Il grande colpo di mercato italiano è sicuramente MarShon Brooks. Ora, all’Olimpia Milano TV, parla della sua esperienza in NCAA e soprattutto di quella NBA.
Prende la parola la madre: “MarShon è un bravo ragazzo che ha un qualcosa di speciale dentro di sé. La gente che lo conosce si complimenta con me per come si comporta con gli altri, per questo è un bravo ragazzo. Sono sempre molto attenta alle sua partita (la madre fu un’ottima giocatrice negli anni passati) e gli dico cosa correggere ma sono anche pronta a celebrarlo quando fa quello che deve fare per la squadra. Sono molto felice che lui sia qui, è davvero una grandissima opportunità per la sia carriera e appena abbiamo sentito dell’interessamento dell’Olimpia ci siamo subito esaltati”.
Brooks parte parlando della scelta di Milano: “fino a tre-quattro mesi fa mi chiedevo dove sarei finito in NBA e non pensavo minimamente all’Europa poi però è arrivata Milano e non potevo rifiutare. Sono un giocatore molto talentuoso e ho molti punti nelle mani, sono un giocatore offensivo, ma voglio migliorare in difesa, devo migliorare li.
NBA: “Sono stato fortunato a poter giocare in due franchige importanti come i Lakers e i Celtics, sono le due migliori per titoli vinti e hanno tantissimi tifosi che ti sostengono ovunque.”
Mike D’Antoni: “E’ stato il mio allenatore quando giocavo ai Lakers ed è un guru dell’attacco, vuole che si corra in avanti e indietro, fare basket di contropiede ma è un’ottima persona, di cui ci si può fidare. E’ stato bello giocare per lui”.
Situazione famigliare: “Provengo da una famiglia di cestisti, tutte le donne di casa, mia mamma, mia zia e mio nonna hanno giocato a basket, quindi sapevo che sport avrei praticato. Gioco a pallacanestro da quando avevo 4/5 anni e l’ho sempre amato, senza mai trascurarlo.”
Quando ha pensato di diventare un grande del basket: “Ho capito che sarei potuto diventare professionista al penultimo-ultimo anno di Liceo, quando sono passato da 1.78 a 1.94 cm. Ho iniziato a schiacciare, non andando solo in lay-up, così ho scelto il College di Providence, e da lì sono migliorato ogni anno.”
MarShon Brooks racconta una delle più belle serate di sempre: 52 punti contro Notre Dame: “E’ stata una serata magica, ho iniziato male ma dopo i primi canestri non ho smesso più di segnare. Ricordo che a dieci minuti dalla fine il mio coach mi disse “Dai dai, facci vedere cosa sai fare” ed eravamo sotto di 15 punti. Da lì fino alla fine ho preso in mano alla partita e ho segnato di tutti e di più. E’ stata una bellissima sensazione”.
Paragone con Kobe: “mi hanno sempre paragonato a Kobe ma non mi ha mai dato fastidio, anzi, ne vado fiero perché lo ammiro anche se non mi sono mai piaciuti paragoni di questo tipo con i mostri sacri del passato. ”
Perché il numero 2?: ” al Liceo avevo l’11 e ricordo che a Providence ero molto legato a quel numero ma era già occupato da Geoff McDermott perciò ho fatto 1+1=2 e da lì è diventato il mio numero.
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