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Nate Robinson sulla moria di star allo Slam Dunk Contest: “Nessuno vuole diventare un meme”

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Nate Robinson di recente è tornato agli onori della cronaca per le sue cattive condizioni fisiche, in particolare per i gravi problemi renali che lo costringono anche a tre dialisi alla settimana, in attesa di trovare un donatore. Intervistato da Dime Magazine, a Robinson però è stato chiesto anche dello Slam Dunk Contest, qualcosa di cui possiamo definirlo un esperto viste le 4 partecipazioni (di cui 3 vittorie, un record NBA).

La gara delle schiacciate negli ultimi anni ha perso molta popolarità, venendo probabilmente superata dal Three-point Contest. Un po’ per assenza di idee, un po’ per assenza di stelle. Quest’anno tra i partecipanti ci sarà Jaylen Brown, ma è la prima volta dal 2018 che un All Star compete nella gara di schiacciate. Gli atleti degli ultimi anni sono sempre stati dei grandi saltatori, ma in molti casi degli sconosciuti: il campione in carica, Mac McClung, conta 4 partite in NBA in 3 anni.

Secondo Nate Robinson, internet è una delle ragioni per le quali le superstar decidono di non partecipare allo Slam Dunk Contest: “Nessuno vuole diventare un meme, nessuno vuole essere messo in imbarazzo. Quando internet ha iniziato a diffondersi, è diventato più difficile partecipare. Non puoi fare nulla di stupido per non sporcare la tua carriera. Se le persone non fossero così cattive sui social media, penso che le stelle NBA sarebbero più inclini a partecipare. Invece possono dire ciò che vogliono e postare qualsiasi cosa, i giocatori non vogliono perdere e non vogliono sembrare degli stupidi”.

Robinson, alto appena 178 centimetri (misurazione ufficiale che probabilmente è anche esagerata) ha vinto la gara delle schiacciate nel 2006, perdendola poi l’anno dopo. Nel 2009 e nel 2010 tornò tra i partecipanti, vincendo entrambe le volte in finale rispettivamente contro Dwight Howard e DeMar DeRozan.

Francesco Manzi

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