Prospetti NBA: Jakob Poeltl

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In attesa del draft del prossimo 23 giugno che si terrà presso il Barclays Center di Brooklyn, vediamo alcuni dei migliori prospetti che faranno il loro ingresso nella lega più ambita al mondo.

Oggi ci concentriamo su una futura star europea, prodotto dell’università di Utah e il suo nome è Jakob Poeltl. Dopo aver iniziato la sua carriera cestistica nella Bundesliga austriaca, il 20enne nato a Vienna inizia a farsi notare in occasione degli europei under 28 del 2013 in Macedonia a cui presenziò in veste di scout Andy Hill, assistente degli Utes di Utah; dopo aver osservato le brillanti prestazioni del giovane centro austriaco nonostante il suo team non avesse raggiunto ottimi risultati durante il torneo, ci fu un forte interesse a trascinarlo verso il college. Poeltl decise di prendere questo treno e cominciare la sua avventura negli Stati Uniti, apprezzando soprattutto il fatto che il coach di Utah Larry Krystkowiak, ex lungo NBA, sia stato uno dei pochi ad andare in Austria per reclutarlo di persona e avere l’occasione di essere allenato da uno specialista nell’allenare i cosiddetti big men. Nel 2014 entra così a far parte del team degli Utes conquistando presto un posto da titolare per poi esplodere durante l’ultima stagione, diventando il miglior centro del campionato NCAA con il Kareem Abdul Jabbar Award e miglior giocatore della Pac-12 conference, registrando 17.2 punti, 9 rimbalzi e 1.6 stoppate di media a partita. Le sue prestazioni contribuiscono in maniera significativa a guidare Utah al torneo NCAA, anche se in seguito la squadra verrà eliminata a sorpresa da Gonzaga al secondo turno. Il 13 aprile Poeltl prende la decisione di unirsi ai candidati eleggibili per il draft NBA, fra cui risulta il giocatore più alto.

Prototipo del centro vecchia scuola, questo atleta di 2.16 metri possiede qualità ed efficacia sotto canestro come nessuno in questi ultimi draft. Potenzialmente un dominatore d’area piccola grazie alla sua velocità di movimento e coordinazione insoliti per la sua stazza a cui aggiunge dei fondamentali invidiabili. Offensivamente possiede un vasto repertorio nel gioco vicino al ferro: strepitoso spalle a canestro dove si destreggia egregiamente nello sfruttare il piede perno e il tabellone eludendo abilmente il difensore con ottima coordinazione del corpo; le mani veloci ed educate gli permettono facili conclusioni in layup o in semi gancio, oppure uno scarico intelligente per un compagno. Risulta positivo anche in situazione di pick and roll, abilissimo dopo il blocco a farsi rovare pronto a ricevere e a puntare il ferro mettendo nell’eventualità straordinariamente bene palla per terra e bruciare l’avversario. Prezioso istinto e bravura a rimbalzo grazie anche alle lunghe leve, inoltre corre bene lungo il campo in fase di transizione da cui può ricevere e trovare una prepotente schiacciata. Questo mix di qualità tecnica e versatilità in attacco per un lungo sono fondamentali nel basket, soprattutto in quello americano dominato dall’atletismo. Andando a cercare una pecca non troppo trascurabile in fase offensiva si nota la mancanza di un tiro piazzato, fattore determinante nel gioco attuale, ma la sua grande efficacia in post compensa per ora questa lacuna in un ragazzo di soli 20 anni che può solo migliorare. Difensivamente se la cava discretamente grazie ai suoi centimetri e alla sua bravura nello sfruttare il corpo, ma spesso fatica a contenere l’uomo anche a causa del suo peso (108 kg) che per un giocatore del genere può penalizzare non poco ai piani alti contro atleti possenti ed esplosivi. Inoltre molti preferirebbero vedere più tenacia in lui soprattutto durante i contatti e in protezione del ferro, una miglioria che, insieme a qualche chilo in più, lo porterebbe ad essere un ottimo difensore viste le buone basi acquisite negli anni.

Jakob Poeltl rappresenta sicuramente una scelta importante che dovrebbe rientrare fra le prime 10, tenendo conto che un giocatore con queste caratteristiche tecniche e fisiche, buona mentalità ed etica del lavoro, farebbe gola a molti allenatori e costituisce un innesto fondamentale e potenzialmente risolutivo per non poche franchigie NBA zeppe di giocatori atletici ma poco propensi alla tecnica. Il prodotto di Utah sarebbe sicuramente utile fin da subito in squadre in fase di ricostruzione che vantano un buon ambiente di lavoro in cui Poeltl è destinato a divenire una futura stella del parquet.

Redazione BasketUniverso

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