Preview NBA 2014-15, Philadelphia 76ers: insieme verso il fondo della classifica

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Philadelphia 76

Quattordicesimi ad Est (19-63)

 Philadelphia 76ers

Roster:

PM: Michael Carter-Williams, Tony Wroten, Casper Ware
G: Alexey Shved, Jason Richardson, Keith Bogans, Elliot Williams
AP: Hollis Thompson, Luc Mbah a Moute, KJ McDaniels, Chris Johnson, Jerami Grant
AG: Nerlens Noel, Jarvis Varnado, Jakarr Sampson
C: Joel Embiid, Arnett Moultrie, Henry Sims

 

La stella: Nerlens Noel

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Noel ha brillato nella Summer League

Sarebbe stato probabilmente la prima scelta assoluta al Draft 2013 se non si fosse infortunato al crociato, ora Nerlens Noel potrà finalmente scendere in campo e dimostrare ciò che vale. Forse è prematuro definirlo la stella di questa squadra, anche perché di stellare questi Sixers hanno davvero poco, ma al fianco di Michael Carter-Williams il prodotto di Kentucky potrebbe affermarsi come uno dei migliori lunghi del prossimo decennio. I numeri nei Wildcats parlano chiaro: 10.5 punti, 9.5 rimbalzi e 4.4 stoppate di media. Noel rappresenta alla perfezione quello che viene definito rim protector, nonostante a Philly difficilmente giocherà da centro come accadeva al college. Non potrà ancora giovare della compagnia di Joel Embiid sotto canestro, almeno per qualche mese se non per tutto l’anno, ma Noel ha tutte le carte in regola per emergere in questa franchigia disastrata con l’obiettivo unico del tanking. Da migliorare molto la fase offensiva, ma impossibile negare che il nativo del Massachusetts sarà un fattore importante nella propria metà campo.

 

L’arma in più: Alexey Shved

Ben lontani i tempi in cui Ricky Rubio lo incoraggiava (“Change your face, be happy, enjoy”) ai Timberwolves. In estate Alexey Shved ha lasciato la fredda Minneapolis abbracciando un contesto climaticamente migliore, ma cestisticamente parlando nei bassifondi (bassissimi) della NBA. Le ultime notizie sono che coach Brett Brown lo stia provando da playmaker, ruolo che il russo ha già ricoperto ma che difficilmente si pensava potesse svolgere nella squadra di MCW ed in NBA per via della stazza ridotta. Carter-Williams potrebbe essere spostato a guardia, anche se il suo inaffidabile tiro suggerirebbe uno Shved da backup point guard. I tifosi dei Sixers si augurano di rivedere il russo che nel primo anno in NBA segnò 8.6 punti di media in 24 minuti di utilizzo, non certo quello finito ai margini dei T’Wolves nell’ultima stagione. L’ex CSKA deve ancora lavorare sul proprio tiro (36% al tiro, 29% da tre punti nei primi due anni nella Lega), ma in questi Sixers avrà una grande libertà per fare tutti gli errori che gli serviranno.

 

Il mercato: partito Thaddeus Young, arrivati Shved, Mbah a Moute e poco altro

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Young ha lasciato Philly dopo cinque anni

La più importante mossa dell’estate dei Sixers è stata senza dubbio la partecipazione alla trade che ha portato Kevin Love da Minneapolis alla corte di Lebron James, a Cleveland. Philly ha messo sul piatto l’eterno incompiuto Thaddeus Young, che nella passata scorsa stagione era risultato uno dei migliori, e l’ha spedito ai T’Wolves, ottenendo il sopracitato Alexey Shved e Luc Mbah a Moute. Se del russo abbiamo già parlato in abbondanza, il camerunese è invece un’aggiunta importante dal punto di vista difensivo, marchio della casa, ma non si può dire altrettanto in termini di ciò che potrà portare alla causa dei Sixers. E’ poi arrivato Keith Bogans, via Cleveland da Boston, che darà qualche minuto di risposo a Shved e al rientrante Richardson. Il Draft, che vedeva innumerevoli scelte a nome di Philadelphia, si è rivelato invece una sorta di flop, almeno per chi sperava di poter apprezzare i talentini già nella stagione ventura: Joel Embiid alla tre (fuori forse per tutta la stagione, come Noel l’anno scorso), Dario Saric alla tredici (arrivato dai Magic in cambio di Elfrid Payton, chiamato alla dieci, il croato rimarrà altre due stagioni all’Efes), KJ McDaniels alla trentadue e Jerami Grant (possibile sorpresa) alla trentanove.

 

Aspettative: ultima posizione ad Est

L’anno scorso, dopo aver stabilito il record negativo per partite perse consecutivamente dalla franchigia, ovvero 26, i Sixers avevano evitato l’ultima posizione ad Est di poco e solo perché i Milwaukee Bucks si erano impegnati per far peggio. In questa stagione invece lo scettro di ultima della classe sembra già nelle mani dei ragazzi di Brett Brown: con i soli MCW e Noel a tenere alto il nome della ex squadra di Allen Iverson, Joel Embiid ai box e una manciata di giocatori scartati dal campionato italiano (Ware e Varnado) o pescati dalla D-League, sarà già un successo vincere 15 partite.

Francesco Manzi

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