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Il tiro da 3 punti vale troppi punti?

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So che può sembrare strano visto che è scritto proprio nella sua definizione, ovvero 3 punti. Tuttavia negli ultimi anni stiamo assistendo ad un radicale cambiamento per quanto riguarda la scelta del miglior tiro a disposizione, fino al considerare questo aspetto il criterio unico sul quale costruire un roster vincente. E quindi veramente il tiro da 3 al giorno d’oggi vale troppo? Cosa succede quando molti giocatori iniziano a diventare estremamente efficaci in questo fondamentale?

L’introduzione di questa regola, aveva l’obiettivo di bilanciare le soluzioni offensive per rendere il gioco più equilibrato, in modo che premiasse la squadra più completa. Invece, negli ultimi anni, il tiro da 3 punti è diventato l’arma principale di qualsiasi squadra, sia in NBA che in Europa. Ed è forse la regola che più di tutte ha rivoluzionato la pallacanestro nei suoi 130 anni di vita.

Introdotto nel 1979 in NBA, il tiro da 3 punti permetteva a giocatori esili o poco dotati atleticamente di avere un’arma in più per essere decisivi in campo, piuttosto che affidarsi esclusivamente ai centri o alle ali potenti e dotate di un fisico fuori dall’ordinario. Prima di questi Playoff appena conclusi, non mi era mai passato per la testa di pensare che questo tiro “valesse troppo” o che rappresentasse una sorta di bug nelle dinamiche del gioco. Tuttavia sono rimasto colpito nel sentire queste parole all’interno di un podcast dopo Gara-2 tra Suns e Mavericks:

Phoenix è nettamente la squadra migliore, ma ogni volta che questa differenza inizia a farsi vedere, Dallas riesce a rimanere aggrappata alla partita grazie al tiro da 3 punti, perché è la loro unica risorsa. Questo evidenzia come un solo schema possa effettivamente premiare una squadra meno attrezzata, solo perché è un tiro che vale troppo”.

Chiaramente è una provocazione, ma effettivamente le squadre NBA sembrano vederla in questo modo. Soprattutto Daryl Morey, attuale presidente dei 76ers, è fermamente convinto che il tiro da 3 punti sia un’arma così vantaggiosa che dovrebbe valere 2,5 punti anziché 3. In favore della sua tesi possiamo applicare un semplice calcolo matematico. Se si segnasse il 33% dei tiri da 3 punti, equivarrebbe a segnare il 50% dei tiri da 2 punti. Cioè 1 punto per tiro. Ma il punto extra che si guadagna da dietro l’arco dà molti più incentivi a cercare quella soluzione. E ci sono voluti più di 30 anni affinché la NBA realizzasse questa cosa.

Lo stesso Morey, a partire dal 2014, iniziò a costruire il roster dei Rockets con un unico criterio in mente, ovvero che fosse una squadra efficiente nel tiro da 3 punti. L’apice arrivò nella stagione 2017-2018, a Gara7 di finale della Western Conference contro Golden State, partita in cui Houston si scontrò contro la dura realtà che la pallacanestro non è solo matematica. Harden e compagni sbagliarono 27 tiri da 3 consecutivi (circa uno ogni 50 secondi) e finirono la partita con un misero 7 su 49. “Live by the three, die by the three”.

Ma quindi è davvero un’arma impropria? La risposta che mi sento di dare è no. Scavando più a fondo si può notare come il tiro da 3 punti sia una meccanica perfettamente bilanciata all’interno del gioco della pallacanestro. Per la dimostrazione di questa tesi vengono in soccorso i numeri.

Negli ultimi 20 anni, la media di tiri da 3 punti tentati in partita è passata da 15 a 35. Tuttavia però la percentuale di realizzazione è rimasta pressoché la stessa, nonostante la quasi ossessiva attenzione che viene riservata a questo fondamentale. Quando vidi per la prima volta questi numeri rimasi senza parole. Come è possibile che la percentuale di realizzazione non sia aumentata?

Sembra quasi che coloro che introdussero la linea da 3 nel lontano 1961 sapessero perfettamente quale fosse la distanza perfetta affinché questo tiro diventasse vantaggioso da prendere, ma non così tanto da creare uno squilibrio nel gioco. In realtà non lo sapevano.

Abe Saperstein e Ray Meyer disegnarono le linee in modo arbitrario alla distanza di 7 metri e 62cm e di 6 metri e 70 dagli angoli, senza alcun fondamento scientifico ma a detta loro “per nuove e interessanti possibilità all’interno del gioco”.
Col tempo e con vari aggiustamenti si arrivò alla definitiva distanza di 7 metri e 28cm nel 1967 e questa distanza venne ritoccata per soli 3 anni dal 1996 al 1998 (6 metri e 70 per tutto il campo) per poi tornare alla distanza originaria.

Tornando invece alla valutazione sulle percentuali da 3 punti pressoché invariate negli ultimi 20 anni, è interessante notare come invece sia stato proprio il tiro da 2 punti ad aumentare la sua percentuale di realizzazione. Questo perchè le squadre sono diventate ottime nel tiro dalla lunga distanza, a tal punto che tutti gli altri tiri a disposizione iniziano ad essere più facili da prendere, poiché le difese aggrediscono i tiratori ben oltre la fatidica linea.

Ed ecco perchè il tiro da 3 punti è una meccanica perfettamente bilanciata. Nel momento in cui una squadra è estremamente forte oltre l’arco, la difesa concentrerà il suo piano partita per limitare il più possibile le soluzioni da 3 punti, a costo di lasciare maggiori spazi in area. Viceversa se non si è una squadra che fa del tiro da 3 il suo punto di forza, si potranno lasciare maggiori libertà perché non rappresenta un vantaggio e per non lasciare punti facili sotto canestro.

Alla fine quindi, l’unico criterio che fa la differenza è la qualità del tiro, che negli ultimi 20 anni è rimasta la stessa, ovvero 1: 1 punto per tiro. E se fino all’anno scorso si poteva dar credito a chi sosteneva che il tiro da 3 punti rappresentasse un enorme vantaggio all’interno del gioco della pallacanestro, adesso quelle persone dovranno ricredersi. Per la prima volta negli ultimi 40 anni, le squadre NBA sono state talmente efficienti al tiro da 2 punti che provare questo fondamentale ha assunto più valore che tentare un tiro da 3 punti.

Saperstein e Meyer ci avevano preso sin dall’inizio. Il tiro da 3 punti è esattamente alla distanza dove dovrebbe essere e vale esattamente i punti che dovrebbe valere.

Lorenzo Simonazzi

1 thoughts on “Il tiro da 3 punti vale troppi punti?

  1. Per cosa si gasa la gente che guarda il basket oggi? Tiro da 3 punti e…? Schiacciate. Anche queste valgano 3 punti. Vogliamo lo spettacolo? Ecco fatto… E ovvio che oggi i centri influiscano meno, si corre a 300 all’ora e se uno se ne fosse dimenticato questi omaccioni devono fare il doppio della strada delle guardie e prendere botte. Sono svantaggiati. Come mettere a confronto in un circuito una moto e un tir….o mettiamo il canestro a 3.50…

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