Nuggets-Blazers, le pagelle: la panchina tradisce Denver, McCollum è stratosferico

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Denver Nuggets

Nikola Jokic 8.5 Jokic si conferma la grande sorpresa di questi playoffs anche nella serie contro Portland. Con una media di 27 punti, 13 rimbalzi e 8 assist a partita, il serbo dimostra di poter fare quello che vuole nel pitturato contro un acciaccato Kanter, evidenziando tutta la sua classe. Riceve mezzo voto in meno rispetto alla serie contro gli Spurs a causa dei pesanti errori dalla lunetta in gara-3 e gara-7, che in un certo senso sono costati il passaggio del turno ai Nuggets.

Jamal Murray 7.5 Il giovane canadese dimostra di avere ancora enormi margini di crescita, perché rispetto alla serie contro gli Spurs lavora sul suo più grosso limite e riesce ad essere più costante. I suoi 24 punti di media lo dimostrano. Peccato che proprio nella decisiva gara-7 abbia avuto una delle sue poche giornate no della serie.

Gary Harris 6 Anche in questa serie Harris si fa notare soprattutto nella metà campo difensiva, in cui ha l’ardua responsabilità di marcare CJ McCollum. Il giovane ex-Spartans è costretto a spendere tanta energia per provare ad arginare la stella dei Blazers e finisce perciò per pagare dazio in attacco. Chiude la serie con un pessimo 23% dall’arco, che non rispecchia affatto le sue abilità di 3&D.

Paul Millsap 7 Il veterano ex-Atlanta sale alla ribalta in questa serie, approfittando dei mismatch favorevoli contro i leggeri lunghi di Portland. Nel pitturato fa quello che vuole contro Harkless e Aminu, ma anche lui si eclissa inspiegabilmente nella partita decisiva il giorno della festa della mamma.

Torrey Craig 7 Come descrivere la serie di Torrey Craig, se non con la parola tenacia? Il numero 3 dei Nuggets come al solito è totalmente impalpabile nella metà campo offensiva, ma in difesa imbavaglia uno dei miglior marcatori dei playoffs come Lillard, limitandolo a un insolito 29% da tre. Si rompe il naso per un contatto fortuito con Kanter in gara-2, ma continua, stoicamente, a giocare nonostante la frattura.

Will Barton 6 Dopo la disastrosa serie contro gli Spurs, Barton è l’unico giocatore della panchina di Denver a contribuire in qualche modo alla causa, rivelandosi fondamentale nella pesantissima e altrettanto sofferta vittoria in gara-4. Si fa notare anche per una buona difesa soprattutto durante i supplementari infiniti di gara-3.

Monte Morris 5 Il Morris che tanto bene aveva fatto contro gli Spurs non scende mai in campo contro Portland, lasciando il palcoscenico alla sua brutta controfigura. Tanti, troppi errori al tiro per il giovane playmaker, che sembra subire i centimetri della second unit dei Blazers.

Malik Beasley 5 Il discorso è molto analogo anche per Malik Beasley. Rispetto al compagno di reparto comincia meglio la serie, riuscendo a dare il suo contributo in termini di punti ed energia. Cala col passare del tempo, però, e risulta impalpabile nelle ultime due partite.

Mason Plumlee 5.5 Nonostante tutti i suoi limiti tecnici, Plumlee è stato, insieme a Barton, il secondo miglior giocatore in uscita dalla panchina per Denver in questa serie. Giocare contro la sua ex-squadra sembra galvanizzarlo nelle prime due partite, in cui gioca molto bene. Non è certo colpa sua, poi, se la panchina dei Nuggets perde il confronto con quella degli avversari.

Juancho Hernangomez s.v.

Coach Michael Malone 6 L’estate di coach Malone sarà sicuramente tormentata dal proverbiale “what if…” degli americani. La sensazione è che i Nuggets abbiano sprecato una grande opportunità per riscrivere la storia della franchigia contro un avversario alla portata e acciaccato dagli infortuni. La sconfitta al quarto overtime in gara-2, così come i 17 punti di vantaggio sprecati in gara-7 bruciano ancora. Non si può recriminare molto al coach capace di portare Denver ad una cavalcata insperata per tutta la stagione, ma la scelta di continuare a schierare la stessa second unit incapace di incidere per sette partite poteva essere corretta in tempo, anche considerando che almeno tre giocatori con molti punti nelle mani hanno scaldato la panchina per tutti i playoffs (Thomas su tutti, ma anche Lyles e Hernangomez).

