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Il Vate Bianchini: “Con l’addio di Datome rischia di scomparire il mito sui giocatori di basket che…”

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Il Vate Valerio Bianchini è uno degli allenatori più illuminati che il basket italiano abbia mai potuto ammirare ed è ancora oggi un personaggio di riferimento per questo sport. Per questo, quando parla Bianchini, va ascoltato, soprattutto se il topic di discussione è Gigi Datome.

Per celebrare l’addio al basket giocato del capitano azzurro, l’ex coach di Cantù, Roma e Pesaro ha voluto sottolineare che con Datome se ne va anche il mito del giocatore di basket più intelligente, più acculturato, più raffinato, rispetto al pari ruolo di altri sport:

“Con il ritiro dalle competizioni di Gigi Datome rischia di scomparire la personificazione di un mito da me conosciuto fin dall’infanzia. Esso consisteva nella diffusa opinione che i giocatori di basket ad ogni livello, Fossero più intelligenti, più preparati della media degli sportivi italiani.

L’estrazione universitaria del basket statunitense, in aggiunta ad alcuni mitici giocatori italiani con buona preparazione culturale e la capacità di parlare d’altro e non solo di sport, hanno rinforzato nel tempo questo mito del basket come gioco intelligente.

Cito Gianfranco Pieri, il filosofo Franco Bertini, il chierichetto ingegnere Pierluigi Marzorati, sorvolo su molti laureati e ottimi professionisti perfino in medicina come i dottori Velluti e Papetti e chissà quanti altri.

Ma in tempi attuali, con la massacrante attività agonistica delle grandi squadre, resta un encomiabile esempio il nostro Gigi Datome nazionale, con la sua cultura, la sua curiosità, la sua capacità di analisi che va molto oltre il mondo della palla a spicchi. Ma attenzione, ho citato quei nomi per un non trascurabile particolare: non sarebbe bastata la loro cultura se non fossero stati soprattutto straordinari, luminosi, campioni di basket”.

A dire la verissima verità, non è proprio finita con Datome come dice Bianchini per davvero perché, per esempio, Giampaolo Ricci si è appena laureato in matematica all’Università di Bologna. Nik Melli non si è laureato ma ha comunque una diploma di Liceo Classico in bacheca e aveva iniziato giurisprudenza ed è una persona con la quale si può parlare davvero di tutto. Insomma, sicuramente non siamo al top ma non siamo nemmeno alla frutta. Forse.

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