Trento-Bologna: la sala stampa di Buscaglia e Ramagli

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TRENTO: MAURIZIO BUSCAGLIA

“Ovviamente siamo soddisfatti della bella vittoria, non è facile recuperare 18 punti a questa squadra in un momento così e tra l’altro in così poco tempo; noi alla fine dei primi due quarti dovevamo insistere sulle cose che stavano riuscendo, come dare la palla dentro, e crescere complessivamente. Abbiamo subito 45 punti, un po’ troppi, ma non stavamo facendo una cattiva partita, ho detto ai ragazzi che tante cose sia individualmente che di squadra sarebbero andate a posto; negli ultimi due minuti del terzo quarto non abbiamo abbassato la guardia pur essendo sotto, negli ultimi 10’ il cambio in difesa ha dato consistenza e controllo, ha girato il pallino e siamo riusciti a prendere fiducia offensivamente: abbiamo fatto un gran ultimo quarto”.

 

BOLOGNA: ALESSANDRO RAMAGLI

Ramagli

“Dispiace soprattutto perché siamo stati davvero competitivi, ma in certi momenti abbiamo sbandato, quando non avremmo dovuto. Non cerchiamo scuse, ma non ci ha certo aiutato l’assenza di Stefano Gentile. Abbiamo dovuto improvvisare alcune cose, e siamo arrivati in fondo con difficoltà. A fine terzo quarto abbiamo subito un 7-0 evitabile, e nel momento peggiore della partita abbiamo perso palloni sanguinosi. Gli episodi a favore li ha portati a casa la squadra che si è mostrata più squadra, che ha avuto i nervi saldi: Trento è già una squadra, lo sapevamo, noi torniamo a casa senza un risultato che ci avrebbe dato morale”.

Nessuna scusa da cercare, appunto. La Virtus Segafredo ha fatto la sua gara nel bene, per quasi mezz’ora, e nel male.

“Abbiamo sbandato da soli, e in quei momenti avremmo dovuto tenere in difesa. Ci servono chilometri, ancora, penso che abbiamo sinceramente buttato questa partita, davanti a una semplice zona che peraltro ci aspettavamo, ma il tempo per preparare l’attacco era poco. Però, non raccontiamo favole: abbiamo fatto una grande partita, non una gara mediocre. Ed è finita così perché c’è un processo di crescita ancora da chiudere”.

Una chiave di lettura anche per l’antisportivo fischiato a Slaughter nel finale.

“Gli arbitri hanno arbitrato con molta chiarezza. In questa ultima situazione, Marcus ha colpito perché l’obiettivo era questo, e ce lo eravamo detto nel timeout. Non ha sentito il fischio, cos’ ha reiterato l’azione. Fosse arrivato prima quel fischio, non sarebbe stato antisportivo. Ma non c’è nessuno da colpevolizzare, non il giocatore e nemmeno l’arbitro. E’ una regola a cui dobbiamo fare l’abitudine, anche se penso che negli ultimi due minuti di gioco un antisportivo andrebbe valutato in modo diverso. Ma non è per questo che abbiamo perso la partita: ho risposto a una domanda, altrimenti non ne avrei nemmeno accennato”.

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