Road to the Draft: Darius Garland, il miglior prospetto della storia di Vanderbilt

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Darius Garland, figlio d’arte di Winston Garland, ex NBA passato anche per la Benetton Treviso, è un playmaker classe 2000, freshman del college di Vanderbilt, università statale di Nashville. Il giovane Garland ha deciso ufficialmente di fare il suo ingresso nella NBA nel giorno stesso del suo diciannovesimo compleanno, requisito minimo per entrare nella lega.

Purtroppo c’è poco da dire sulla sua attuale stagione da freshman: il giocatore ha subito un importante infortunio al menisco ad inizio anno, dopo appena 5 partite giocate per il suo nuovo college. In queste poche gare ha comunque fatto vedere di essere il giocatore che ci si aspettava, viste le ottime prestazioni per la Brentwood Academy, liceo situato nel Tennessee. Il sindaco di Brentwood ha addirittura indetto il “Darius Garland Day” in suo onore, segno di grande orgoglio nei confronti del giovane All-American. Garland ad inizio stagione ha dimostrato di avere un ottimo potenziale, tanto da mantenere una posizione nella Top 10 per il prossimo Draft, nonostante il grave infortunio. In queste 5 partite ha tenuto le seguenti statistiche: 16.2 punti, 3.8 rimbalzi e 2.6 assist.

Darius Garland si può descrivere come un realizzatore insaziabile, capace di penetrazioni nel traffico, layup da circo e un’ottima abilità di tiro. È in grado di creare ottimi tiri per sé stesso e per i compagni, avendo una buona visione in campo ed un’intelligenza tattica impressionante per la sua età. La prima caratteristica che salta all’occhio guardando giocare il play di Vanderbilt è sicuramente l’agilità: Garland offre un ball handling che in pochi sono in grado di seguire e difendere, grazie alla velocità del palleggio. Con queste caratteristiche il classe 2000 non può che essere un maestro del pick and roll, potendo sfruttare il blocco a suo piacimento, soprattutto come alibi per un palleggio arresto e tiro infallibile dalla media. Altro fattore importante è la velocità del ragazzo che, in fase di transizione, può fare veramente la differenza. Dal perimetro invece ha mostrato buone qualità, tirando con il 47.8% e segnando 2.2 triple a partita.

Garland, durante alcune interviste, ha imposto a sé stesso l’obbiettivo di migliorarsi sotto il punto di vista della leadership, caratteristica fondamentale per un playmaker, che in campo deve comunicare con i propri compagni, al fine di garantire la coesione del team. Oltre al lavoro che dovrà fare dal punto di vista mentale, Garland dovrà lavorare duramente in sala pesi, per aumentare la propria massa muscolare: ad oggi infatti il ragazzo risulta essere piuttosto fragile per la fisicità della NBA, con i suoi soli 79 kg. Questa lacuna diventa importante dal punto di vista difensivo, dove Garland non offre versatilità sui cambi in difesa.

Darius Garland ha dichiarato più volte di ispirarsi allo stile di gioco di Stephen Curry e Kyrie Irving, ma per caratteristiche tecnico/tattiche sembra somigliare di più a Damian Lillard per la capacità di costruirsi tiri e la velocità di esecuzione. Il ragazzo rappresenta per il college di Vanderbilt il miglior prospetto della sua storia, chissà se anche a Nashville verrà indetto un “Darius Garland Day”.

Matteo Carnevali

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