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Proseguono le guerre interne alla FIP: Maggi accusa Gianni Petrucci

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Il prossimo dicembre a Roma si terranno le nuove elezioni per la presidenza federale della FIP: gli sfidati sono l’uscente Gianni Petrucci, per il quale sarebbe il 5° mandato di fila, e Guido Valori, avvocato che si è candidato proprio pochi giorni dopo l’incidente d’auto che aveva coinvolto il suo diretto avversario il mese scorso. Alcuni rami regionali della Federazione avevano già preso le distanze da Petrucci: Lombardia, Lazio e Veneto in particolare. Per quest’ultimo c’è già tensione interna, poche settimane fa un gruppo di dissidenti guidati da Federico Casarin con un comunicato aveva preso le distanze dalle azioni del presidente Roberto Nardi.

Ma anche in Lombardia c’è fermento: Stori&Sport ha raccontato di un esposto di Giorgio Maggi, presidente di FIP Lombardia. Un documento di 25 pagine inviato a vari organi, come il Dipartimento dello Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Procura federale, la Commissione di garanzia federale della FIP, la Procura Generale dello Sport presso il CONI e la Commissione “di Garanzia degli organi di giustizia, di controllo e di tutela dell’etica sportiva” del CONI.

In questo documento, Maggi denuncia pressioni e comportamenti intimidatori di Gianni Petrucci nei confronti di FIP Lombardia in seguito alla decisione di non supportarlo per le prossime elezioni. In particolare il fatto di essere sotto accusa per violazione al codice etico per un presunto conflitto di interesse amministrativo, anche se il regolamento FIP prevede solo quello sportivo. Maggi si rivolge quindi alla Procura Generale dello Sport, chiedendo di adottare le misure per individuare ulteriori violazioni di Petrucci, senza sottoporlo al giudizio della FIP in quanto gli organi giudicanti sono stati tutti scelti e nominati da Petrucci stesso. “La situazione di conflitto di interessi si riscontra nelle azioni di Petrucci che ha dispensato rinnovi di affidamenti, garantito posizioni lavorative all’interno della FIP a persone a lui vicine, e ai loro familiari, utilizzando risorse federali” si legge nell’esposto di Maggi.

Il presidente di FIP Lombardia scrive inoltre che Petrucci “abbia munito di nuove e inaspettate risorse finanziarie i comitati regionali che manifestavano pubblicamente di sostenere la sua ricandidatura, come le Marche, l’Abruzzo, la Puglia e la Campania. Mentre alcuni comitati regionali che hanno manifestato adesione a Petrucci non hanno mai ricevuto richiesta di chiarimenti o indagini di carattere amministrativo, contabile e disciplinare, pur in presenza di fatti noti a tutto il movimento del basket italiano. […] Sia chiaro, non si chiede che si agisca contro i rappresentanti di questi comitati, ma si vuol solo far comprendere come sia sufficiente essere concordi con la candidatura del presidente federale Petrucci, per non vedersi contestare alcunché, sebbene esistano situazioni meritevoli almeno di approfondimento”.

Infine: “L’azione dell’organo inquirente e requirente federale si presenta non solo finalizzata agli scopi di Petrucci, ma anche per far capire le sue intenzioni agli altri comitati regionali che hanno appoggiato una candidatura alternativa a quella di Petrucci. Risulta evidente dal quadro fattuale ricostruito che Petrucci, una volta constatato che le sue pressanti richieste non avrebbero fatto cambiare idea sul mancato sostegno elettorale, abbia posto in essere una campagna di persecuzione in danno di chi non condivideva la sua ricandidatura”.

Francesco Manzi

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