Joe Johnson VS Lance Stephenson

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Joe Johnson VS Lance Stephenson

ATTACCO: Sulla carta non dovrebbe esserci  nemmeno discussione, il potenziale offensivo a livello qualitativo e quantitativo di Joe Johnson è sublime, mentre il nativo di New York vive e muore di raptus imprevedibili. Da anni il nativo di Little Rock si conferma sempre tra i migliori point-men della lega (anche se i numeri sono in netto calo, come ampiamente previsto), ed in linea di massima è l’unica chance che ha a disposizione per poter reggere un minimo il confronto con l’esterno dei Pacers, che tuttavia nell’ultima stagione ha dimostrato di saper reggere partite sostanziose nella metà campo avversaria grazie alla prepotenza fisica e capacità aerobica. Punto a JJ, con nota di merito per Born Ready.

DIFESA: Il dibattito si tronca ancor prima di iniziare, non c’è assolutamente partita. Joe Johnson poteva essere un fattore difensivo nel run&gun dei Suns di Coach D’Antoni (traete voi le conclusioni), ma ad Atlanta ha incominciato a fossilizzarsi troppo come attaccante puro (sia chiaro il talento è innegabile) tralasciando, talvolta omettendo, la propria metà campo. Sul nativo di New York che dire? Merita a mani bassissime il primo quintetto difensivo NBA, e non stupiamoci se fra un paio d’anni (ma anche meno) alzerà il DPOTY Award.

GESTIONE GIOCO: Il miglior Joe Johnson lo abbiamo avuto tra il 2005 ed il 2010, ha saputo mantenere cifre onorevoli non dando mai l’impressione di poter spostare ai piani alti, e questa sensazione accompagna tutto il roster di quegli Atlanta Hawks, eterni incompiuti. Sotto il profilo individuale non penso si possa arrivare a definirlo un AAP, ma neanche uno specialista, la verità sta nel mezzo molto probabilmente. Sull’esterno dei Pacers basteranno 2-3 partite per auto-convincervi sulle sue potenzialità, dannatamente completo, in grado di catturare il rimbalzo difensivo e condurre allo stesso tempo un contropiede degno della miglior staffetta 4×100 olimpica, servendo deliziosamente i compagni liberi con giocate d’alta scuola, ad oggi il miglior AAP dopo l’alieno che indossa il #6, punto meritatissimo.

LEADERSHIP: L’impressione esterna difficilmente si discosta molto dalla realtà, JJ non da l’impressione di potersi caricare sulle spalle il peso di una franchigia e lo abbiamo visto nei suoi anni agli Hawks, dove mancava una figura di spicco all’interno dello spogliatoio in grado di tener unito il gruppo, motivandolo allo stesso tempo. Molto probabilmente Stephenson non sarà il miglior esempio di leader carismatico possibile, ma perlomeno da diversi input ai compagni di squadra, soprattutto nelle partite difficili, dato da non sottovalutare. Onestamente nessuno dei due meriterebbe in pieno questo punto, ma davanti all’impassibilità assoluta scegliamo di premiare un briciolo (abbastanza riduttivo) di pazzia, rappresentata dal numero #1 di Indiana.

CLUTCH: Di clutch player come Joe Johnson raramente se ne vedono in giro, attualmente rientra ad occhi chiusi nei migliori cinque NBA. Lance Stephenson si dimostra nei minuti finali un eccellente giocatore, in grado di prendersi tiri pesanti e di realizzarli, ma per raggiungere il nativo di Little Rock deve ancora farne di strada.

VERDETTO: Guardando il duello nello specifico il risultato è fissato sul 3-2 per Born Ready. Questa sfida a nostro avviso è molto indicativa e rappresenta in linea di massima la scelta che doveva (e poteva) esser fatta per la selezione all’All Star Game. Ad oggi Lance Stephenson è uno dei migliori esterni della Eastern Conference, e questo divario può soltanto aumentare nel corso degli anni.

Redazione BasketUniverso

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