La pandemia da Covid-19 ha messo in serie difficoltà i conti della NBA, alle prese con un aumento dei costi (sia nella bolla di Orlando che in questa nuova stagione) e soprattutto con un drastico calo delle entrate, specialmente per quanto riguarda il ticketing e tutti gli introiti correlati alla presenza dei tifosi nelle arene.
Secondo Brian Windhorst di ESPN, la lega starebbe valutando la possibilità di creare due nuove franchigie in modo tale da aumentare le entrate. Il reporter americano stima che la NBA abbia in mente di fissare il prezzo d’ingresso di una nuova squadra in 2.5 miliardi di dollari, incassandone 5 con le due nuove affiliate. Questa somma verrebbe divisa equamente fra gli attuali 30 proprietari che incasserebbero 167 milioni a testa, senza calcolare la crescita dei guadagni nel corso degli anni.
La cifra richiesta è importante ma grandi magnati oppure cordate allargate potrebbero valutare seriamente un investimento del genere. Le due città più gettonate per ospitare le squadre sarebbero Las Vegas (considerato un mercato molto appetibile per via del turismo) e il ritorno di una piazza storica come Seattle. Curioso il fatto che solamente qualche ora fa è recentemente partita una petizione per far tornare nella lega la città che ospitato per anni i Supersonics.

Il basket è una malattia di famiglia.
Diplomato al liceo classico all’ombra delle millenarie mura ciclopiche di Alatri, nel cuore della Ciociaria, poi laureato in lingue presso l’Università di Roma Tor Vergata e successivamente studente del master “Comunicare lo Sport” della Cattolica a Milano.
Sono giornalista pubblicista, istruttore minibasket e (quasi ex) playmaker, sono stato responsabile marketing e comunicazione del Basket Ferentino (A2).
A Novembre del 2017 sono diventato direttore responsabile di BasketUniverso.