Uno dei giocatori più sottovalutati dell’intera NBA nonchè anima del backcourt di una delle squadre al vertice della Western Conference.
La redazione di BasketUniverso è riuscita a contattare Mike Conley Jr. ed il playmaker dei Memphis Grizzlies ha accettato di rispondere per noi a delle domande:
– L’anno scorso siete stati eliminati al primo turno dei playoffs dagli Oklahoma City Thunder dopo 7 partite molto dure: cosa avete imparato da quell’esperienza? Può fungere da motivazione per fare meglio in questa post season?
Penso che tutti noi abbiamo imparato ad essere più concreti come squadra. Abbiamo avuto l’opportunità di vincere la serie in Gara 6 e non ne abbiamo approfittato, i nostri avversari hanno rimontato per poi vincere in Gara 7 quindi abbiamo imparato ad essere un po’ più concreti.
– Il vostro motto è “Grit’n’grind”: fate un duro lavoro in difesa e le palle vaganti sono il vostro pane quotidiano. Oggi nella NBA vediamo che gli allenatori spesso cercano lo spettacolo e l’intrattenimento in campo ma voi siete concentrati nell’ottenere la vittoria in ogni modo, non importa quale: quanto questa filosofia di gioco è importante in relazione all’unità del gruppo dentro e fuori dal campo?
Penso che si debba sposare in toto la nostra filosofia dato che non è popolare e non è qualcosa che fa chiunque nella Lega. Devi prendere le persone giuste, qui abbiamo un ottimo gruppo e degli ottimi allenatori che pongono l’accento sulla difesa. Siamo tutti uniti nel fare ciò come squadra.
– L’NBA si sta espandendo sempre di più verso l’Europa e verso altri mercati internazionali, portando nella Lega giocatori provenienti da ogni parte del mondo. La “star” della vostra franchigia è Marc Gasol, uno spagnolo, e dalla panchina potete contare su Beno Udrih, uno sloveno, mentre in passato avete avuto nel vostro roster anche Hamed Haddadi. Quanto è importante la multietnicità nel vostro gruppo? Avete nei piani o vorreste fare un tour in Europa nel prossimo futuro?
Penso sia ottimo per noi, penso che sia bello avere compagni con origini diverse e che provengono da paesi differenti; apprendi la cultura, esci con loro a mangiare e li conosci sempre un po’ di più. Penso sia ottimo avere questo tipo di cultura nella nostra squadra. Amo l’Europa! Ci tornerò sicuramente.
– La nostra ultima domanda è un po’ provocatoria: finale di una Gara 7, siete sotto di un punto a 10 secondi dal termine della partita, possesso Memphis. Chi prende l’ultimo tiro?
Mi piacerebbe che sia io a prendere quell’ultimo tiro!
QUI potete anche trovare l’intervista in lingua originale!
Tutta la redazione di BasketUniverso ringrazia il giocatore e tutto lo staff dei Memphis Grizzlies per la disponibilità
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