Unstoppable: quando T-Mac sconfisse gli Spurs in 35 secondi.

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In occasione del decennale dei 13 punti in 35 secondi di Tracy McGrady, vogliamo lanciare la nostra nuova rubrica “Unstoppable” che racconterà a cadenza bisettimanale le prove di quegli atleti che da soli sono riusciti a cambiare il corso di intere partite. Ovviamente oggi non potevamo che iniziare con “The big sleep“.

Tracy McGrady vs San Antonio Spurs:

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Prima di passare all’analisi della gara vera e propria facciamo un piccolo flashback per riuscire a contestualizzare un po’ meglio questo vero e proprio miracolo sportivo.

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Cuttino Mobley e Steve Francis in maglia Rockets

T-Mac dopo essersi consacrato come uno dei migliori giocatori dell’intera lega con gli Orlando Magic, arriva in Texas nel Giugno 2004 grazie ad una trade che porta in FloridaCuttino Mobley, Steve Francis e Kelvin Cato mentre manda nella terra “dove tutto è più grande”, oltre al già citato McGrady, anche Juwan Howard, Tyronn Lue e Reece Gaines. La squadra, guidata da Jeff Van Gundy, nonostante l’aggiunta di due All Star (già perché anche Howard fu All Star nel 1996) e la presenza di Yao Ming però stenta a decollare e, dopo poco più di un mese e mezzo di stagione regolare, si trova con un record negativo di 8-11. Per aggravare ancor di più la situazione, il 9 Dicembre arrivano al Toyota Center i San Antonio Spurs (che quell’anno poi vinceranno l’anello) primi in classifica ad ovest con un record di 16-4 e con il trio Duncan-Ginobili-Parker al top della forma.

L’esito della gara sembra quindi già scritto ma, a dispetto delle posizioni in classifica, sono proprio i padroni di casa a cercare di prendere il controllo della gara toccando addirittura il +10 ad inizio secondo quarto. Proprio sul massimo vantaggio Houston, San Antonio riesce a scrollarsi di dosso le incertezze iniziali e, guidata dal solito Tim Duncan (26 punti, 18 rimbalzi e 7 stoppate a fine gara per lui) gli ospiti si rifanno sotto. La gara nella parte centrale si gioca sul filo dell’equilibrio e se da una parte i Rockets ripongono in Yao Ming gran parte dei possessi offensivi (il cinese chiuderà il match con 27 punti e 10 rimbalzi) dall’altra parte gli Spurs trovano punti importanti dalle mani di Devin Brown. Il derby texano sembra quindi incanalarsi verso un finale punto a punto ma, proprio nell’ultima frazione di gara, San Antonio trova le energie necessarie per aprire un parziale di 15-2 che porta i nero-argento sul 73-62 con 2.54 ancora da giocare. Il parziale Spurs pare aver tagliato le gambe a Houston, che non da segni di ripresa fino all’ultimo minuto di gara, quando con 44 secondi da giocare e col punteggio di 76-68, sale in cattedra “The big sleepche decide di trasformare la discreta gara sin li da lui disputata (20 punti), in qualcosa di straordinario.

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T-Mac in totale estasi dopo una tripla

A 36 secondi dal termine T-Mac si alza dalla linea dei 7.25 e accorcia le distanze con la seconda tripla della sua serata, a cui San Antonio risponde coi due liberi di Devin Brown: 78-71. Si ritorna nella metà campo Spurs e McGrady dopo aver sfruttato un blocco, con una finta fa saltare Tim Duncan e spara la tripla. Risultato? Canestro + fallo e gioco da 4 punti servito: 78-75. Dall’altra parte gli Spurs allungano di nuovo con altri 2 liberi di Duncan per l’80-75 sul quale Jeff Van Gundy chiama timeout. Ritornati in campo, sulla rimessa a ricevere palla c’è ancora lui: McGrady a cui però si francobolla subito l’allora miglior difensore della lega: Bruce Bowen. Nonostante la difesa asfissiante del numero 12 Spurs (quasi al limite della legalità), il numero 1 Rockets piazza la sua quarta tripla della notte facendo tornare i suoi a meno di un possesso di svantaggio per l’80-78. Popovich nero in viso decide quindi di chiamare timeout per spezzare il ritmo degli avversari ma la storia non cambia. Sulla rimessa Spurs, Devin Brown, sino a quel momento praticamente perfetto, riceve palla ma, dopo soli 2 palleggi, scivola perdendone il controllo. Chi la recupera? Sempre lui, “The big sleep” tutt’altro che addormentato che si precipità nella metà campo avversaria e nonostate 4 uomini su di lui trova comunque lo spazio per alzarsi da dietro la linea dei 3 punti con la solita eleganza del campione. Risultato? C’è proprio bisogno che ve lo dica? 80-81 per i Rockets. Gli Spurs avrebbero anche il tiro della vittoria con 1.7 secondi da giocare, ma gli Dei del basket quel giorno avevano già deciso l’esito di quella gara e la preghiera lanciata da metà campo da Tony Parker non trovò ascolto, consegnando così la vittoria a Houston.

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McGrady attorniato dai compagni di squadra esultanti dopo la vittoria.

 

Gabriele Galbiati

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