Stasera al Mediolanum Forum si aprirà la serie di semifinali Playoff tra AX Armani Exchange Milano e Dinamo Sassari, ormai una sfida storica per la pallacanestro italiana recente: sebbene i meneghini partano con il favore del pronostico vista la prima posizione in classifica, dall’altra parte c’è una formazione sarda che non perde da 19 partite e che ha trovato in Gianmarco Pozzecco la personalità per trascinare i giocatori ad importanti traguardi.
Il Poz ha parlato con la Nuova Sardegna del momento della squadra e di questi Playoff, chiudendo con il suo solito umorismo:
Nessuno si deve permettere di mettere in dubbio la mia stima per Milano. Conosco il valore di gente come Nedovic, James, Micov e Kuzminskas, e di Simone Pianigiani, che è un vincente. I miei giocatori si butterebbero nel fuoco per me? No, sono io che mi ci butterei per loro. Ho 46 anni, ma non ho bambini: li considero tutti miei figli.
Non esiste l’effetto Poz, esiste l’effetto Spissu, Smith, Cooley e via dicendo. Le partite le vincono i giocatori.
Mike James sarà in campo? Non lo so, concentrarmi su questo sarebbe una perdita di tempo e non rispecchia il mio modo di vivere il basket. Punto sulla consapevolezza che ci siamo costruiti e sulla città che ogni giorno esprime gratitudine per quello che stiamo facendo. Sassari può battere Milano perché non siamo preoccupati di arrivare in finale. Il nostro obiettivo è crescere giocando questa pallacanestro, sapendo di stare costruendo un gruppo vincente. Perché, nonostante l’annata straordinaria, non siamo sazi: la voglia di emergere e la sete di vittoria non mancano mai. Perché siamo riusciti a mettere la serie contro Milano sullo stesso piano. Per tutti questi motivi secondo me non partiamo sfavoriti.
Matrimonio e Scudetto? Il matrimonio è certo, è un desiderio forte che condivido con la mia compagna. Anche lo Scudetto è un desiderio forte, ma non dipende solo da me. Se dovessimo arrivare in fondo e vincerlo, quasi quasi mi sposo in campo.
Obradovic dice che “ogni mattina va al campo pieno di dubbi e scopre di essere felice”? E’ così anche per me. Con la differenza che lui dopo l’allenamento i dubbi li ha risolti, a me invece rimangono! Ho avuto il piacere di passare del tempo con lui, è una guida. Quando gli chiesero che giocatore italiano avrebbe voluto allenare fece il mio nome, ne vado molto orgoglioso.
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