Dopo lo sweep ai danni dei Toronto Raptors sembrava che anche quest’anno LeBron James avrebbe dominato l’Est e raggiunto le Finals. Dopo la catastrofe sportiva subita in gara 1, il discorso sembra molto più aperto ed incerto. Lo sweep subito dai Raptors è già costato caro a Dwyane Casey che nel frattempo è stato licenziato. Nonostante il miglior record della loro storia, i Raptors sono stati la prima squadra di sempre ad entrare nei PO da prima classificata e a subire uno sweep prima della finale. Nei 4 match disputati LeBron James ha pareggiato il fatturato statistico del duo Lowry-DeRozan chiudendo con 2 punti ed 1 assist in meno, ma 3 rimbalzi in più e migliori percentuali.
Nonostante tutti i buoni segnali trapelati dalla serie contro i Raptors, in gara 1 si è rivista la Cleveland mentalmente assente su entrambe le metà campo che troppo spesso abbiamo visto negli ultimi mesi. LeBron James non ha forzato e non ha preso in mano la partita, ha preferito lasciare il palcoscenico agli altri testando anche la loro preparazione mentale prima che tecnica per una serie di questo tipo, ma “gli altri” hanno miserabilmente fallito: emblematico lo 0/14 da tre nei primi due quarti abbondanti di gioco e le 7 palle perse di James che ne aveva perse solo 8 nella serie contro i Raptors. L’aspetto che più dovrebbe preoccupare i tifosi dei Cavs è la maturità e la capacità di gestire partita e vantaggio dei ragazzi biancoverdi che, in tutto, vantano solo 8015 minuti giocati ai playoff prima di questa serie, ben 1500 in meno del solo LeBron James e che continuano a trovare inaspettate risorse offensive e difensive dai giovanissimi. Non a caso i Celtics di Stevens sono la prima squadra della storia NBA a vincere due serie di Playoff senza poter contare sul miglior realizzatore della stagione regolare. La sensazione è che a Cleveland, LeBron in primis, si siano presi un match di riposo e che la serie vera e propria cominci stanotte (ore 2.30 su Sky Sport), ciò non significa minimizzare l’ottimo lavoro fatto da Stevens e i suoi, ma dopo tanti anni di dominio LeBrioniano la cosa che mi stupirebbe di più sarebbe un altro +25 per Boston.
LeBron e i Boston Celtics si sono già affrontati in 6 serie prima di questa. Le ultime 4 sono state vinte da Heat/Cavs, le prime due dai Boston Celtics dei Big Three. Nei PO, nessuno ha sconfitto i Boston Celtics più di LeBron James, fermo a quota 21 W e deciso a portarle a 25.
Nonostante il 50-5 in stagione considerando le partite in cui sono scesi in campo Paul-Harden-Capela (2-0 contro i Warriors), nonostante uno Stephen Curry non particolarmente ispirato in fase realizzativa (ma superbo nella gestione dell’attacco e nel non cedere ai continui pick’n’roll e successivi isolamenti con cui James Harden lo ha sistematicamente attaccato), nonostante un Harden da 41 punti ed a tratti oggettivamente infermabile e nonostante la prima serie iniziata lontano da casa nell’era Kerr… i Golden State Warriors hanno vinto 119-106 contro quella che è stata la miglior squadra della stagione regolare. La partita è girata nel secondo tempo quando la Death Lineup dei GSW si è impossessata di ritmo e inerzia del match. Il quintetto preferito da Steve Kerr non ha reso alla grande nel primo tempo (solo 4 punti e 2 canestri in 10 possessi con un -8 complessivo) ma si è rifatto in un secondo tempo completamente differente terminato con 39 punti segnati frutto di un 12/19 dal campo, 8 assist e un +10 di Plus/Minus. Le magie di James Harden hanno permesso a Houston di rimanere a galla, ma Mike D’Antoni e i suoi dovranno provare a contenere i Warriors nei momenti in cui la Death Lineup prende il sopravvento se vogliono avere una reale chance di conquistare la finale.
Klay Thompson, autore di 28 punti e 6 triple, ha raggiunto il decimo posto nella classifica per triple segnate nei PO superando Billups e andando a -1 da Jr Smith e -8 da Paul Pierce. L’altro Splash Brother (che invece occupa il terzo posto di questa classifica a quota 330) ha segnato una sola tripla valida per allungare la striscia di partite di PO con almeno un bersaglio grosso a 80. Il secondo, Reggie Miller, arriva terzo (44).