Portland Trail Blazers

Damian Lillard 7 Sembra impossibile dover dare un voto così basso a un giocatore capace di segnare 25 punti di media in sette partite, ma dopo la fantastica regular season e l’ancor più impressionante primo round contro Oklahoma City, da Damian Lillard ci si aspettava qualcosina in più. Il numero 0 di Portland è riuscito ad essere decisivo in un’importantissima gara-6, ma per il resto della serie ha faticato parecchio contro la difesa di Craig, anche nella decisiva gara-7.

CJ McCollum 9 Per la gioia di Lillard e di Portland, il suo compagno di reparto McCollum gli ha tolto le castagne dal fuoco in più di un’occasione. Sono impressionanti le sue prestazioni nelle vittorie in gara-2 (41 punti), gara-6 (30) e gara-7 (37) tutte coronate da canestri pesantissimi nei momenti che contano. È lui l’MVP della serie a mani basse.

Enes Kanter 7 Il centro turco parte in quarta con una prestazione da 26 punti e 7 rimbalzi. Cala con l’avanzare della serie, ma ha l’attenuante di giocare con una spalla sola e senza bere acqua a causa del Ramadan nell’ultima sfida pomeridiana. Dopo l’infortunio di Nurkic, i Blazers possono considerarsi molto fortunati nell’aver avuto a disposizione un Kanter così.

Al-Farouq Aminu 5 In troppe occasioni Aminu si è rivelato l’anello debole del quintetto dei Blazers insieme a Harkless. Conosciuto per la sua difesa, ha potuto fare poco contro il più possente Millsap, che spesso e volentieri lo ha letteralmente spostato di forza per farsi spazio nel pitturato. In gara-7 ha giocato solo sette minuti, segnale emblematico di una serie passata in costante difficoltà.

Maurice Harkless 5.5 Lo stesso discorso fatto per Aminu vale per Harkless, anche lui spesso accoppiato con Millsap con esiti simili. Riceve mezzo punto in più del compagno perché si rende protagonista di alcune giocate importanti nell’ultimo match della serie.

Rodney Hood 8 Alzi la mano chi avrebbe mai immaginato che una serie dei playoffs del 2019 potesse essere decisa da Rodney Hood, scartato da Utah e Cleveland nel corso dell’ultima stagione. Dopo un primo turno sottotono contro OKC, Hood ha approfittato della fiducia concessagli da coach Stotts, rivelandosi un rebus per la difesa dei Nuggets. Dopo aver di fatto vinto gara-2 per i suoi Blazers, ha chiuso la serie con 15 punti di media, tanto preziosi quanto inaspettati.

Zach Collins 6.5 Le difficoltà di Aminu e Harkless hanno lasciato spazio al giovane prodotto di Gonzaga, che non ha deluso le aspettative. Insieme a Kanter è stato il lungo accoppiato per più minuti con Jokic e, nonostante le ovvie difficoltà, non ha sfigurato.

Seth Curry 5.5 L’ottima prestazione in gara-3 aveva spaventato i Nuggets: se dopo Hood fosse resuscitato anche Curry, la serie si sarebbe conclusa in favore di Portland dopo sole cinque partite. Tuttavia, l’exploit del fratello minore di Curry è rimasto tale, con la guardia che si è fatta notare solo per una rissa sfiorata con Will Barton.

Evan Turner 6.5 Il maestro delle intangibles ha sorpreso tutti quando durante la decisiva gara-7 si ha avuto un minutaggio quasi duplicato rispetto al resto della serie a causa dell’infortunio di Hood e delle già accennate difficoltà di Aminu e Harkless. Alcune sue giocate sono state fondamentali per il passaggio del turno di Portland, così come il suo inaspettato 6/7 dall’arco nelle fasi concitate dell’ultimo incontro.

Meyers Leonard s.v.

Terry Stotts 8 L’azzardo di cambiare il quintetto nella seconda metà di gara-7, schierando Hood e Collins al fianco di Lillard, Kanter e McCollum ha pagato. Nell’intervallo l’intuizione del veterano allenatore di Portland ha salvato la stagione dei Blazers. Va menzionato anche il suo ottimo lavoro di motivatore, che ha spinto i sui ragazzi a gettare il cuore oltre gli ostacoli e gli infortuni e conquistarsi la prima finale di conference dopo un digiuno lungo 19 (!) anni.

Niccolò Armandola

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