Una volta toccato il fondo si può solo risalire, e quale modo migliore di farlo costruendo il futuro? La Cimberio Varese deve averla pensata così. Dopo una stagione tutt’altro che esaltante (era lecito aspettarsi non dico una riconferma dopo l’exploit 2012/2013 ma almeno un campionato di buon livello), culminata al 10° posto dopo una rincorsa insperata ai PO, la voglia di riscatto è alle stelle.
A livello di mercato la rosa biancorossa ha visto numerosi cambiamenti sia in entrata che soprattutto in uscita, su tutti il ritorno del “figliol prodigo” Gianmarco Pozzecco (come allenatore) e gli addii di vere e proprie colonne portanti del blocco degli ultimi anni, come Ere, Banks, Polonara e De Nicolao.
Tra i prospetti del vivaio varesino, una particolare attenzione va riservata a Jacopo Lepri, svezzato dalla Sportlandia Tradate (dove ha avuto modo di vincere da protagonista indiscusso due campionati provinciali consecutivamente, per poi far fare alla squadra il grande salto in Eccellenza) salvo poi approdare, nel 2010, nel settore giovanile della Cimberio.
In un’intervista a “La Provincia di Varese”, il ragazzo, nato e cresciuto a Tradate, si è detto orgoglioso di poter essere allenato da un grande personaggio della palla a spicchi nostrana come Pozzecco e di aver fatto il salto in prima squadra: “Sono arrivato a Varese all’età di 14 anni e sono reduce da due stagioni in Under 17 e altrettante in Under 19, in questa prima esperienza non avrei potuto chiedere di meglio: nella storia della pallacanestro italiana, come il Poz, ce ne sono pochi altri. Sono davvero molto emozionato, vestire questa maglia, in prima squadra, era ciò che desideravo fare sin da piccolo, ora serve lavorare duramente per migliorare ulteriormente gli aspetti del mio gioco.”
Non manca il ringraziamento ad Andrea Meneghin (altro protagonista dell’ultimo scudetto di Varese, quello della Stella), suo allenatore in Under 19: “Il Menego è una persona fantastica, mi ha aiutato molto, prima sotto il profilo umano e caratteriale, successivamente anche sotto il lato tecnico, mi ha spinto a credere sempre più in me stesso e a lavorare intensamente, a dare sempre il massimo.”
Playmaker, dotato di velocità sopraffina ed eccelsa visione di gioco, in grado di spaccare la partita da un momento all’altro con i suoi cambi di marcia, le sue conclusioni dalla lunga distanza o con le sue incursioni in area: le credenziali per ritagliarsi uno spazio (e forse qualcosa di più, chissà…) ci sono tutte, il talento cristallino non si discute, non resta dunque che vederlo all’opera, fiduciosi di aver trovato un nuovo campioncino nella nostra penisola.