Mentre le selezioni per l’All Star Weekend e i rumors in vista della deadline (7 febbraio) continuano a tenere banco, la regular season NBA procede. DeMarcus Cousins è appena tornato sul parquet e finalmente possiamo ammirare i Warriors al pieno del loro devastante potenziale mentre i Pacers subiscono un bruttissimo colpo in uno dei migliori momenti della loro stagione, per Victor Oladipo infatti questa stagione è già finita. Continuano a salire i Nets, mentre i Lakers ancora orfani di LeBron James non riescono a reagire. Urge il ritorno del Re prima che la classifica si faccia ancora più insidiosa di quanto già non lo sia.
9. I Golden State Warriors vincendo contro i Washington Wizards hanno raggiunto quota 9 vittorie consecutive. Si tratta della striscia vincente più lunga di questa stagione. In queste 9 vittorie solo due volte hanno segnato meno di 120 punti e per ben 3 volte hanno superato il muro dei 140 infrangendo, come loro abitudine, diversi record. Per esempio, Curry è diventato il primo giocatore della storia a segnare più di 8 triple in 3 gare consecutive, inoltre per la seconda volta in stagione KD, Thompson e Curry hanno segnato tutti più di 25 punti giocando meno di 30 minuti. Oltre a loro, nessun altro trio ci era mai riuscito nella storia della lega.
6. Escludendo quella dei Warriors, le migliori strisce positive ancora aperte appartengono a Bucks e Nets, entrambe a quota 6 W consecutive. I Brooklyn Nets, nonostante gli infortuni di LeVert e Dinwiddie, continuano a risalire prepotentemente la classifica della Eastern Conference trainati dal miglior D’Angelo Russell mai visto. L’ex Lakers è stato eletto giocatore della settimana dalla NBA e, nel mese di gennaio, viaggia ad oltre 23 punti, 7 assist e 4 rimbalzi di media tirando col 49% dal campo e rimanendo sul parquet per soltanto 30 minuti.
14. Per ottenere la loro sesta vittoria consecutiva, i Milwaukee Bucks sono stati costretti da Charlotte a compiere una grandiosa rimonta (32-12 nel quarto finale). Inutile sottolineare chi ha preso la squadra per mano nell’ultimo quarto. Mentre tutti gli Hornets si sono fermati a 12 punti (5/27 dal campo), Giannis, appena eletto capitano di uno dei due team dell’All Star Game, si è spinto fino ai 14 punti segnati (6/8 dal campo).
5. Luka Doncic ha segnato almeno 25 punti in tutti e 5 i match consecutivi disputati contro Warriors, T’Wolves, Suns, Pacers e Spurs. L’ultimo rookie al quale è riuscita tale impresa è stato Stephen Curry nel 2010. Nella notte ha inoltre guidato i suoi Mavs alla vittoria contro i Pistons a suon di giocate e canestri decisivi chiudendo con 32+8+8. KD e LeBron James sono stati gli unici teenager nella storia ad ottenere tali numeri prima dello sloveno.
28. Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio si è registrato un dato molto particolare. Mai nella storia della lega si è registrato un margine di vittoria così largo: 28 punti di media hanno separato le squadre vincenti dalle sconfitte.
31,10,10. Nella notte anche Lou Williams è entrato nel libro dei record. I Los Angeles Clippers hanno battuto i Bulls e Lou, uscendo dalla panchina, è diventato il secondo giocatore della storia a chiudere con oltre 30, 10 e 10. L’altro a riuscirci è stato Schrempf dei Bucks nel 92-93. Si tratta inoltre della prima tripla doppia in carriera per uno dei principali candidati alla vittoria del 6th man of the year (sarebbe il terzo della sua carriera).
Capitolo James Harden. I numeri e i record che James Harden sta infrangendo non hanno alcun tipo di senso, tanto che ormai il termine di paragone è Wilt Chamberlain, uno che in quanto a statistiche non ha mai avuto, e probabilmente mai avrà, rivali degni di nota. Il Barba è diventato il primo dai tempi di Wilt a segnare almeno 55 punti per 3 volte in un singolo mese, il primo tra i giocatori in attività per 50elli segnati (14, LeBron è fermo a 13) e vanta oltre 40 di media se consideriamo le ultime 20 partite abbondanti. Ha inoltre segnato 267 punti consecutivi senza aver bisogno di un assist, altro numero senza alcun senso se pensiamo che dal ’96 il secondo “miglior” dato sono i 135, praticamente la metà, segnati da Steve Nash nel 2011. Sta a voi ora interpretare tale record come positivo o negativo, ammesso che sia necessario farlo. Nel match contro i Knicks ha registrato il suo career high da 61 punti, solo Carmelo Anthony nel 2014 è riuscito a segnare più punti al Madison Square Garden (62), ma non da avversario. In tale occasione è inoltre diventato il primo dai tempi di Shaq a chiudere un match con oltre 60 punti e 15 rimbalzi. Per finire, se la stagione finisse oggi, Harden vincerebbe a mani basse il titolo di miglior realizzatore con 6.7 punti di media in più su Stephen Curry che è secondo. Si tratterebbe del maggior distacco dall’86-87 anno in cui Michael Jordan chiuse ad oltre 37 di media. Può bastare?