NBA Preview 2015-16, Houston Rockets: che sia l’anno buono?

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HOUSTON ROCKETS

Terzi ad Ovest nel 2014-15 (56-26)

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Roster:

PM: Ty Lawson, Patrick Beverley
G: James Harden, Corey Brewer, Jason Terry, Marcus Thornton
AP: Trevor Ariza, Sam Dekker, KJ McDaniels
AG: Terrence Jones, Donatas Motiejunas, Montrezl Harrell
C: Dwight Howard, Clint Capela, Jeremy Tyler

La star: James Harden

nba_harden_20140825_01Se la scorsa stagione Harden fosse stato eletto MVP della Lega nessuno avrebbe storto il naso. Passato da terzo violino dietro a Durant e Westbrook ad OKC a prima opzione offensiva in una squadra con ambizioni da titolo come i Rockets, la barba più celebre della NBA in attacco è diventato praticamente ingestibile dalle difese avversarie: tiro da 3 (spesso contestato) mortifero, penetrazioni al ferro con una potenza di un carroarmato e jumper dalla media che spesso hanno deciso le partite in favore dei biancorossi texani, è migliorato nella gestione dei pick&roll ed è il miglior interprete attuale dell’1-4 basso e del pick&roll centrale, ovvero lo schema che la maggior parte degli allenatori predilige quando si decide una gara punto a punto; la sua abilità migliore rimane comunque la capacità di subire fallo in ogni situazione, guadagnandosi viaggi in lunetta (la passata stagione ha guidato la NBA a 10.2 liberi tentati a partita) e caricando di penalità i difensori avversari. C’è da migliorare in difesa, ma se in attacco si ripete il giocatore che è stato l’anno scorso, i Rockets hanno nel roster il migliore di tutti.

L’arma in più: Dwight Howard

Le critiche non hanno mai intimorito Howard che, nonostante gli infortuni subiti nel corso della propria carriera, rimane uno dei centri più dominanti della NBA, se non il più forte 5 del presente. L’atletismo vicino al ferro e la capacità di attirare i raddoppi fanno di DH12 un’arma temibile sui due lati del campo, soprattutto in attacco, dove lo contraddistingue l’abilità nel pescare i tiratori sul perimetro dopo aver ricevuto in post, oltre ovviamente a quella di finire con movimenti di potenza e non. L’arrivo di Lawson aggiunge un altro palleggiatore in grado di sfruttare Howard nei pick&roll e l’aiuto sotto canestro di un Terrence Jones sano gli leva molti compiti difensivi ed a rimbalzo.

Il coach: Kevin McHale

Qui arriva il tasto dolente per la franchigia texana: tanto abile tecnicamente da giocatore, quanto inefficiente in panchina, l’ex TWolves si è dimostrato più volte non all’altezza quando ha affrontato nei playoffs e non allenatori che adattavano il piano di gioco cambiandolo a seconda del momento della partita. McHale ha sviluppato un gioco offensivo sterile, spesso lo schema è “palla in mano ad Harden e improvvisazione” e perciò, secondo noi, è inadeguato a condurre per mano un gruppo con enormi potenzialità come quello dei Rockets 2015-16; Houston pare si fidi di lui, dato che siede su quel pino dal 29 Maggio 2011.

Il mercato: upgrade importante con l’arrivo di Ty Lawson

lawson_miller1213_1_230Nonostante l’ultima, deludente, stagione in quel di Denver, i Rockets han deciso di puntare forte su Ty Lawson nel ruolo di point guard titolare: il prodotto di North Carolina ha dimostrato di essere un giocatore di top livello offensivo con la maglia dei Nuggets, certo forse sarebbe servito più un assistman che uno scorer visto la presenza di Harden e Howard, ma, con Lawson disponibile, la dirigenza texana ha scelto lui, e non ci sentiamo di dargli torto (anche perchè Patrick Beverley dalla panchina è un cambio più che valido). Nella trade con Denver, i Rockets hanno perso Prigioni, Papanikolau, Johnson e Dorsey, quindi un po’ di qualità dalla panchina se n’è andata (anche con la partenza di Josh Smith destinazione Clippers), ma gli arrivi di Thornton dai free agent e di Dekker e Harrell dal Draft garantiscono comunque profondità al roster in mano a coach McHale, che dovrà anche continuare a coltivare il giovane talento di Clint Capela.

Le aspettative: confermarsi alle finali di conference

La serie persa 4-1 contro i Warriors brucia ancora, ma probabilmente Golden State l’anno scorso era imbattibile. Se la sorte starà dalla parte dei Rockets (vedi capitolo infortuni), Harden si confermerà al livello della stagione scorsa e Lawson si riprenderà dall’ultimo periodo nero, per Houston sarà una grande stagione.

Francesco Manelli

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