Pesaro: altro anno complicato, ma l’esperienza può aiutare

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Il passato bussa prepotente alle porte di Pesaro. Un passato anche non troppo lontano: basta andare alla stagione 2011-12, quando con Hackett, Hickman, Jones, White e Cusin si andava contro Milano a giocarsi la finale scudetto. Ma già dalla stagione successiva si capisce già che le cose non vanno più come prima; ed ecco che dal 2013-14, nonostante giocatori del calibro di Elston Turner e OD Anosike in squadra, Pesaro deve giocarsi e ottenere la salvezza all’ultima giornata contro la povera Montegranaro. Discorso simile la stagione successiva: anche in questo caso stagione disastrosa, ma salvezza ottenuta all’ultimo, questa volta ai danni della JuveCaserta (poi ripescata). Non è più la Scavolini, quella che in Italia faceva paura. E nemmeno nell’ultima stagione, nonostante un roster sistemato alla grande che aveva fatto sognare i suoi tifosi (colpaccio Austin Daye in primis), Pesaro è tornata ai fasti di un tempo. E quest’anno?

Roster:

PM: Marcus Thorton, Ryan Harrow
G: Brandon Fields, Marco Ceron
AP: Simas Jasaitis, Michele Serpilli
AG: Giulio Gazzotti, Donatas Zavackas
C: Jarrod Jones, Landry Nnoko

Coach: Piero Bucchi

La Stella

Fields

Come ormai è di consueto, Pesaro basa la sua stagione su alcune “scommesse”, che almeno negli ultimi anni si son rivelate vincenti: Elston Turner jr prima, Laquinton Ross poi, dunque McKissic (che ha dimostrato grandi cose finché è rimasto) e Lacey nell’ultima stagione. Attenzione: non scommesse dal punto di vista del talento, perché quello si è sempre visto e mai discusso, ma scommesse sul come avrebbero affrontato un campionato professionistico come quello italiano e come avrebbero espresso questo talento in una competizione del genere. Beh, la scommessa, e quindi maggior candidato a diventare la stella di questa squadra, quest’anno sembra Brandon Fields. Classe ’88 e prodotto di Nevada, vaga nel mondo dei professionisti dal 2011 ormai, toccando Romania, Slovacchia, Giappone, Repubblica Dominicana, Corea del Sud e un po’ di D-League. Fino ad arrivare al porto dell’Adriatico, a Pesaro. Un totale giramondo, che ancora deve dimostrare quello che può dare alla pallacanestro. La classica scommessa: se Pesaro vince anche questa, avrà trovato la sua stella per la stagione. Altrimenti sarà un flop: non esistono mezze misure.

Connubio tra esperienza ed esplosività

jasaitis orlandina

La chiave potrebbe essere questa. Si prospetta, di fatto, un’altra stagione non da primi protagonisti per Pesaro: ma nulla può togliere alla squadra la carta di rivelazione. Come nelle ultime stagioni, qualche soddisfazione ai propri tifosi è stata regalata, e a consolidare questa tradizione vi può essere l’esperienza di giocatori come Jasaitis e Zavackas all’esplosività e al talento (a volte ancora grezzo) dei vari esteri alle prime armi, guardie o lunghi che siano. Talento grezzo che può rivelarsi e venir fuori grazie anche alla guida dei veterani (70 anni in due i lituani).

Le mosse estive

fonte: www.usatoday.com

Come spiegato prima, è stato un mercato tra scommesse e colpi d’esperienza. Pesaro si ritrova con un reparto di ali a maggioranza lituano, con le firme di Simas Jasaitis (ormai nostra conoscenza) e Donatas Zavackas (36 anni, anche lui con un passato vicino e lontano nel nostro campionato). Reparto guardie quasi del tutto nuovo, con l’arrivo di Ryan Harrow dal campionato greco e Marcus Thorton, entrambi alla seconda stagione fuori dal college, nella posizione di playmaker, e del sovracitato Brandon Fields come guardia pura; ad essi si aggiunge il confermato Marco Ceron. Conferma anche per Giulio Gazzotti, che raggiunge i due lituani insieme al giovanissimo (classe ’99) Michele Serpilli. Infine reparto centri anche in questo caso del tutto rinnovato, con gli arrivi di Jarrod Jones, americano ma ormai ungherese d’adozione come la sua carriera dimostra, e del rookie camerunense Larry Nnoko.

Cosa aspettarsi

Difficile a dirsi. Le carte in regola per diventare una rivelazione e dar soddisfazioni ai propri tifosi ci sono benissimo. Ma in tutta sincerità, sembra che si prospetti un’altra stagione di sofferenza in quel di Pesaro, soprattutto considerando il livello raggiunto dalle altre squadre della stessa fascia. La Vuelle dovrebbe quindi innanzitutto pensare a salvarsi, e se ancora avanza del tempo tentare il colpaccio playoffs; e, come visto l’anno scorso, la strada tra le due è cortissima… Pesaro rischia di fare la fine della Virtus Bologna: una piazza storica con il fantasma della retrocessione che incombe. Spetta ai nuovi volti far sì che ciò non accada. 

pesaro

Gabriele Buscaglia

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