I fratelli Lavrinovic si raccontano a BU: l’infanzia, la nazionale, l’Italia, una carriera leggendaria

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BasketUniverso ha avuto il piacere di intervistare i gemelli Darjus e Ksistof Lavrinovic.

In questa intervista doppia abbiamo potuto ripercorrere le loro straordinarie carriere, fatte di tanti successi in ogni parte d’Europa con i club e in tutto il mondo con la nazionale lituana. Il forte attaccamento alle proprie origini, in un Paese in cui il basket è religione, le esperienze con compagni di squadra straordinari e un affetto ancora vivissimo per l’Italia sono fra gli argomenti principali dell’intervista.

Partiamo dalla vostra ultima apparizione, in una partita di esibizione dopo il ritiro ufficiale. Cosa avete provato in occasione della vostra ultima volta sul parquet?

Una cosa incredibile. Tutto è partito dall’idea di fare una piccola amichevole con i nostri amici ma giorno dopo giorno la cosa è crescita e abbiamo realizzato un grande evento, grazie alla collaborazione del nostro team di marketing. C’erano 7000 persone al palasport e 350.000 hanno visto la partita in tv. Non si trattava solamente di giocare per l’ultima volta ma anche di salutare i nostri vecchi amici e gli allenatori, ringraziando loro e la nostra famiglia. Potrebbe essere un buon esempio per le leggende del basket lituano che chiuderanno la loro carriera in futuro.

 

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Due carriere straordinarie, pieno di successi e con qualche fallimento, ma sempre al massimo livello in Europa. Quali emozioni, lezione e opportunità avete vissuto durante il vostro percorso?

Dobbiamo ringraziare il destino che ci ha dato la possibilità di incontrare allenatori come Messina, Blatt e Kazlauskas, tanti compagni straordinari e ovviamente la famiglia che ci ha sempre supportati. In più di 20 anni nel mondo della pallacanestro abbiamo girato il mondo, conosciuto tante culture differenti e in questo modo abbiamo imparato ad essere persone migliori ogni giorno.

Torniamo all’inizio. Due gemelli di etnia polacca che crescono a Vilnius sotto il regime sovietico. Come è stata la vostra infanzia e quando avete deciso di giocare a basket?

Da quando ne abbiamo memoria, ci ricordiamo di essere stati bambini molto vivaci. Prima di giocare a pallacanestro abbiamo provato il karate, il nuoto e l’atletica. Poi, a 13, la decisione di provare il basket e abbiamo capito subito che era lo sport più adatto a noi.

Da giovani vi siete allenati nell’academy di Marciulonis. Lo avete conosciuto? Che impressione vi ha fatto?

Quando siamo entrati nella sua scuola, Marciulonis era una star in Lituania perché giocava in NBA. L’estate tornava dagli Stati Uniti e organizzava dei camp in cui si potevano fare foto e autografi, inoltre insegnava il suo mitivo euro-step.

L’11 Marzo 1990 la Lituania diventa indipendente. Vi ricordate quella giornata e come sono cambiate le vostre vite in quel momento?

Eravamo molto giovani all’epoca ma i nostri genitori ci hanno fatto intendere che stava per accedere qualcosa di molto buono. Tutti i lituani volevano essere liberi e indipendenti. Ci ricordiamo i fatti del 13 Gennaio, quando tante persone si sono poste davanti ai carri armati sovietici per combattere per la loro libertà. Grazie a loro abbiamo ottenuto la libertà, la possibilità di indossare la canotta della nostra nazionale e di cantare l’inno nazionale. Saremo riconoscenti per sempre a queste persone.

Ksistof è stato il primo dei due ad arrivare in Italia, negli anni d’oro della Montepaschi Siena. Poi nel 2014 a Reggio Emilia è arrivato anche Darjus. Quali sono i ricordi più belli che avete del nostro Paese?

Ksystof

Il tempo trascorso in Italia è stato fantastico. La cultura, il cibo, la gente, “mama mia”, è stato tutto bellissimo. Tutti erano molto amichevoli e non mi sentivo solamente un giocatore di basket, percepivo di essere parte di una grande famiglia a Siena. Avevamo una squadra fortissima, abbiamo vinto tutti i trofei in patria e siamo arrivati terzi in EuroLega.

Darjus

L’esperienza con Ksistof e Rimas Kaukenas è stata meravigliosa, poi a Reggio Emilia c’era anche Donatas Slanina. Abbiamo vinto una Supercoppa, sono fiero di ciò che siamo riusciti a fare insieme. E ovviamente, come ha detto mio fratello, la cultura, il cibo e le persone erano spettacolari. Ci manca molto l’Italia nelle fredde giornate invernali qui in Lituania.

Nel 2014-15 a Reggio Emilia insieme a voi e Kaukenas c’erano anche Amedeo Della Valle e Achille Polonara, attualmente due dei migliori giocatori italiani. Come si sembravano all’epoca? Vi sareste aspettate che raggiungessero livelli così alti?

Innanzitutto, erano due ragazzi straordinari. Congratulazioni ad Achille per essere venuto allo Zalgiris per competere in EuroLega. Erano estremamente professionali, non solo in campo ma anche nello spogliatoio. Due compagni molto gentili e giocatori di talento, auguriamo loro il meglio.

Avete condiviso anche la maglia della nazionale e dalle vostre parti questo rende degli eroi agli occhi della gente, vero? Come è stato vincere il bronzi a Eurobasket 2007, l’argento nel 2013 e poi l’oro (anche se in quel caso Ksystof non c’era) per il vostro Paese?

Indossare la canotta della nazionale è una delle sensazioni più belle che un atleta possa provare. E’ stato un piacere far parte della nazionale lituana e giocare con leggende come Jasikevicius, Macijauskas e Siskauskas. Dobbiamo ringraziare gli allenatori che hanno creduto in noi e ci hanno dato questa opportunità.

 

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In nazionale avete giocato, appunto, anche con Jasikevicius. Si capiva già da allora che aveva la personalità per diventare allenatore di un club come il Barcellona?

Fin dalla prima volta che l’abbiamo incontrato, abbiamo notato la sua mentalità da campione. E’ sempre stato molto esigente con se stesso, voleva vincere sempre, era il cervello della squadra dentro e fuori dal campo. Parlava spesso di basket, di tattica e di tutti gli aspetti correlati al gioco, quando giocavamo insieme non era solamente un compagno ma un coach aggiunto. La sua intelligenza cestistica è sempre stata elevatissima.

Qualche domanda secca.

  • Il giocatore più forte con cui hai giocato?
    Ksistof: “Darjus”
    Darjus: “Ksistof”
  • Il migliore amico che hai avuto nel basket?
    Ksistof: “Darjus”
    Darjus: “Ksistof”
  • La sconfitta più brutta della tua carriera?
    Ksistof: “La semifinale delle Olimpiadi 2004 con l’Italia”
    Darjus: “La semifinale delle Olimpiadi 2008 con la Spagna”

 

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Ultima domanda. Chi è più forte fra i due?

Ksistof dice “Darjus” e Darjus dice “Ksistof”. E aggiungono: “Unendoci uscirebbe fuori un gran bel giocatore (sorridono, ndc)”.

Redazione BasketUniverso

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