cammino è perchè abbiamo mantenuto una mentalità operaia e di unione tra giocatori e staff: questa collettività del lavoro onestamente ci ha pagato fino ad adesso e non la abbandoniamo. Poi noi andiamo a Casale per provare a vincere come abbiamo fatto per tutte le partite e affrontiamo questo turno per provare a superarlo con la leggerezza mentale di aver fatto quello che poteva essere preventivabile e negli obiettivi stagionali. Quindi manteniamo la serenità ma allo stesso tempo non ci sentiamo appagati. Poi se Casale sarà più brava di noi, gli faremo i complimenti, se saremo più bravi noi ci prepareremo per la finale.

Lei ha conquistato 6 promozioni di cui una l’anno scorso con Agrigento, ora punta alla settima.

Quando sei a due passi da un grande traguardo, ci provi, perchè non provarci è contrario al nostro modo di vivere. Se succede sono contento, se non succede posso comunque ritenermi soddisfatto di quel che abbiamo fatto. Io però ci terrei a mettere vicini risultati positivi uno dopo l’altro perché in un mercato difficile come il nostro in cui bisogna lottare per difendere il proprio posto di lavoro, credo che faccia bene. Quindi, perchè no?

 Lei ha un gruppo molto giovane con poca esperienza in questi campionati. Come li ha motivati per un appuntamento così importante come i playoff per la promozione nella massima serie soprattutto considerando che ha giocato le prime due gara senza un fattore chiave come Piazza?

Agrigento, nel 2012, festeggia la conquista della Coppa Italia.
Agrigento, nel 2012, festeggia la conquista della Coppa Italia.

Sì, siamo una squadra che su 11 giocatori, ha 9 esordienti e due giocatori (Piazza ed Evangelisti) che avevano già giocato la A2 e con un ruolo meno da protagonista rispetto a quello che gli abbiamo chiesto di rivestire quest’anno. L’esperienza non era sicuramente il nostro punto di forza. E’ chiaro, però, che è un gruppo che portiamo avanti da anni con piccoli accorgimenti, un gruppo che in questi anni ha vinto Coppa Italia e campionato di B2, è arrivato fino alla semifinale playoff di A Dilettanti, ha vinto la Silver e giocato, a parte quest’anno, le finali di Coppa Italia. E’ una squadra abituata a perseguire grandi obiettivi e lottare per grandi risultati. Forse siamo stati più esperti nel capire quale tipo di atteggiamento ci vuole nel momento che conta della stagione. Siamo stati bravi nel giro di pochi giorni a modificare l’assetto di gara sapendo dell’assenza di Piazza, ma questo fa parte dell’atteggiamento dei giocatori nel lavorare con grande attenzione; motivarli direi che era l’ultima cosa necessaria.

Brett Blizzard con la maglia del suo college
Brett Blizzard con la maglia del suo college

Lei ha già allenato a Casale. Qual è il giocatore che teme di più?

Sì ho allenato a Casale tanti anni fa quindi non c’è più nessuno oggi di quel gruppo e credo che questa squadra abbia secondo me un punto di contatto con la nostra realtà, cioè la capacità di giocare molto di squadra. Se si guardano le statistiche della serie contro Biella, hanno avuto ogni volta un punto di riferimento diverso tra Marshall, Tomassini, Martinoni, Blizzard. Anche loro si basano molto sulla rotazione di questi 8 giocatori, su questo gruppo e sulla capacità di trovare ogni volta un protagonista diverso. E’ difficile, ma diciamo che per rispetto e anzianità, direi Blizzard, che ne ha viste di tutti i colori e nei playoff può inventare la giocata; anche gli altri nomi, però, sono difficili da togliere dal gioco.

In 25 anni che allena, secondo lei, cosa è cambiato nella nostra pallacanestro e se pensa di tornare un giorno in A1?

Come per gli americani giocare in NBA, per noi giocare, o comunque allenare, in A1 rappresenta sempre un grande obiettivo e quindi è una cosa, che se ottenuta, dà sempre grandi soddisfazioni. Ci sono passato, ho avuto esperienze contrastanti, ma penso che la cosa importante oggi nella nostra pallacanestro sia allenare in una società che ha dei progetti seri e che abbia dietro grande professionalità. Da lì poi bisogna vedere i risultati che si possono ottenere senza pensare al marchio che viene impresso a fuoco dal campionato e non dalla sostanza delle cose.
La pallacanestro è’ cambiata molto e, se prima, giocavano i giovani che meritavano, ora lo fanno solo quelli che il regolamento impone. Questa è già una cosa che non funziona molto bene perchè si è tolto l’ interesse e abbiamo tolto operatori di qualità nella stragrande maggioranza dei casi dove si possono produrre nuovi talenti.
Per il resto, soprattutto in Serie A, visto che si gioca con tanti stranieri, penso che ci sia più una gestione delle risorse più che una costruzione tecnica. Io vengo dal periodo in cui gli allenatori allenavano nel vero senso della parola e magari gestivano un po’ meno. La pallacanestro di oggi impone situazioni diverse, in cui la gestione delle personalità e dei rapporti interni del club ha un’importanza preponderante anche in virtù del lavoro tecnico. che se non c’è è un problema grosso. Spesso, oggi, chi lavora di qualità non ottiene sempre i risultati desiderati, perchè subentrano questi fattori in maniera decisa.

BasketUniverso ringrazia coach Franco Ciani e tutto lo staff della Fortitudo Agrigento per la dispnibilità dimostrata e augura un grosso in bocca al lupo per il prosieguo della stagione.

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