Torneo di Skopje: Italbasket in ascesa nonostante le polemiche esterne

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L’Italia c’è. Con questa breve ma netta affermazione si può riassumere il torneo di Skopje che la nostra Nazionale, con tre vittorie in tre partite contro Montenegro, Macedonia e Polonia, si è meritatamente aggiudicata. Un segnale confortante lanciato dagli uomini di Pianigiani in attesa dei veri impegni che li attendono a breve. Il 13 agosto infatti, contro la Russia in quel di Mosca, ci sarà la prima partita di qualificazione ad Euro 2015 , non certamente il più agevole degli impegni sia per qualità dell’avversario che per importanza della posta in palio. L’Italia non può infatti permettersi di rimanere esclusa dalla prossima manifestazione continentale e perdere di nuovo la possibilità di rientrare in pianta stabile nell’ élite del basket mondiale. Petrucci e Datome a parole non sono stati molto cauti visto che hanno dichiarato come l’obiettivo sia l’approdo all’Olimpiade di Rio del 2016. Obiettivo che è lecito definire impresa per una Nazionale che non riesce ad entrare fra le prime quattro d’Europa dal lontano 2003 con il bronzo finale che fu chiave d’accesso per la fantastica olimpiade greca. Undici anni sono passati e nonostante giocatori volati oltreoceano, cambi tecnici e dirigenziali, di risultati se ne sono visti pochini. Poco meno di un anno fa una truppa azzurra quasi improvvisata rischiò di farci assaporare l’impresa, salvo poi tornare a mani vuote dopo le batoste con Ucraina e Serbia. Ecco perché, sempre con i piedi di piombo, dobbiamo cercare di sorridere e di accontentarci di fronte questi risultati di mezza estate, in attesa di vivere un altro mondiale da spettatori disinteressati.

Da leader a Milano a leader in Nazionale il passo è breve per Alessandro Gentile

Una cosa bisogna ammetterla: Simone Pianigiani ha forgiato e cementato un gruppo unito e coeso, un gruppo di “cagnacci” come amano definirsi tra loro Datome e compagni. Nonostante le assenze dei membri più rappresentativi infatti, c’è un nocciolo di giocatori che parte dallo stesso capitan Datome e arriva fino agli Aradori, ai Cusin, ai Gentile, ai Poeta, ai Cinciarini e così via che, dalle vittoriose qualificazioni ad Euro 2013, dimostra attaccamento alla maglia, affiatamento reciproco e soprattutto,  sforna buone prestazioni sul campo. Un gruppo capace di accogliere i suoi campioni saltuari come Bargnani, Belinelli e Gallinari e le nuove leve emergenti come Della Valle, Pascolo, Cervi e Stefano Gentile. Di questo gruppo originario Daniel Hackett era uno dei fulcri: determinante nelle qualificazioni di due anni fa, dopo una stagione da protagonista assoluto a Siena l’Europeo sloveno doveva essere un definitivo trampolino di lancio invece, sappiamo come è andata a finire. Queste nuove qualificazioni dovevano rappresentare un occasione di riscatto ma, senza dilungarci troppo in argomenti già triti, ci limitiamo a dire che anche questo tentativo è naufragato. Eravamo già pronti a rammaricarci per una Nazionale disturbata e dilaniata da queste polemiche invece il gruppo ha fatto ancora una volta la differenza, chiudendosi a ricciolo su sé stesso e concentrandosi solo ed esclusivamente sul parquet.

Gigi Datome, un ottimo capitano dentro e fuori dal campo

Per questa ragione la vittoria nel torneo di Skopje vale molto, perché ci dimostra come questa squadra abbia raggiunto un grado elevato di maturità, indipendentemente dai giocatori che ne fanno parte. Una squadra che ha in Datome, Aradori ed Alessandro Gentile i suoi leader riconosciuti. Il primo ha giocato tre partite di egual spessore, dimostrando come la muffa e la ruggine accumulate nella sua stagione americana si siano facilmente scrollate di dosso; il secondo ha trascinato i suoi nella tirata vittoria col Montenegro della prima partita (86-84) con ben 34 punti, per poi concedersi una partita di riposo nell’ultimo match con la Polonia. Contro i bianco-rossi però, domati con il punteggio di 73 a 65, si è rivisto uno smagliante Alessandro Gentile che si era aggregato più tardi al resto dei compagni vista la lunga e prolifica stagione milanese. Nel mezzo, l’affermazione per 56 a 63 contro i padroni di casa della Macedonia, una partita che ha messo in evidenza sia pregi che limiti della ciurma azzurra. Fra i primi possiamo evidenziare una discreta tenuta difensiva e buona capacità di gestione del vantaggio, oltre a dei momenti più che positivi in attacco soprattutto quando la mira del tiro da fuori funziona a dovere. Fra i secondi inseriamo la solita poca consistenza fisica di cui risentiamo molto a rimbalzo (ma giocatori grossi a sufficienza non si possono certo fabbricare) e lapsus piuttosto lunghi in entrambe le metà campo, specialmente in quella offensiva. L’Italia è un team che ha bisogno ancora di trovare continuità nell’arco dei 40 minuti di gioco; basti pensare ai soli 4 punti messi a segno nell’ultima frazione con i macedoni. Nonostante ciò, coach Pianigiani, ormai abituato ad assenze illustri, sembra in grado di riuscire a trovare sempre nuove risorse sia in chiave giocatori che in chiave di gioco. Pascolo, Della Valle e Stefano Gentile si stanno dimostrando all’altezza della situazione ed i primi 2, assieme a Poeta, Luca Vitali e Datome, hanno convinto molto nell’ultima sfida contro la Polonia nella versione del “quintetto piccolo” proposta dall’ex tecnico di Siena.

Pascolo si sta dimostrando un’ottima risorsa per questa Nazionale

Le soluzioni, le modalità, la stoffa, i giocatori ed il carattere per fare bene ci sono e stanno venendo fuori. Ora a Trieste, il quadrangolare con Canada, Serbia e Bosnia sarà un ulteriore gradino sul quale non inciampare ma continuare una risalita che permetta alla nostra Nazionale di proseguire il suo cammino verso il ritorno al successo, aldilà dei problemi provenienti dall’esterno. Al popolo cestistico italiano manca da morire un Italbasket che torni ad essere spettacolare, vincente e protagonista ad alti livelli.

Bernardo Cianfrocca

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