Mikhail Prokhorov si pente delle scelte fatte a Brooklyn

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Il prossimo Maggio festeggerà il sesto anno di proprietà dei Brooklyn Nets dopo che la lega gli ha concesso le redini del team americano nel 2010. Ma Mikhail Prokhorov ha ben poco da festeggiare riguardo la sua gestione della squadra in questi anni e spiega il suo punto di vista su cosa è andato storto durante la sua gestione in una lettera aperta in cui condivide le lezioni che ha imparato finora da primo proprietario straniero di una franchigia NBA.

“Nel 2012 i Nets si muovono dal New Jersey in una nuova scintillante arena nel cuore di Brooklyn e volevamo che fosse una cosa il più spettacolare e divertente possibile senza badare al risparmio. Acquisire giocatori di livello e fare di tutto per arrivare al massimo. Abbiamo giocato i playoffs per tre anni di fila, ma non abbastanza lontano. Ci avevano detto che non puoi comprare un titolo; mai parole più vere furono pronunciate”

“Il problema dei Nets è stato la mancanza di un concetto alla base. Invece di essere opportunisti, dovevamo stabilire una strategia per dare un’identità alla squadra. Vogliamo essere schizzinosi e aspettare una star attorno alla quale costruire, magari sacrificando una stagione per prenderla? Vogliamo concentrarci su giovani con talenti specifici e lavorarci assieme? Scegliere il coraggio, l’impegno e il cuore piuttosto che mere statistiche? Quali sono le funzionalità di base per arrivare a vincere in un lungo periodo? Queste sono le domande a cui bisogna rispondere prima di prendere altre decisioni e queste sono le domande al top dell’agenda del nuovo team manageriale.”

“Spingere tutti in un’unica direzione, lavorare su un singolo obiettivo non è facile. In questi anni ho visto che le personalità possono influenzare fortemente i risultati. Ci possono essere differenze di opinione ma, una volta che hai una strategia, abbiamo tutti bisogno di lavorare per realizzarla, mettendo da parte le proprie questioni. Avere il coraggio di non inseguire un giocatore che, per quanto sia talentuoso, non calza con la nostra cultura.”

“Non tutti sono fatti per giocare a Brooklyn. Una delle cose importanti che abbiamo imparato. I fans esigono giustamente, il mercato è incessante e i media fanno il loro lavoro e prestano attenzione. Abbiamo bisogno di allenatori e giocatori che riflettano questo, che siano forti e che abbiano un atteggiamento vincente con un impegno totale. Significa che cerchiamo persone che siano onorati di giocare qui.”

“L’ironia della faccenda è che, mentre cercavamo la nostra strada, abbiamo ottenuto un sacco di successi. Il Barclays Center, che è stato costruito tra tante polemiche, è divenuto un complesso di prima classe con un buon impatto nella zona, adatto sia per le famiglie che per le attività circostanti. Per tre stagioni abbiano disputato i playoffs e dato ai fans momenti felici. E per me, come imprenditore, è stato un ottimo investimento. Non dobbiamo mollare, l’obiettivo rimane sempre vincere il titolo.”

“Non si dimentichi il divertimento, nella vittoria o nella sconfitta; un risultato a sopresa; la speranza di una nuova stagione; l’amicizia di nuovi colleghi in questo tremendo villaggio di amanti del basket chiamato NBA. Chi può dimenticare camminando lungo una strada di Mosca e vedere qualcuno con la maglia dei Nets? Queste esperienze ne fanno valere la pena. Si tratta solo di un gioco e, allo stesso tempo, molto di più.”

“Se ho avuto dubbi di essere uno straniero in terra straniera, questi sei anni mi hanno dimostrato che chiunque si preoccupi negli Stati uniti è il vostro impegno, non il passaporto o il tuo accento. America, sei anni fa ho detto che vengo in pace, e tutt’ora sono qui in pace.”

“Va bene ammettere gli errori, chi non l’ha mai fatto! Ai Nets ora siamo pronti a concentrare i nostri sforzi su analisi disciplinate e piani per il futuro. I nostri fans meritano una squadra degna della loro devozione e noi gliela daremo. Abbiamo imparato le lezioni.”




                         
Redazione BasketUniverso

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