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Nel posto sbagliato al momento sbagliato

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Il nostro viaggio tra i giocatori di basket associati a episodi di cronaca nera ci porta oggi alla paradossale vicenda di Bryce Dejean-Jones, guardia, all’epoca del decesso 23enne, dei New Orleans Pelicans, morto per un colpo di pistola all’addome all’interno di un residence nel 2016. I più ferrati si ricorderanno l’episodio.

Nato a Los Angeles nel 1992, Dejean-Jones si dimostra essere una discreta guardia fin dalla high school. Al college disputa delle buone stagioni (ma senza eclatanti risultati) a UNLV e a Iowa State. Resosi eleggibile per il Draft del 2015, non viene però chiamato da alcuna franchigia, finendo così a disputare una stagione in D-League in quelli che furono gli Idaho Stampede, ovvero gli attuali Salt Lake City Stars. La stagione non è delle migliori, Idaho chiude con un record di 20-30 senza riuscire a qualificarsi ai Playoff, ma Dejean-Jones si mette in mostra con buone prestazioni e medie realizzative importanti, vicine ai 20 punti a gara, riuscendo ad emergere.

L’estate 2015 non porta nuovamente alcuna chiamata per Bryce. La svolta arriva a gennaio, quando finalmente per il giocatore si spalancano inaspettatamente le porta della NBA. I New Orleans Pelicans lo firmano con un decadale per sopperire a problemi di roster in quel periodo. Bryce Dejean-Jones si mette subito in mostra, portando un buon contributo dalla panchina, tanto che New Orleans non ci pensa molto e gli fa firmare un rinnovo triennale, coronando così il sogno del ragazzo che con fatica e sudore era riuscito a iniziare la sua carriera NBA.

Ma la sfiga si sa, quando vuole ci vede benissimo, e dopo solamente 14 partite arriva la doccia fredda. Bryce si frattura il polso destro in allenamento: stagione finita, nel mese e mezzo di gioco medie di 5.5 punti e 3.4 rimbalzi a partita. New Orleans però lo conferma, e per lui inizia il periodo di riabilitazione in vista della stagione successiva.

Nel frattempo fuori dal campo Dejean-Jones si è già costruito una famiglia, ha avuto una figlia con una ragazza con cui poi ha interrotto la relazione, mantenendo però rapporti cordiali proprio per via della piccola. E qui, purtroppo, arriviamo agli incresciosi fatti che han posto termine alla sua vita. Nel maggio 2016, precisamente il 27 maggio, il giocatore si reca a Dallas per passare un weekend con la figlia e la ex compagna. Sembra il classico fine settimana di una normalissima famiglia, con una passeggiata al parco in una giornata già praticamente estiva.

Proprio al parco Bryce e la ex compagna hanno una discussione, accesa a tal punto che la madre prende la piccola e se ne torna a casa. Dejean-Jones dopo qualche ora dalla discussione arriva al residence dove la donna vive con la piccola, nel tentativo di sistemare la questione. Inizia con veemenza a bussare per entrare in casa, senza però ottenere alcuna risposta. All’ennesimo tentativo andato a vuoto, decide di sfondare la porta, non rendendosi conto di aver sbagliato piano. D’altronde, era la prima volta che visitava la casa dell’ex. Quella che ha appena sfondato è la porta della casa di un uomo, uno sconosciuto. Appena varcato l’ingresso, Bryce Dejean-Jones si trova davanti il padrone di casa visibilmente spaventato e soprattutto armato. In preda al panico quest’ultimo lascia partire un colpo di pistola che finisce dritto nell’addome della guardia dei Pelicans.

Il ragazzo stramazza al suolo ma non muore sul colpo, viene portato con una folle corsa in ospedale dove però viene dichiarato morto alle 3.30 del mattino del 28 Maggio 2016.

Per la giurisdizione del Texas, il comportamento del padrone di casa è da considerarsi a prescindere come legittima difesa, in quanto risulta legale l’omicidio nei confronti di chi viola una proprietà privata. Per l’assassino non c’è alcun processo e il caso viene chiuso subito.

Così come si sono chiuse anche la vita e la carriera di Bryce Dejean-Jones, promettente guardia che si stava ritagliando il suo spazio coronando il suo sogno nella NBA. “Nel posto sbagliato al momento sbagliato”, un detto che si addice tragicamente quanto perfettamente a questa assurda vicenda.

Luca Consolati

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