NBA Preview 2015-16, Boston Celtics: un gruppo giovane che vuole riconfermarsi

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Boston Celtics

Settimi ad Est (40-42)

Roster:

PM: Marcus Smart; Isaiah Thomas; Terry Rozier

G: Avery Bradley; R.J. Hunter; James Young

AP: Jae Crowder; Evan Turner

AG: David Lee; Jonas Jerebko; Jared Sullinger; Perry Jones; Jordan Mickey

C: Amir Johnson; Tyler Zeller; Kelly Olynyk

La stella: Isaiah Thomas

Grande colpo messo a segno dalla società lo scorso febbraio, Isaiah Thomas rappresenta il giocatore più talentuoso e il trascinatore in campo della sua squadra. Partendo sempre dalla panchina il piccolo grande uomo è diventato lo scoring leader dei Celtics, con una media di 19 punti in 21 gare di campionato. Quest’anno è il più serio candidato ad afferrare il titolo di Sesto Uomo dell’Anno, dopo essere stato in competizione con il vincitore della passata stagione, Lou Williams. Sfrutta ottimamente la sua limitata statura contro gli avversari che lo soffrono terribilmente nell’1 vs 1, è dotato di un eccellente palleggio da cui riesce a creare facili tiri e fulminee penetrazioni in cui non va sotto con nessuno fisicamente associando velocità ed esplosività al suo gioco. A Boston manca un giocatore in grado di prendere il tiro decisivo, un vero clutch player: Thomas può essere il pretendente numero uno per questo ruolo anche per la sua personalità, in un gruppo che non offre elementi dalla elevata produttività offensiva.

L’arma in più: David Lee

Il prodotto di Florida sarà anche il più pagato (quasi 15.500.000 dollari) ma è anche il miglior innesto per la franchigia quest’anno. Sbarcato a Boston durante l’estate tramite lo scambio che ha portato Gerald Wallace a Golden State, David Lee potrebbe sembrare una cattiva scelta dopo essere stato messo ai margini dei piani di Steve Kerr nella scorsa stagione ad Oakland ed aver giocato solamente 49 partite con numeri che non appartengono ai suoi standard. L’ex New York Knicks porta la sua esperienza e il suo talento sotto canestro di cui i Celtics erano carenti e in questa stagione avrà l’occasione di riscattarsi dallo scorso campionato tornando a medie realizzative che rispecchiano la sua lunga carriera in NBA. Escludendo lo scorso anno, nel periodo con i Warriors ha sempre sfiorato la doppia doppia di media mantenendo almeno 16 punti di media a stagione. Insieme ad Amir Johnson donerà quel tocco di esperienza che equilibra un roster composto da tanti giovani promettenti che aveva bisogno della presenza di qualche veterano con minuti nei playoffs.

Il coach: Brad Stevens

Nonostante la giovane età Stevens possiede un concetto di pallacanestro degno di un allenatore vissuto con un’intelligenza cestistica invidiabile. La società ha scommesso su di lui permettendo all’ex coach di Butler di fare il salto dall’NCAA all’ NBA direttamente come head coach, ottenendo ottimi risultati fin dall’inizio e conquistando un’insperata qualificazione ai playoffs lo scorso aprile. Il 38enne dell’Indiana ha saputo costruire un gruppo solido, composto non solo da giovani ma anche da future promesse del basket che creano un un gioco ben organizzato e convincente rispecchiando le doti gestionali e l’elevata preparazione dell’allenatore. Stevens si ritiene un grande studioso del gioco e la preseason in Europa confrontandosi con un basket diverso potrà essere un’ottima occasione per incrementare il proprio bagaglio cestistico e consolidare il suo grande valore.

Il mercato: due buoni veterani in mezzo a tanti giovani promettenti

I Celtics durante l’estate sono riusciti a liberarsi del contratto pesante di un giocatore ormai finito come Gerald Wallace e accaparrarsi un giocatore di spessore ed esperto come David Lee, proveniente dai Warriors che firma per un anno; a Lee si aggiunge un altro veterano come Amir Johnson che firma un biennale da 24 milioni in arrivo da Toronto. Da Oklahoma City giunge un lungo perimetrale come Perry Jones e dal draft Boston pesca dei giovani interessanti come Terry Rozier da Louisville, R.J. Hunter da Georgia State e Jordan Mickey da LSU che completano un roster molto giovane ma da cui ci si possono aspettare grandi cose. In uscita da notare Brandon Bass, ceduto ai Lakers e il nostro Gigi Datome, non confermato dalla dirigenza e prossimo protagonista in Turchia con la maglia del Fenerbahce.

Le aspettative: per ora niente Playoffs… Forse

Brad Stevens dispone di un roster potenzialmente molto interessante ma che per ora si deve accontentare di riconfermare l’ottimo lavoro dimostrato in queste ultime stagioni. Si tratta di un gruppo di troppi giovani ancora da plasmare e/o inesperti affinché la squadra possa assicurarsi un posto nella postseason, ma che sicuramente faranno di tutto per lottare e cercare di produrre il massimo per arrivare più in alto possibile in classifica. Il coach è riuscito ad inculcare nella testa dei giocatori la giusta mentalità che prevede un duro lavoro di preparazione e proprio per questo c’è una minima possibilità che il colpaccio della passata stagione possa ripetersi nonostante le previsioni sulla Eastern Conference siano leggermente diverse nel 2016, con un paio di squadre più competitive dei Celtics che si aggiungono alla lotta Playoffs. Rimane comunque il fatto che con questo allenatore, con questo team promettente a cui si somma il vantaggio creato dalle mosse del GM Danny Ainge di ottenere ben 7 scelte al prossimo draft (3 al primo giro), i Boston Celtics hanno posto delle solide basi per una franchigia che avrà molto da dire nei prossimi anni.

Redazione BasketUniverso

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