Warriors-Trump, è scontro: il presidente annuncia il ritiro dell’invito alla Casa Bianca

NBA News

Per la prima volta, probabilmente, la squadra campione NBA non farà visita alla Casa Bianca: già nelle settimane successive alla vittoria delle Finals infatti alcuni membri dei Golden State Warriors, tra cui Kevin Durant e Stephen Curry, avevano espresso perplessità su una possibile visita al presidente Donald Trump, per via delle sue idee politiche.

Ieri, durante una conferenza stampa, Curry ha ribadito il concetto con queste parole: “Io non voglio andarci, la mia idea non è cambiata. Un nostro forfait manderebbe un messaggio, che non siamo d’accordo con il nostro presidente, con le cose che ha detto e che non ha detto al momento giusto. Prendere azione e non andare alla Casa Bianca spero possa ispirare dei cambiamenti quando si parla di tolleranza nel nostro Paese. Cos’è accettato e cosa invece si fa finta di non vedere. Non è solo il fatto di non andare, sono le cose che fai per mandare un messaggio. Non credo che questo causerà un miracolo e che tutto cambierà immediatamente, ma dobbiamo farci sentire”.

E in tutta risposta Trump non ha cercato di distendere la tensione, bensì ha annunciato tramite il proprio profilo Twitter il ritiro dell’invito alla Casa Bianca per gli Warriors: “Andare alla Casa Bianca è considerato un grande onore per una squadra vincitrice del trofeo. Stephen Curry sta esitando, quindi l’invito è ritirato!”.

Francesco Manzi

3 thoughts on “Warriors-Trump, è scontro: il presidente annuncia il ritiro dell’invito alla Casa Bianca

  1. Postato da Stefano D’Andreagiovanni: Dave, dimentichi un particolare: in termini assoluti la Clinton ha ricevuto quasi 3 milioni di voti in più … in ogni caso è il sistema stabilito dalla Costruzione USA, quindi va rispettato dai propri cittadini, anche se spiega la spaccatura nel Paese.

    La cosa buffa è che quando ho scritto che Trump è stato votato dalla maggior parte degli americani mi sono detto “probabilmente non è vero, ma vuoi che venga corretto anche su questo?” e mi sono messo a ridere. Sono stato corretto anche su quello. :D

  2. Premetto che apprezzo gli sportivi (e i personaggi pubblici in generale) che non temono di esprimere idee politiche e fare anche proteste eclatanti in opposizione a ciò che ritiene contrario alle proprie idee, sfruttando anche la loro visibilità. Purché siano fatte con intelligenza e non si facciano strumentalizzare.

    Però anche io non condivido affatto questo gesto, parliamo sempre dell’istituzione più importante di un Paese e bisogna rispettare il ruolo indipendentemente dalla persona. Anzi può essere un’occasione per esprimere le proprie preoccupazioni per i suoi pessimi atteggiamenti nei confronti delle minoranze. D’altronde lo incontrano quotidianamente anche esponenti politici che l’hanno spesso criticato pesantemente.

    Dave, dimentichi un particolare: in termini assoluti la Clinton ha ricevuto quasi 3 milioni di voti in più sweat_smile … in ogni caso è il sistema stabilito dalla Costruzione USA, quindi va rispettato dai propri cittadini, anche se spiega la spaccatura nel Paese.

  3. Il problema è che Trump è stato votato dalla maggior parte degli americani, è un particolare che sembra sfuggire a tutti. Di conseguenza la rinuncia a visitare un’Istituzione democratica equivale ad essere politicizzati a propria volta.

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