World City, Miami, Florida

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World City,Miami

Attualmente Miami è il crocevia delle Americhe (detta anche la Capitale),congiunge il Sud con il Nord,il più grande mercato della carne (a buon intenditor,poche parole…),negli ultimi 30 anni ha avuto un incremento globale semplicemente pauroso,con crescite a livelli esponenziali sostanzialmente in quasi tutti i settori commerciali. Città multietnica,sia a livello di lingua che di popolazioni, nel corso della storia si è guadagnata diversi soprannomi, tra i quali ne spiccano due: la città del vizio e la città del mondo, la World City. Seconda città più popolata della Florida, conosce un afflusso considerevole di turisti durante l’inverno, che qui è considerato come alta stagione; in estate infatti, il caldo è soffocante. Nei mesi invernali, la maggior parte degli americani viene qui per godersi il caldo, mentre il resto degli Stati Uniti è in preda al gelo. Soprannominata anche “Miami Vice”,negli anni ottanta (e non solo) fu un punto di transito della droga proveniente dalla Colombia e dalla Bolivia. L’industria della cocaina assunse proporzioni considerevoli, e parallelamente la città conobbe un’escalation di violenza e un tasso di criminalità tra i più alti negli Stati Uniti. La città ha dato ispirazione alla famosa serie di videogiochi “Grand Theft Auto”, appunto ambientata a “Vice City”, la città del vizio.

Inutile dirvi quali sono i luoghi che caratterizzano la città,si passa dall’Università fondata nel 1925(chiamata The U) al Parco nazionale delle Everglades (area protetta,Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO),ma il vero cuore sono le spiagge,rinomate in tutto il mondo. Sono proprio come nei film: piene di surfisti, gente in rollerblade (senza sottovalutare lo skateboard) e ragazze mozzafiato. Il sole della Florida, poi, rende la gente calda ed ospitale,il che permette anche ai turisti di socializzare con le persone del posto.

Ma ora diamo un’occhiata al passato sportivo della città,che può vantare sui Miami Dolphins nell’NFL,sui Florida Panthers nell’NHL,sui Miami Marlins nell’MBL e sui famosissimi Miami Heat nell’NBA.

NFL-Miami Dolphins

Partiamo con la squadra di football americano,che gioca compete nella East Division della American Football Conference.

I Dolphins giocano al Sun Life Stadium, impianto che ha ospitato diverse edizioni del Superbowl. La squadra fu fondata nel 1966 da Joe Robbie come expansion team dell’American Football League (AFL). Nel 1970 i Dolphins entrarono nella NFL quando avvenne la fusione AFL–NFL. Sono la più vecchia franchigia ancora operativa della Florida tra le maggiori leghe professionistiche americane.

È l’unica squadra nella storia NFL ad aver disputato una “Perfect Season” nel 1972 vincendo tutte le partite del campionato, 14 di regular season, 2 di playoff e il Superbowl VII contro i Washington Redskins; impresa che non è riuscita ai New England Patriots nel 2007 che pur vincendo tutti i 16 incontri di regular season e i 2 di playoff hanno poi perso nel Superbowl XLII contro i New York Giants.

Nel 2007 i Miami Dolphins hanno disputato la prima partita di campionato ufficiale a Londra nello stadio di Wembley, come squadra di casa, ospitando i New York Giants.

Ultimamente,nell’ultimo decennio,la squadra ha disputato una sola volta i Playoffs (uscendo contro i Baltimore Ravens).

Nel corso della loro storia la società ha deciso di ritirare tre numeri in onore di Bob Griese (n°12,Quarterback),Dan Marino (n°13,Quarterback) e Larry Csonka (n°39,Fullback).

NHL-Florida Panters

Il lungo cammino dei Florida Panters iniziò nel lontano 1992,quando la National Hockey League approvò la creazione di due nuove franchigie, gli Anaheim Mighty Ducks e, grazie all’iniziativa del milionario della Florida Wayne Huizenga,fondatore di Blockbuster Video, i Florida Panthers di Miami.

Il primo allenatore dei Panthers fu Roger Neilson. I migliori giocatori della nuova franchigia furono il portiere John Vanbiesbrouck, Rob Niedermayer e Scott Mellanby. La prima partita dei Panthers nella NHL si concluse con un pareggio contro i Chicago Blackhawks, la prima vittoria arrivò contro i Tampa Bay Lightning, e i Panthers terminarono la loro prima stagione battendo il record per il migliore primo anno nella storia della lega,con 33 vittorie e,arrivando non lontano dai playoff. Lo stile della squadra era molto conservativo: i Panthers si concentrarono sulla difesa e molta gente pensò che uno del genere avrebbe rovinato la lega.

