FORTITUDO KIGILI BOLOGNA 87-66 CARPEGNA PROSCIUTTO PESARO
(20-15; 37-30; 58-46)
Può finalmente sorridere la Fortitudo targata Kigili, che centra la sua prima vittoria di stagione e lo fa tra le mura amiche, piegando una Pesaro non arrendevole ma, a lungo andare, poco lucida nelle scelte e soprattutto meno intensa emotivamente. Gli emiliani, invece, hanno decisamente dimostrato più voglia di portare a casa questi due punti, anche per reagire a un momento piuttosto delicato, e se li sono aggiudicati col risultato finale di 87-66.
Cronaca
Il quintetto di casa è composto da Gudmundsson, Baldasso, Aradori, Benzing e Ashley; risponde la Carpegna con Larson, Sanford, Delfino, Demetrio e Jones.
Tripla di Benzing e palleggio-arresto-tiro di Baldasso a dare il via alle danze, per una Fortitudo che mostra anche discreta applicazione dietro forzando palle perse (6 già nel primo quarto per i marchigiani). I padroni di casa scialacquano troppe occasioni su rimbalzi d’attacco e Delfino congela i ritmi, diventati presto frenetici, segnando il 10-7 a fil di sirena al 5′. Tyrique Jones sale in cattedra, prima lavorando in post e poi con un alley-oop ad altissima quota che rivedremo negli highlights di settimana. La Effe si aggrappa a un ottimo Benzing, in doppia cifra già nella prima frazione di gioco, mentre per Pesaro entra in campo molto bene Moretti, autore dei canestri che tengono a contatto la Carpegna: è 20-15 alla prima sirena.
I felsinei continuano a sbagliare incredibili tap-in con le mani già dentro al ferro, così Zanotti punisce impattando dalla lunga distanza. Martino chiama il primo timeout di serata, perché i suoi faticano moltissimo a costruire gioco – complici le note lacune in cabina di regia – e iniziano a soffrire l’intensità dei lunghi avversari sotto le plance. Richardson interrompe un digiuno realizzativo di quasi 4′, ma Zanotti risponde immediatamente con l’inchiodata del 22-22. Tornano frenesia e confusione in campo, si corre tanto e c’è intensità ma si segna col contagocce, finché Benzing e Larson non tornano a smuovere le retine da fuori. Qualche segnale arriva anche da Richardson, e all’intervallo lungo il tabellone dice 37-30 per i biancoblù.
Non si arresta il leitmotiv degli appoggi comodi sprecati dalla Fortitudo, e allora bastano un guizzo di Delfino e un gioco da 4 di Larson per annullare il divario in poco più di 90″. Aradori pesca un gioiello in allontanamento dei suoi e, dopo la schiacciata di Ashley, concretizza il contropiede che ristabilisce il +7 e spinge Petrovic a chiamare un minuto di pausa. Prova a difendere forte, la Effe, ma il risultato è il terzo fallo di Baldasso, presto seguito dal quarto per tecnico, mentre Jones continua a fatturare nel pitturato. Gudmundsson tripleggia, nell’azione successiva Moretti perde palla e commette un fallo antisportivo; dopo il 2/2 di Aradori, un altro canestro dell’islandese vale il 52-41 interno dopo 26′. A limitare i danni ci pensa Delfino, indiscusso trascinatore degli ospiti nel quarto con 9 punti. Pesaro però continua a buttar via palloni e, dopo l’affondata nel traffico di Totè, Richardson in penetrazione ritocca il massimo vantaggio: 58-46 all’ultima pausa.
La prima metà del quarto decisivo è un concitato scambio di parziali: ancora una volta inizia Pesaro con uno 0-5 immediato, rispondono Benzing con due tiri liberi e un Totè in crescita progressiva, con il 2+1 che gli vale la doppia cifra. Si svegliano però Tambone e Sanford, fin lì anonimi, con due triple dal palleggio dal peso specifico potenzialmente enorme. Allora torna a segnare dal campo Benzing, dopo essersi defilato a lungo, ispirando anche Baldasso a sbloccarsi da lontano. Così, sul nuovo +12 interno (69-57) Petrovic si gioca anche l’ultimo timeout, ma Pesaro non riesce più a controbattere: la Fortitudo stringe le maglie dietro approfittando dell’altrui calo di lucidità e, con un contributo offensivo molto ben distribuito, dilaga fino all’87-66 finale.
MVP di serata è, di diritto, un Robin Benzing da 23 punti e 6 rimbalzi, faro dei suoi per tutto il primo tempo e di nuovo protagonista nell’allungo finale. Ma tutti o quasi gli uomini di Martino hanno avuto momenti di protagonismo: dalla clamorosa intensità di Gudmundsson (6 recuperi senza palle perse, oltre a 11 assist) alla capacità di Aradori di mettersi al servizio dei compagni (7 assist), dai muscoli di Totè (14+8) ai guizzi di Richardson quando l’attacco era più stagnante.
Tabellini
Fortitudo: Ashley 11, Gudmundsson 9, Aradori 13, Procida 0, Benzing 23, Richardson 10, Baldasso 7, Totè 14.
Pesaro: Drell 7, Moretti 13, Tambone 7, Camara 0, Zanotti 5, Sanford 3, Larson 6, Demetrio 2, Delfino 12, Jones 11.
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