NBA Numb3rs: piovono record per Harden, Thomas, ‘Melo e Embiid. Male i Cavs.

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Nelle ultime settimane è successo davvero di tutto e gli argomenti di discussione di certo non mancano, partendo dal periodo estremamente positivo di Joel Embiid e i Philadelphia 76ers, passando dalla clamorosa esclusione di Russell Westbrook dai quintetti per l’ASG (giusto per puntualizzare, stanotte ha registrato la sua 22esima tripla doppia stagionale, i 10 titolari ne hanno “solo” 20 sommate) per giungere a Kawhi Leonard che, come suo solito, entra silenziosamente nella corsa all’MVP.

wilt embiid

Philadelphia 76ers.

8/9. I Philadelphia 76ers hanno vinto 8 delle ultime 11 partite e, prima dell’ultima sconfitta rimediata contro gli Atlanta Hawks avevano il secondo miglior record della lega nel 2017 (alle spalle dei Golden State Warriors). In queste 11 partite, Joel Embiid non ha giocato solo due volte ed in entrambi i casi la squadra ha chiuso con una sconfitta.

20×10. Joel Embiid è diventato l’unico rookie nella storia della franchigia a segnare almeno 20 punti per 10 partite consecutive, inutile sottolineare che non ha mai giocato più di 28 minuti. Mai nessuno ha segnato 20 punti in almeno 10 partite consecutive giocando meno di 30 minuti. Ma non è tutto, Joel Embiid segna 28 punti rapportati ai 36 minuti, quindi 0.78 punti ogni minuto. Nella storia solo Wilt Chamberlain ha avuto una media punti per minuto maggiore della sua nella stagione da rookie, ma stiamo parlando di un giocatore che ai suoi tempo manteneva 50 punti di media ed era capace di segnarne 100 in una sola partita.

25. Carmelo Anthony sta attraversando un pessimo periodo, probabilmente il peggiore della sua carriera. Nonostante ciò il suo talento offensivo rimane comunque merce rara, anche in una lega come l’NBA. Nella sfida contro i Washington Wizards ha stabilito un nuovo record di franchigia per punti in un singolo quarto. Nel secondo quarto del match, ‘Melo ha segnato 25 punti frutto di un 10/12 dal campo (7/7 da due) e due liberi.

25. Sono anche le partite consecutive chiuse da Isaiah Thomas con almeno 20 punti segnati. Nessun celtic ci riusciva dal 1986 quando Kevin McHale arrivò a quota 30 partite e, andando a memoria, da Boston sono passati svariati campioni nel frattempo.

harden 2

50%. Il 50% dei punti segnati dai Rockets in questa stagione sono stati segnati o assistiti da James Harden. Tra assist e punti, il Barba, genera 57.2 punti per partita, mai nessuno ha fatto di meglio nella storia. Sul podio di questa particolare classifica All-Time ci sono, oltre al Barba, Tiny Archibald (56.8 nel 1972/73) e Wilt Chamberlain (55.2 nel 1961/62). Immediatamente fuori dal podio c’è invece Russell Westbrook versione 2016/17 con 54.4, ennesima dimostrazione del fatto che questi due stanno riscrivendo la storia della lega, almeno dal punto di vista statistico.

Al vertice. 

4-6. I Cavs hanno perso 6 delle ultime 10 partite ed alcune delle quali sono particolarmente emblematiche. Per esempio l’ultima contro i New Orleans Pelicans privi di Anthony Davis, nonostante la tripla doppia di LeBron e i 49 punti di Kyrie Irving. Oppure il doppio big match contro Warriors e Spurs. Contro i primi hanno subito una sonora sconfitta rimediando ben 35 punti di scarto. Si tratta della peggiore sconfitta subita da una squadra campione dal 2006 ad oggi. Contro i secondi si sono arresi dopo un overtime a causa di un Kawhi Leonard ormai incontenibile anche dal punto di vista offensivo.

3/4. La settimana dei Warriors è stata tanto impegnativa quanto positiva. Nonostante il buzzer beater di Dion Waiters sia costato la sconfitta contro i Miami Heat, i Warriors hanno battuto largamente Cavaliers, Thunder e Rockets.

30 e 60%. Alcuni di voi si ricorderanno la straordinaria striscia di LeBron James che, nell’ultimo anno con la maglia dei Miami Heat, segnò più di 30 punti con almeno il 60% dal campo per sei partite consecutive. Kawhi Leonard ha sfiorato quest’impresa: in tutte le ultime 6 partite ha segnato almeno 30 punti (41 contro LeBron James, Career high) ma dopo averlo fatto 4 volte con almeno il 60% dal campo, le sue percentuali sono “scese” al 55% prima e al 50% poi. Anche senza Pau Gasol e con un Tony Parker ben lontano dai suoi anni migliori, i San Antonio Spurs sono una seria candidata al titolo e questo lo devono ad un ragazzo che anno dopo anno migliora costantemente tutti lati del suo gioco.

 

Luca Diamante

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