Siamo quasi al termine della settimana della Hall of Fame, al termine della quale la classe di quest’anno, compresi quindi Shaquille O’Neal, Yao Ming e Allen Iverson, verrà introdotta nell’Olimpo della pallacanestro. Ovviamente questo è motivo di grande risalto per i tre campioni ormai da tempo ritirati: Shaq è ancora in circolazione come membro della TNT Crew in televisione, ma Yao ed AI sono quasi spariti dai radar americani.
Ancora una volta, però, del fantastico trio che ha dominato la prima metà dello scorso decennio a rubare la scena è stato proprio O’Neal. Forte della sua esuberante e scherzosa personalità, l’ex Magic e Lakers si è lasciato andare ad una serie di interviste, alcune serie ed alcune meno. Tra queste anche quella rilasciata a The Vertical, il podcast di Adrian Wojnarowski, un paio di giorni fa a proposito della propria carriera e di eventuali rimpianti:
Ho giocato solo al 30% delle mie vere potenzialità. Ho avuto una grande carriera, ma non ho mai avuto la possibilità di mostrare quel che so fare. Questo perché mi raddoppiavano o triplicavano subito, dovevo dominare, dominare, dominare vicino a canestro. Ero capace di allontanarmi, girare intorno ai difensori, dribblare, ma non ho mai potuto dimostrarlo. Dovevo concentrarmi sull’essere il giocatore più potente e più dominante mai visto in questo sport.
Rimpianti? Il mio unico rimpianto è aver perso quasi 200 partite a causa di infortuni mentre stavo tenendo 25 punti di media. Sono altri 5000 punti che ho lasciato sul tavolo. Mi avrebbero portato al secondo posto nella classifica marcatori All-Time, e più in alto in altre statistiche. Ho avuto molti infortuni fastidiosi: operazioni al ginocchio, infortuni all’alluce e la mia mano si è rotta per due volte a causa di falli troppo duri. Se perdi 200 partite, con una media di 25 punti, sono 5000 punti da aggiungere. Questo mi dispiace molto.
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