Prospetti NBA: Brandon Ingram

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In attesa del draft del prossimo 23 giugno analizziamo i migliori giovani che faranno il loro ingresso nella NBA.

Oggi trattiamo di Brandon Ingram, prodotto dell’università di Duke, che potrebbe essere chiamato alla prima scelta scalzando l’altro contendente Ben Simmons. Nato e cresciuto a Kingston, North Carolina, Ingram si è fatto notare fin dai primi anni ed in particolare da un ex All-Star come Jerry Stackhouse, anch’egli nativo di Kingston, che lo ha allenato e preparato ad alti livelli. Non a caso durante i suoi 4 anni alla Kingston High School entra nella storia dopo aver vinto 4 campionati statali consecutivi con la sua squadra e diventa il primo giocatore del North Carolina a raggiungere tale traguardo. Considerato uno dei migliori prospetti dagli addetti ai lavori nell’aprile 2015 sceglie Duke come prossima tappa del suo percorso. I primi mesi alla corte di Coach K non sono brillanti a differenza di Simmons che nel frattempo gioca a LSU, ma tra dicembre e gennaio inizia la sua ascesa e confeziona prestazioni da campione che gli valgono il titolo di rookie dell’anno nella sua conference e soprattutto la scalata verso la prima posizione al draft. Nel suo anno con i Blue Devils registra 17.3 punti, 6.8 rimbalzi, 1.4 stoppate in 34.6 minuti di media a partita tirando con il 41% dall’arco.

Ennesimo giocatore che rappresenta il basket del futuro, 2.06 metri di altezza che si muovono come una guardia di 1.90 e un fisico atletico ed elastico a cui si aggiunge una buonissima tecnica che hanno già portato Brandon Ingram ad essere paragonato ad un giovane Kevin Durant. La sua velocità soprattutto in partenza è data anche dalla leggerezza del corpo (appena 88 kg) che necessita sicuramente di potenziamento per competere ai piani alti. Per il momento risaltano la sua abilità nell’attaccare il ferro specialmente in prossimità dell’arco e in contropiede, traendo spesso un gioco da tre punti. Nei movimenti senza palla riesce a posizionarsi bene e farsi trovare pronto per sfruttare il tiro da 3, specialità in cui se la cava egregiamente così come riesce anche a crearlo essendo dotato di una buona visione di gioco che gli permette di creare ottimi scarichi sul perimetro. Nel palleggio deve ancora migliorare visto che spesso si fida troppo e forza nelle penetrazioni prendendo cattivi tiri, ma la sua agilità e le sue lunghe leve gli permettono di aggiustare le conclusioni a canestro mostrando un notevole controllo del corpo. Quando attacca il ferro manca di esplosività che gli consentirebbe di eludere la difesa schierata, ma se riesce a batterla in velocità si porta a casa il ferro. Inoltre ha mostrato buoni sprazzi in post e nel tiro in fadeaway. Il suo fisico alto e veloce con braccia infinite gli consente di essere competente anche in difesa, sia sul perimetro dove contiene discretamente l’avversario, sia dentro l’arco contro giocatori più fisici.

Brandon Ingram ha ancora da migliorare il suo repertorio ma come ha dichiarato il suo allenatore a Duke, ha appena accennato il suo miglior basket, e d’altronde il ragazzo deve ancora compiere 19 anni…Rappresenta sicuramente uno dei migliori prospetti di quest’anno e un giocatore potenzialmente indispensabile per un team NBA data la sua versatilità fisica e tecnica. Premettendo che i Sixers sono piuttosto sazi nel reparto lunghi e Philadelphia dovesse ottenere la prima scelta come da pronostico le probabilità di vedere Ingram stringere la mano per primo al commissioner Adam Silver sarebbero molto alte.

Redazione BasketUniverso

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