Storie tese in casa Atlanta Hawks tra i due “leader” Trae Young e John Collins

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La stagione degli Atlanta Hawks non è iniziata nel migliore dei modi: la franchigia, che molti si aspettavano potesse essere una outsider ad Est, ha al momento un record di 4-4 ed arriva da 3 sconfitte consecutive contro Cleveland, New York e Charlotte, sulla carta formazioni non certo irresistibili.

Come riportato da The Athletic, dopo il KO contro i Knicks, arrivato in seguito ad una rimonta avversaria da -15, ci sarebbero state anche tensioni interne agli stessi Hawks, in particolare tra John Collins e Trae Young, coloro che negli scorsi 2 anni erano stati i migliori giocatori della franchigia e quindi anche leader dello spogliatoio. Durante una seduta video Collins, che solo poche settimane fa aveva rifiutato il rinnovo puntando alla free agency della prossima estate, avrebbe sollevato parecchie perplessità sull’attacco di Atlanta, in particolare sul fatto che sia troppo incentrato sul compagno. Ovviamente il lungo vuole portare anche acqua al suo mulino, probabilmente pensando di meritare più spazio che di conseguenza gli consentirebbe anche di chiedere più soldi in sede di trattativa tra qualche mese. “Trae rimane mio fratello nonostante tutto” avrebbe detto Collins via messaggio ai giornalisti di The Athletic sulla situazione.

Nello scambio citato, Young non avrebbe comunque risposto a Collins davanti a tutta la squadra, tuttavia il playmaker sarebbe “fortemente in disaccordo” con le affermazioni del compagno. Nella discussione, ma in separata sede, sarebbe rientrato anche Clint Capela, il quale avrebbe condiviso la propria esperienza vissuta a Houston con un litigio simile tra Dwight Howard e James Harden, quando il primo chiedeva maggiore coinvolgimento nel gioco e il secondo non sembrava intenzionato a concedere i suoi possessi ad altri.

Un intervento per ora risultato inutile, vista la successiva sconfitta contro Charlotte. Forse anche un po’ provocatoriamente, alla luce di questi retroscena, Young contro gli Hornets ha preso solo 9 tiri dal campo (in questa stagione di media ne sta prendendo 17 e nella scorsa quasi 21) segnando 7 punti, la prima prestazione offensiva in singola cifra dal novembre 2019 per lui. “Non volevo forzare troppo. Loro difendevano duro, così mi allontanavo dalla palla. Volevo che tutti fossero coinvolti nelle giocate” le parole di Young dopo la partita, che a questo punto sono facilmente interpretabili come un messaggio anche ai propri compagni. Nel suo articolo, The Athletic sottolinea anche come durante un timeout nella partita contro Charlotte, probabilmente vedendo il compagno scontento, Collins abbia provato a consolarlo mettendogli una mano intorno alle spalle e dandogli qualche pacca di incoraggiamento, gesto completamente ignorato da Young che invece si è semplicemente allontanato senza dire nulla.

Da segnalare ci sarebbe poi anche un rapporto non semplicissimo tra Young e coach Lloyd Pierce, secondo diverse fonti “sconnesso” e da tenere sotto la lente di ingrandimento per il futuro. Tuttavia Young non sarebbe l’unico scontento del lavoro dell’allenatore: i commenti di Pierce sulla “mancanza di energia e di spirito competitivo” fatti davanti ai giornalisti sia in questa che nella scorsa stagione sarebbero infatti stati percepiti male da parte dello spogliatoio.

Francesco Manzi

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