Bernard Christmas King

Unstoppable: Long live to the Christmas King

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Ritorna la rubrica Unstoppable che, in occasione delle feste incombenti, questa settimana non poteva che essere a tema Natalizio. Oggi ripercorreremo insieme le gesta di un giocatore tanto talentuoso, quanto sfortunato ma che, esattamente 30 Natali fa, fu capace di incantare il Madison Square Garden con qualcosa di straordinario. Ladies and gentlemen, ecco a voi sua altezza reale Bernard King e i suoi 60 punti nell’NBA Christmas Day del 1984.

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La nostra storia, però, parte circa 28 anni prima del 25 Dicembre 1984 e più precisamente nel 1956. Già perché, prima di dedicarci alla partita vera e propria, è doveroso rendere omaggio al giocatore spendendo qualche riga che ci aiuti a capire meglio chi fosse questo straordinario personaggio.

La storia di Bernard King, The Christmas King

bernardcollegeBernard King nasce il 4 Dicembre del 1956 a Brooklyn, New York da una famiglia di predestinati (anche il fratello minore Albert diventò un giocatore professionista e, dopo alcune esperienze in NBA, sbarcò in Italia nel 1989 con la maglia dell’Olimpia Milano). Dopo essersi imposto a livello scolastico con il liceo Fort Hamilton, Bernard decide di uscire dallo stato di New York, accettando nel 1975 la proposta dell’università del Tennessee. Con i Volunteers, King gioca per tre anni nei quali vince per 3 volte il titolo di miglior giocatore della conference e col quale mette insieme delle medie pazzesche grazie alle quali sale alla ribalta nazionale. Al termine del suo terzo anno, Bernard decide di rendersi eleggibile al draft.

kingvsbostonLa chiamata è alta e, con la settima pick del primo round, King viene selezionato dai New Jersey Nets.
L’impatto con la lega è di quelli che non passano inosservati. Bernard nella sua stagione da rookie mette insieme cifre da vero all-star: 24.2 punti e 9.5 rimbalzi. Medie che però non bastano per vincere il premio di matricola dell’anno, soffiatogli da Walter Davis. Dopo due stagioni in maglia Nets, passa prima da Utah e poi da Golden State, prima di sbarcare nella sua città natale: New York. King arriva nella grande mela nella stagione 1982-83 e qui entra nell’olimpo dei giocatori NBA.

Nella stagione 1983-84 Bernard riporta nei radar NBA prestazioni che non si vedevano da oltre 20 anni. Difatti, tra il 31 gennaio e l’1 Febbraio 1984, King mette insieme due prestazioni consecutive al di sopra dei 50 punti. La stagione successiva è poi quella della consacrazione. King vince la classifica dei marcatori, facendo registrare 32.9 punti a partita e regala ai posteri una prestazione da record destinata a durare negli anni.

I 60 punti nella notte di Natale

Al Madison Square Garden arrivano i New Jersey Nets, ex squadra di King e franchigia dove gioca suo fratello Albert che però, a causa di un infortunio, è costretto ad assistere al match da spettatore. La stagione di New York, nonostante le super prestazioni di Bernard non è partita benissimo: 12W-19L. Stessa situazione anche in casa Nets: New Jersey ha vinto solo 12 delle 29 partite disputate. Nonostante i record negativi, le due squadre sono pronte ad onorare la rivalità territoriale dandosi battaglia.

Si capisce subito che sarà la serata di King. Il giocatore porta a spasso tutta la difesa avversaria sfruttando il suo gioco spalle a canestro e irride i difensori pronti al raddoppio con dei pregevoli scarichi. I suoi compagni al termine del primo tempo fanno in pratica da spettatori non paganti perché, dei 64 punti segnati da New York, 40 sono di Bernard. All’intervallo i Knicks sono sopra 64 a 54.

Inizia il secondo tempo e i Nets, nonostante tutto, rimangono a contatto grazie a Michael Ray Richardson e Mike Giminski. Dall’altra parte Bernard King continua a martellare dal post e le due squadre arrivano a 5 minuti dal termine sul punteggio di 106-105. New York però proprio sul più bello si scioglie, anche perché è incapace di fornire un’alternativa offensiva credibile al numero 30. I Nets prendono in mano le redini del match aprendo un parziale di 12-0. Nonostante un ultimo e disperato tentativo di King di raddrizzare la gara, i Nets vincono per 114-120.

A fine partita Bernard dichiara: “Avrei preferito segnare dieci punti, ma vincere la gara”.

Malgrado la sconfitta, Bernard “Christmas” King entra comunque nella storia. Aggiunge 20 punti ai 40 segnati nei primi due quarti, chiude a quota 60, con 7 rimbalzi e 5 assist e tira con percentuali pazzesche: 19/30 dal campo (63%) e 22/26 ai liberi (84%).

La fine della carriera di King

La stagione successiva però Bernard King subisce un terribile infortunio. Il giocatore si spacca il crociato anteriore del ginocchio destro e salta tutta la stagione 1985-86 e anche quasi tutta quella 1986-87, al termine della quale chiede ai Knicks di essere ceduto data l’esplosione del giovane Pat Ewing. I Bullets lo mettono sotto contratto e Bernard riesce comunque sempre a trovare una via per arrivare al canestro. King nonostante l’età e gli acciacchi, ritorna nel 1991 ad essere convocato anche all’All-Star Game, al quale prende parte partendo nel quintetto base.

Quando tutto sembrava essersi sistemato, ecco arrivare un altro stop. Un’altra operazione alle ginocchia, questa volta di rimozione delle cartilagine, lo costringe a saltare tutta la stagione 1991-92, al termine della quale King viene tagliato dai Bullets. Il giocatore torna ai Nets, che 15 anni prima lo avevano fatto debuttare nel basket professionistico. King, martoriato però dal dolore alle ginocchia, gioca solo 32 partite segnando 7 punti di media e nel 1993 prende la decisione di ritirarsi, chiudendo così una carriera straordinaria, nella quale il giocatore è stato in grado di reinventare il suo gioco dopo il terribile infortunio subito. Non ci resta quindi che dire:

LONG LIVE TO THE CHRISTMAS KING.

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Gabriele Galbiati

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