Nel 1996 Doug MacLean diventò l’allenatore dei Panthers. La squadra vinse quarantuno partite, fu la migliore squadra nella loro serie e raggiunse i play-off, sconfiggendo i Boston Bruins 6-3 nella prima serie dei play-off. La squadra sconfisse i Philadelphia Flyers e i Pittsburgh Penguins nelle serie successive e raggiunse la finale del campionato, ma perse la Stanley Cup contro i Colorado Avalanche.

I Panthers iniziarono la stagione seguente con diciassette vittorie consecutive ma persero durante i play-off contro Wayne Gretzky e la sua squadra, i New York Rangers. L’anno dopo, il 1997, fu il peggiore della squadra. La gestione licenziò l’allenatore Doug MacLean e la squadra vinse solo ventiquattro partite.

Nel 1998 i Panthers si spostarono al nuovo stadio,e nel 1999 la squadra acquisì Pavel Bure che guidò la squadra ai play-off nel 2000, quando persero contro i New Jersey Devils. Questa stagione fu l’ultima in cui la squadra arrivò ai play-off. Durante i successivi due anni, i Panthers entrarono in un periodo di ristrutturazione per cercare di ricostruire la squadra, ma con scarsi risultati.

Nel 2001, Wayne Huizenga vendette la squadra ad Allen Cohen, proprietario di Andrx Corp. e a Bernie Kosar, giocatore di football americano. Nel 2003, i Panthers ospitarono l’All-Star Game, vinto quell’anno dalla squadra della Western Conference.

MLB-Miami Marlins

La storia dei Marlins cominciò il 7 marzo 1990,quando Wayne Huizenga annunciò di avere acquistato il 15% dei Miami Dolphins della National Football League,acquistando il 50% dello stadio della squadra.

Mentre i Dolphins si trasferirono nel nuovo stadio a Miami, Wayne annunciò l’interesse di portare una squadra di baseball in Florida nell’espansione delle squadre della MLB. La Major League naturalmente decise che una squadra delle due scelte per l’ampliamento della lega doveva essere della Florida.La concorrenza era molto agguerrita e rischiava di sfatare i piani di Wayne Huizenga.

La città di Orlando reclamava una squadra per via del proprio turismo, Tampa Bay aveva il vantaggio di uno stadio a ST.Petersburg (successivamente entrerà con i Tampa Bay Rays), ma alla fine la spuntò la città di Miami. La spesa per l’ingresso della squadra ammontò a 95 milioni di dollari.

Per i suoi primi 19 anni dalla nascita, i Marlins hanno giocato le partite casalinghe nello stadio Sun Life situato nel Miami Garden.

Nel 2012 è nato un nuovo stadio situatosi nei pressi di Little Havana a Miami, il Marlins Park. Il 28 settembre 2011 i Marlins anno presentato il loro nuovo GM (Ozzie Guillén) in coincidenza con la loro ultima partita al Sun Life Stadium.

Oltre a ciò per l’ultima partita casalinga, i Marlins hanno salutato il loro vecchio stadio invitando tutte le leggende che hanno giocato lì e ricordando i migliori momenti in 19 anni.

In data 11 novembre i Marlins hanno annunciato che si sarebbero chiamati Miami Marlins (prima Florida Marlins) annunciando un incremento notevole del tetto salariale, nuove uniformi e altre novità.

Grazie ha questo incremento di denaro (passato da circa 60.000,000 di dollari a 105.000,00) per i salary la squadra nel mercato dei free agent si mostrò molto attiva puntando con varie offerte su stelle del calibro di Albert Pujols, C.J. Wilson e Ryan Madson. Tale scelta fu dovuta soprattutto per invogliare nuovi tifosi a raggiungere il nuovo stadio e per puntare nuovamente alle World Series,vinte nel 1997 (contro gli Yankees di NYC) e nel 2003 (contro gli Indians di Cleveland).

I Marlins possono vantare un’incredibile record non solo nella storia del proprio campionato,ma dell’intero movimento sportivo americano,infatti sono l’unica squadra professionistica ancora imbattuta in una serie dei PO,dato che le uniche volte che vi hanno partecipato,hanno portato a casa gli ambito traguardi.

La società ha deciso di onorare sia Carl Barger (n°5,presidente della squadra che morì prima che si disputasse la sua prima partita con il suo nuovo incarico),che Jackie Robinson (n°42,ritirato per tutta la MLB,incredibile leggenda,primo giocatore afroamericano a militare nell’MLS contemporanea).

