Tavecchio: dimmi che non è v(n)ero!

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Tavecchio e Sterling

Le vedete queste due persone? Sono Carlo Tavecchio e Donald Sterling,rispettivamente presidente della FIGC e ex owner dei Los Angeles Clippers. In comune hanno la passione per lo sport,una carta d’identità non più cosi nuova e purtroppo poca simpatia (mettiamola cosi) per le persone di colore.
Quando nel mese d’aprile saltò fuori il “caso Sterling” e, dopo qualche settimana, il suo allontanamento definitivo dal mondo NBA,subito pensai:”Un provvedimento cosi importante e dal grande impatto sociale,in Italia non avverrà mai”. Ora non sono sicuramente un indovino ,ma alla luce dei fatti potrei iniziare a pensarlo.
25/07/2014,ore 19,Carlo Tavecchio in conferenza stampa presenta la sua candidatura a presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio e dichiara testuali parole:”…. invece noi in Italia diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così…”. Istantaneamente ho pensato che una dichiarazione del genere avrebbe messo K.O. anche il miglior Muhammad Ali,ma l’undici agosto c.m. Carlo Tavecchio è stato nominato presidente della FIGC con il 63,3% delle preferenze.
C’era ben più di un motivo per non eleggere una persona condannata a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d’ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7 000 euro(fonte Wikipedia),ma in Italia negli ultimi anni funziona la regola del “se peggio fai,meglio sei”.
Il segnale dato dal Commissioner Adam Silver alla NBA,al mondo dello sport e a tutte quelle persone che ancora credono nelle differenze del colore della pelle,doveva essere un segnale da recepire e utilizzare sia nel mondo dello sport che in qualsiasi altro campo. In Italia no,noi la prendiamo quasi a ridere,noi eleggiamo una persona che ha mostrato il suo essere razzista piuttosto che allontanarla e “ghettizzarla”. Sia in NBA che nella nostra serie A di calcio girano una quantità esorbitante di contanti,ma ciò che sorprende è come in America i soldi,il potere ecc. passino in secondo piano quando di mezzo ci vanno valori e buon senso,mentre in Italia continuiamo a giustificare comportamenti inammissibili da persone che fanno male a tutti i valori sani che lo sport può e deve trasmettere.

Redazione BasketUniverso

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