I vertici di NBA e NBPA si incontreranno nelle prossime ore per rivedere i protocolli anti-Covid

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La sicurezza e il cosiddetto contact-tracing sono stati colonne portanti dei protocolli di sicurezza anti-Covid decisi dalla NBA nelle settimane antecedenti l’inizio della stagione, tuttavia qualcosa negli ultimi giorni si sta incrinando e i vertici della Lega, a partire da Adam Silver, sono chiamati ora ad evitare che la situazione precipiti.

Negli ultimi due giorni sono infatti state tre le partite rinviate, due dei Celtics e una dei Mavericks, che hanno portato a quattro il totale di gare da recuperare. Nonostante la NBA ieri abbia fatto sapere che si aspettasse il rinvio di alcuni match e di aver programmato il calendario di conseguenza, è evidente la preoccupazione che in queste ore serpeggia nel mondo cestistico americano. Per evitare di essere costretti a fermare la stagione come fatto un anno fa, in occasione dello scoppio della pandemia, oggi i dirigenti NBA e quelli della NBPA, l’Associazione Giocatori, si incontreranno in conference call per studiare delle modifiche al protocollo anti-Covid. Le positività al coronavirus finora sono state relativamente poche, ma gran parte delle assenze sono dovute proprio a quei giocatori fermati perché hanno vissuto a stretto contatto con i compagni contagiati.

Non saranno comunque delle modifiche che renderanno il protocollo meno stringente, anzi proprio il contrario: come riportato da Adrian Wojnarowski, i GM che parteciperanno alla call si aspettano di discutere la lunghezza degli allenamenti, le interazioni tra i giocatori prima e dopo la gara (Bradley Beal ha saltato l’ultima partita perché si era fermato a parlare con Jayson Tatum al termine di un recente incontro) e maggiori restrizioni sulle uscite dei giocatori e sull’uso della mascherina.

Francesco Manzi

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