NBA-Miami Heat

Terminiamo il nostro percorso sulla storia sportiva della città di Miami analizzando i campioni NBA 2012,i Miami Heat.

Nel mese di aprile 1987, la commissione approvò le offerte di espansione delle città di Charlotte e Minneapolis e successivamente di due città della Florida, Orlando e Miami. Fu deciso così di espandere la NBA a quattro nuove squadre, con i Charlotte Hornets e Miami Heat che debuttarono nella stagione 1988-1989 e i Minnesota Timberwolves e gli Orlando Magic nella stagione 1989-1990.[2] Gli Heat furono fondati nel 1988 come expansion team dell’NBA dall’armatore miliardario Ted Arison. Il nome Miami Heat fu scelto con un sondaggio tra i tifosi che lo preferirono a Miami Vice il nome del noto telefilm poliziesco ambientato tra le palme di South Beach.

Dopo anni passati tra i bassifondi della lega,nel completo anonimato,nel 1995 decisero di fare il salto di qualità,ingaggiando Pat Riley. Riley orchestrò uno scambio che mandò Rice agli Charlotte Hornets in cambio del centro Alonzo Mourning, destinato a diventare il giocatore simbolo della franchigia, la scelta fu subito premiante e permise agli Heat di vincere 11 delle prime 14 partite nel 1995-1996 e di raggiungere i playoffs a fine anno dove furono raffreddati dai Bulls in tre partite. L’anno successivo furono ingaggiati Tim Hardaway, P.J. Brown, Kurt Thomas, Voshon Lenard, Chris Gatling, Dan Majerle, Walt Williams e Jamal Mashburn e gli Heat cominciarono una saga che li vide raggiungere la post-season per sei volte consecutive, con quattro vittorie della Atlantic Division tra il 1997 e il 2000. In quegli anni si accesero delle rivalità con i Chicago Bulls, i New York Knicks e gli Orlando Magic.

Nella stagione 1996-1997 gli Heat furono la più grande sorpresa dell’anno, ottennero un record di 61-21 con anche una serie di 11 vittorie consecutive, con cui vinsero il loro primo titolo dell’Atlantic Division mentre Riley fu nominato allenatore dell’anno, nei playoffs eliminarono gli Orlando Magic per 3-2 e i New York Knicks per 4-3, nonostante i Knicks si fossero portati sul 3-1, perdendo poi nelle finali della Eastern Conference con i Chicago Bulls della dinastia di Michael Jordan per 4-1. Nel 1997-1998 gli Heat vinsero l’Atlantic Division ma vennero eliminati al primo turno dai Knicks, con tanto di rissa tra Alonzo Mourning e Larry Johnson, ex compagni di squadra agli Charlotte Hornets. L’anno successivo gli Heat raggiunserò il record di 33-17 e il terzo titolo dell’Atlantic Division vinto al tie-break che permise a Miami di essere la testa di serie nei playoffs dove però furono eliminati clamorosamente al primo turno dai New York Knicks di Patrick Ewing negli ultimi secondi di gara 5, gli Heat diventarono il secondo team testa di serie a subire un upset dopo i Seattle SuperSonics cinque anni prima. L’anno successivo I Miami Heat vinsero il loro quarto titolo consecutivo di division e furono eliminati dai playoffs dai Knicks, ma soprattutto lasciarono la loro storica casa, la Miami Arena per trasferirsi nella nuova AmericanAirlines Arena, la prima giocata fu vinta per 111-103 contro gli Orlando Magic. Il tentativo di Miami di costruire una squadra da titolo subì un durissimo colpo alla vigilia della stagione 2000-2001, allorché ad Alonzo Mourning fu diagnosticata una glomerulosclerosi segmentaria e focale, al di là dell’aspetto umano, gli Heat si ritrovarono di colpo senza un giocatore chiave che in quel periodo era tra i candidati più forti a vincere l’MVP e furono costretti nelle stagioni successive a rivedere il roster: perso Tracy McGrady finito agli Orlando Magic arrivarono Eddie Jones, A.C. Green, Brian Grant, Anthony Mason, Jim Jackson, Ricky Davis e Caron Butler. Miami venne eliminata al primo turno dei playoffs dagli Charlotte Hornets per 3-0, mentre nelle due stagioni successive non raggiunse nemmeno la post-season.

