Davide Pascolo, meglio noto come Dada e uno dei nuovi acquisti estivi dell’Olimpia Milano, si è concesso in un’intervista al Corriere della Sera, dove ha parlato di sè stesso e della sua nuova avventura, rivelando anche qualche curioso aneddoto su una vita cittadina sperimentata per la prima volta in queste ultime settimane:
“Una sera ho preso con Fontecchio la metro nella direzione sbagliata. Purtroppo era l’ultima corsa e fuori la stazione non c’erano taxi, ci siamo fatti una bella e lunga camminata. Il mio paese originario vicino a Udine, Coseno, ha 2000 abitanti, perciò non sono abituato a fare attenzione anche ai tempi degli spostamenti, pensate che già Trento mi sembrava grande”.
Per sua fortuna, le cose vanno molto meglio in campo:
“Se rimarremo molto umili potremo avere tante ambizioni, anche in Eurolega, dove Milano può e deve fare bene. Sappiamo di essere, giustamente, un gruppo con tante attese e pretese. Simon e Sanders sono quelli che tecnicamente mi hanno impressionato di più”.
Pretese e attese che non spaventano un giocatore cresciuto gradualmente e capace di superare brillantemente ogni salto affrontato in carriera:
“Mi sono sempre messo alla prova in ogni sfida intrapresa. Ho sempre affrontato i vari gradini pensando solo a migliorarmi, dalle serie dilettanti fino ad arrivare in Europa, anche se sembrava che all’inizio fossi sempre inadeguato”.
Un ragazzo consapevole e fiero delle sue caratteristiche tecniche:
“Il mio tiro non si può guardare? Vero, ma io me lo sento normale. L’importante è che non me lo facciano rivedere in video. Scherzi a parte, devo cercare di velocizzarlo in uscita dai blocchi. Miglior rimbalzista della squadra in precampionato? Sono necessari l’istinto e una buona lettura. Se un movimento non è canonico, ma mi porta un vantaggio, io lo faccio comunque”.
Se l’avventura a Milano è partita col piede giusto, il ricordo di Trento non è stato affatto cancellato:
“A Trento ho lasciato un gruppo unito e ottimo, nonché la mia fidanzata Elena. La persona che ringraziare più di tutti è però Vincenzo Cavazzana, il vice di Buscaglia. Mi ha insegnato a non incupirmi quando sbaglio e ad accettare ogni tipo di esperienza. Ottime cose per superare la mia timidezza, forse dettata dalla paura di non riuscire a piacere al prossimo.”
Un’ultima riflessione spetta alla Nazionale, per la quale però Pascolo non ha serbato rancore dopo l’esclusione inaspettata dal Preolimpico di quest’estate:
“Per quello successo in estate mi vien da dire solo peccato, ma io non devo lanciare messaggi a nessuno. Lavoro per essere pronto, ma ammetto che nel mio ruolo c’è una concorrenza spietata con giocatori ecccezionali come Gallinari, Melli, Datome e Polonara”.
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