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Phoenix Suns vs. Los Angeles Clippers: le pagelle della serie

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Phoenix Suns

Chris Paul, 8: Entra in sordina a causa del protocollo anti Covid-19. Nelle prime partite della serie non è al meglio e chiude tirando 11 su 41 al tiro in gara 3 e 4. I suoi numeri però crescono partita dopo partita (15, 18, 22 e 41 punti) e registra anche 8.8 assist di media.
I 41 punti e 8 assist (con 0 palle perse) di gara 6 sono senza dubbio la ciliegina sulla torta dell’incredibile traguardo raggiunto dopo 16 anni in nba.

Devin Booker, 8.5: una serie brillante, dove cresce ancora di livello nonostante la pochissima esperienza. In gara 1 è leggendario con una tripla doppia da 40 punti, 11 assist e 13 rimbalzi. Prende per mano la squadra e riesce a trovare continuità: 25.5 punti di media e 5 gare su 6 chiuse sopra quota 20. La difesa dei Clippers ogni tanto lo costringe a prendersi conclusioni a bassa percentuale (e il colpo al naso in gara 2 non aiuta), ma riveste il ruolo di superstar e non delude in alcun modo le aspettative.

DeAndre Ayton, 8: netti i miglioramenti anche da parte sua. Ayton è stato dominante nel pitturato: per lui sono quasi 18 punti e 17 rimbalzi di media. Nella serie era fondamentale riuscisse a dare un contributo anche nella produzione offensiva e fatta eccezione per gara 5 ci riesce sempre. Game high in gara 3 con 24 punti ed è l’eroe con il canestro sulla sirena in gara 2. Per due volte termina con l’80% al tiro e nella serie sfiora il 70%.

Mikail Bridges, 7: difensivamente è fenomenale, tanto in 1vs1 quanto sulle linee di passaggio. Dimezza la produzione di punti personali rispetto alla serie precedente (da 16 a 8.7 punti di media), chiudendo in doppia cifra solamente gara 1 e 3. Chiude però con il 50% al tiro nonostante basse percentuali dall’arco dei tre punti.

Jae Crowder, 6: si alterna con Bridges in marcatura su George e in alcuni tratti della serie non sfigura affatto. In attacco però paga delle orribili percentuali (6/24 dal campo), fatta eccezione per la prima e l’ultima partita della serie: 13 punti e 6 rimbalzi in gara 1, 19 punti e 5 triple su 9 nella vittoria finale.

Cameron Johnson, 7: jolly di extra lusso dalla panchina in questa serie. Diventa il giocatore con il più alto offensive rating della serie (141 punti per 100 possessi). In gara 2 è perfetto terminando la prova senza errori al tiro. Chiude in doppia cifra per punti in 4 partite su 5, con quasi 11 punti di media e tirando con il 62,7% dall’arco, il 70% dal campo.

Cameron Payne, 6.5: Prende il posto di Paul nelle prime partite della serie e diventa il miglior scorer in gara 2 (29 punti e 9 assist) nella vittoria che molto probabilmente ha indirizzato la serie. Passa poi dal 50% al tiro nelle prime due a meno del 30%: incide molto meno a livello realizzativo, ma rimane un giocatore positivo nell’economia della squadra (terzo per Usage Rating davanti a Ayton).

Dario Saric, Torrey Craig, E’Twaun Moore s.v.

Coach Monty Williams, 7: una cavalcata incredibile che viene premiata dal raggiungimento delle Nba Finals. Williams aveva più opzioni a sua disposizione rispetto ai Clippers e Phoenix ha saputo approfittarne, ma il merito principale è quello di essere riuscito a vincere le prime due partite della serie nonostante l’assenza di Paul, cosa non di poco conto. I dovuti aggiustamenti sono riusciti anche a disinnescare il quintetto piccolo dei Clippers che tanto male aveva fatto ai Jazz.

 

Los Angeles Clippers

Paul George, 9: non è giusto pensare potesse fare di più. Chiude questi playoff con 28.7 punti, 10.5 rimbalzi e 5.5 assist di media. Non brilla particolarmente dall’arco, soprattutto nelle tre partite “pari” (appena una tripla per partita su 23 tentativi), ma è l’unico in grado di tenere a galla i Clippers. Registra tre doppie doppie nella seria e in gara 5 realizza 41 punti convertendo 15 conclusioni su 20. La vittoria dei Suns non macchia di certo la prestazione di George in questi playoff.

Reggie Jackson, 7.5: si è ritrovato a vestire il ruolo di secondo violino nel giro di pochi giorni, ma è riuscito a farsi trovare pronto. Fatta eccezione per gara 2 e gara 6 ha segnato sempre 20 o più punti, con più del 36% dall’arco. Purtroppo non riesce a mantenere le percentuali registrate nella serie contro i Jazz, ma per ben 3 volte chiude sopra il 50%.

Marcus Morris, 6.5: Alza il livello delle sue prestazioni nelle ultime partite della serie: chiude con 22 punti dopo un inizio da 6/6 al tiro in gara 5, mentre nell’atto finale registra 26 punti e 9 rimbalzi. Fino a quel momento però è poco preciso nelle conclusioni che si prende tirando 3 su 11 sia in gara 1 che in gara 2. Si spende molto in difesa, dove a volte riesce anche a estraniare Ayton dalla partita.

Nicolas Batum, 6: trova molte meno soluzioni rispetto a quello che è stato il suo percorso ai playoff e non riesce mai a chiudere in doppia cifra per punti (appena 4.3 di media). Lecito incolparlo insieme a Zubac per la pessima lettura sul blocco che porta al canestro della vittoria in gara 2. Con lui in campo però i Clippers sono riusciti a schierare un quintetto piccolo e questo ha reso più fluido ed efficace l’attacco della squadra.

Terrence Mann, 6: non riesce a ripetere quanto di buono fatto nella serie contro i Jazz. Quando è in campo porta sempre energia e atletismo, tanto in attacco quanto in difesa. Nelle prime tre partite tira 12/17, ma per il resto sbaglia tanto.

Ivica Zubac, 6.5: in realtà si rende più indispensabile di quanto possa sembrare, se non altro per i 30 minuti di media in cui viene impiegato. All’esordio viene sovrastato da Ayton e difensivamente fa tanta tanta fatica. Chiude però con tre doppie doppie (12.8 punti e 11 rimbalzi di media) e oltre il 70% di True Shooting al tiro.

Patrick Beverley, 5: la sua serie difensiva è di buon livello: in gara 2 si incolla a Booker e lo costringe a tiri complicati. In generale riesce a rendersi efficace nella propria metà campo, mentre dall’altra parte continua a faticare (26% dall’arco).  L’espulsione in gara 6 è incommentabile.

DeMarcus Cousins, 5: utilizzato con il contagocce da coach Lue, perché difensivamente è impresentabile. Riesce comunque a mettere in fila qualche punto utile alla causa. In gara 5 entra in campo, demolisce Saric realizzando 15 punti (in 11 minuti) e poi torna a sedersi in panchina.

Rajon Rondo, Luke Kennard s.v.

Coach Tyronn Lue, 6: senza Leonard e con l’infortunio di Zubac aveva proprio poche alternative dalla panchina. Ha provato a riproporre il quintetto con Batum e Morris come lunghi: l’esperimento ha funzionato, o almeno in parte, come anche la zona difensiva che è stata alternata più volte. Sono mancate però le alternative a George, perché Jackson e Morris non sono stati continui.

Giovanni Aiello

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