Dopo diversi anni di ricostruzione e scelte per sostituire Mourning passato ai New Jersey Nets, gli Heat sbaragliarono il draft NBA 2003 scegliendo Dwyane Wade da Marquette University con la quinta chiamata, piuttosto che prendere un free-agent di grande livello come Gilbert Arenas. Nel primo anno da rookie Wade trascinò la squadra ad un record positivo di 42-40,facendo disputare a essa i PO,ma la vera rivoluzione arrivò in estate,quando Pat Riley, diventato presidente, annunciò l’acquisizione del centro tre volte campione NBA, Shaquille O’Neal,pensato per affiancarlo al n°3,per formare il duo più devastante dell’NBA,offensivamente parlando.

Nella stagione 2004-2005 Miami vide svanire il suo sogno di vittoria in gara 7 della Eastern Conference per mano dei Detroit Pistons,ma l’anno successivo ai playoffs eliminarono di seguito Chicago Bulls per 4-2, New Jersey Nets per 4-1 ed in finale di conference, i Pistons in sei gare, diventando così per la prima volta nella loro storia i campioni della Eastern Conference, e raggiungendo di conseguenza le prime, storiche, finali NBA, contro i favoriti Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki.

Nelle finali si incontrarono due squadre alla ricerca del primo titolo, dopo una partenza shock gli Heat erano ad un passo dal cappotto quando Dallas conduceva per 2-0, trascinati da uno straordinario Dwyane Wade MVP delle finali, gli Heat riuscirono a vincere all’ultimo respiro gara 3 mantenendo vive le speranze di vittoria, e successivamente a ribaltare incredibilmente la serie vincendola per 4-2 laureandosi per la prima volta nella loro storia campioni. Gli Heat eguagliarono inoltre un record NBA: soltanto i Boston Celtics nel 1969 e i Portland Trail Blazers nel 1977 erano riusciti a vincere l’anello rimontando da uno 0-2. La visione di una parata per la vittoria del campionato lungo la Biscayne Boulevard di cui Riley aveva parlato quando arrivò ​​nel 1995 era stata finalmente realizzata.

Dopo un lungo e frustrante declino,dovuto alla condizioni fisiche sempre meno stabili di O’Neal,ad acquisti sbagliati (Marion,O’Neal e Davis su tutti) e a scelte tutt’altro che convincenti (Beasley  e Pittman).

Nel 2010-2011 Miami torna nell’élite dell’NBA firmando Chris Bosh dai Toronto Raptors e LeBron James dai Cleveland Cavaliers[10] e rifirma Dwyane Wade e Udonis Haslem, in quello che viene spesso citato come il più grande colpo di mercato della storia della lega. Dopo questi acquisti gli Heat riescono a mettere sotto contratto anche Mike Miller, Eddie House, Erick Dampier, Juwan Howard, Mike Bibby e Žydrūnas Ilgauskas.

La squadra,dopo alcune incomprensioni iniziali (vedi the Bump per chiarimenti),iniziò a mostrare diversi segni di miglioramento,tanto da riuscire addirittura a qualificarsi per le Finali NBA dopo aver eliminato i favoriti per la vittoria dell’anello,i Chicago Bulls dell’MVP Derrick Rose.

Partiti con i favori del pronostico,gli Heat dominarono gara 1 delle Finals contro i Dallas Mavericks,salvo poi subire un devastante break negli ultimi 7 minuti di gara (vedere Momenti Storici per dettagli),compromettendo,di fatto,il corso della serie (anche se vinsero gara 3,gli Heat calarono soprattutto dal punto di vista mentale),che venne vinta dai texani in sei gare.

Tuttavia,nella stagione 2011-2012,Miami riesce ad imporsi come forza dominante della lega,chiudendo al secondo posto nella Eastern Conference,nuovamente dietro ai Bulls.

La svolta arriva nei PO,dove Miami scherza coi Knicks (serie vinta 4-1),gioca al “gatto col topo” contro i Pacers (4-2) e ribalta l’inerzia della sfida contro i Celtics (che da sotto 2-0,rimontano addirittura 3-2),battendoli alle settima e decisiva gara.

In Finale NBA ad attendere la squadra della Florida ci sono gli Oklahoma City Thunder del top scorer Kevin Durant. La serie tuttavia,dopo le previsioni iniziali (si parlava di una delle migliori 5 Finali di sempre),si rivela molto meno interessante del previsto,e vede la squadra capitanata dal trio James-Wade-Bosh vincere in cinque gare.

La stagione 2012-2013 si apre con il botto per i campioni in carica,che firmano immediatamente il miglior tiratore da 3 della storia,ovvero Ray Allen,e l’ala grande Rashard Lewis.

Ora puntano al back-to-back,dato che a Miami,se le cose si fanno,si fanno alla grande,anzi,alla grandissima.

Redazione BasketUniverso

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