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I 5 migliori naturalizzati nella storia dell’Italbasket

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I “naturalizzati” nel basket sono sempre più frequenti e ce ne sono stati anche nella storia dell’Italbasket.

Onestamente non tantissimi, a differenza – per esempio – di quello che ha fatto la Spagna dagli anni Ottanta a oggi o recentemente la Slovenia. Gli spagnoli hanno naturalizzato una sfilza di giocatori, Lorenzo Brown, per cui c’è stata molta polemica, è l’ultimo di una lunga lista dove troviamo anche i recenti Serge Ibaka e Nikola Mirotic. La Slovenia ha vinto un EuroBasket nel 2017 con Anthony Randolph che probabilmente non sapeva nemmeno quale fosse la capitale della Slovenia.

L’Italbasket nella storia ha avuto i suoi naturalizzati e noi vi elencheremo quelli che sono stati, secondo noi, i 5 migliori. Naturalmente fuori da questa lista ce ne saranno un bel po’, tra cui i più recenti Travis Diener, Jeff Brooks e Christian Burns.

Specifichiamo chi sono i “naturalizzati” secondo noi. Le condizioni sono le seguenti: non devono avere genitori nati e cresciuti in Italia (Nico Mannion non può entrare in classifica perché la mamma è 100% italiana, trasferitasi per amore negli States) e devono aver giocato almeno una gara ufficiale con l’Italbasket (Paolo Banchero non può entrare in questa lista finché non esordirà con la canotta Azzurra).

5. Marcelo Damião

Il centro brasiliano ha disputato ben 83 gare con l’Italbasket dal 1994 al 2003 e si è messo al collo anche due medaglie: quella d’oro dell’Europeo di Francia 1999, l’ultimo vinto dagli Azzurri, e quella d’argento dei Giochi del Mediterraneo del 1997. Chiaramente l’EuroBasket transalpino è stato il momento più alto della sua avventura con la maglia dell’Italia. Onestamente non fu un perno centrale dell’avventura Azzurra oltre le Alpi perché in totale giocò 40 minuti e spiccioli sommando tutti i giri di orologio sul parquet di tutte le gare. Però due medaglie con la Nazionale sono pur sempre due medaglia con la Nazionale.

4. Mike D’Antoni

Museodelbasket-milano.itL’ex coach degli Houston Rockets ha giocato per quasi tre lustri all’Olimpia Milano, diventandone una bandiera. Verso la fine della sua esperienza con le Scarpette Rosse decise di giocare come naturalizzato per l’Italia agli Europei del 1989 a Zagabria, nell’allora Jugoslavia. Gli Azzurri superarono il girone da secondi dietro l’URSS ma persero miseramente in semifinale contro la corazzata jugoslava composta da Dražen Petrović, Toni Kukoč, Vlade Divac e Saša Danilović. Alla fine chiudemmo quarti, perdendo – questa volta largamente – di nuovo contro l’Unione Sovietica. D’Antoni fece abbastanza male in quell’EuroBasket (aveva appena compiuto 38 anni) e decise di iniziare e concludere lì la sua esperienza con l’Italia. Per questo motivo abbiamo deciso di metterlo dietro a Radulović e Filloy: in generale non c’è paragone tra l’americano e gli altri due ma, per quanto fatto vedere con l’Italia, l’ex milanese non meritava di stare davanti al croato o all’argentino.

3. Ariel Filloy

In Italia ci è praticamente cresciuto perché è arrivato nel nostro Paese sedicenne, a Sassari, e poi non se n’è più andato. Con la canotta Azzurra non ha fatto male, anzi, tutto sommato ricordiamo buonissime sue prestazioni sia all’Europeo del 2017 sia al Mondiale del 2019 in Cina. A EuroBasket fece molto bene, risultando tra i migliori di una spedizione un po’ sfortunata che non poté contare su Gallinari a causa di un infortunio pochi giorni prima della competizione. Anche due anni dopo diede ottimi segnali e dimostrò che aveva meritato la convocazione. Questo settembre non sarà all’Europeo solo perché si sta cercando di ringiovanire il reparto con i giovani Mannion, Spissu, Pajola e Baldasso.

2. Nikola Radulović

Il croato ha vestito la casacca azzurra dal 2001 al 2004. Fu protagonista di uno dei cicli più vincenti della storia del basket italiano. Anche lui come Damião non è stato certo la punta di diamante delle Nazionali del 2003 e del 2004. Era un giocatori di complemento da una decina di minuti a partita, nulla di che. Però era comunque un giocatore su cui Charlie Recalcati puntava e che riteneva imprescindibile per le rotazioni azzurre. Si piazza davanti a Filloy perché comunque giocava in un momento in cui c’era molta più competizione, perché ha vinto e perché forse globalmente era più forte dell’italo-argentino.

1. Gregor Fučka

Il nativo di Kranj, in Slovenia, è stato senza dubbio il migliore tra tutti i naturalizzati della storia dell’Italbasket. Con gli Azzurri ha vinto da assoluto protagonista, tant’è che venne nominato MVP della manifestazione, l’EuroBasket del 1999 in Francia e l’argento del 1997 ai Campionati Europei che si svolsero in Spagna. Secondo molti Fučka è stato il miglior lungo della storia italiana ma quanto meno se la gioca con Dino Meneghin e Danilo Gallinari. Non ci sono invece incertezze sul fatto che – per il momento – non ci siano stati naturalizzati più forti dello sloveno ad aver indossato la canotta dell’Italbasket.

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