3 centri che i Golden State Warriors dovrebbero firmare per colmare il vuoto lasciato dagli infortuni

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I Golden State Warriors non sono mai stati una squadra di lunghi. Anche negli anni d’oro, sono diventati famosi per il motivo opposto, ovvero lo small ball, nonostante si siano susseguiti in quintetto Andrew Bogut, JaVale McGee e DeMarcus Cousins.

In questo momento però gli Warriors, noni ad Ovest con un record di 11-10, hanno un vuoto clamoroso sotto canestro, causato dagli infortuni di James Wiseman e Kevon Looney, oltre quello di Marquese Chriss out per il resto della stagione. Il rookie ha una distorsione al polso e ne avrà almeno per un’altra settimana, per Looney invece saranno addirittura 2 le settimane di stop per una distorsione alla caviglia.

Al momento i più alti del roster a disposizione di Steve Kerr sono Andrew Wiggins, 203 centimetri, e Kelly Oubre Jr, 201 centimetri, che in teoria sarebbero due ali. Motivo per il quale potrebbe avere senso per gli Warriors guardare al mercato dei free agent per tappare un buco così importante: abbiamo individuato 3 centri “liberi” che potrebbero fare al caso di Golden State.

 

DEWAYNE DEDMON

Nei mesi scorsi si era parlato di un possibile approdo di Dewayne Dedmon, addirittura era stato accostato anche a Milano. Per ora non se ne è fatto nulla, ma il lungo, 31 anni, è probabilmente uno dei free agent in assoluto migliori tra quelli disponibili. Nel 2013 furono proprio gli Warriors ha inaugurare la sua carriera, anche se quell’esperienza durò appena 4 partite. Poi Philadelphia, Orlando, dove si affermò in 3 stagioni come prezioso rim protector dalla panchina, e un anno a San Antonio. Due stagioni ad Atlanta, nettamente le migliori della sua carriera, e la costruzione di un tiro credibile da 3 punti lo hanno avvicinato al prototipo di lungo moderno, capace di coniugare difesa del pitturato e tiro dalla lunga distanza (36% nei due anni agli Hawks, percentuale scesa al 21% lo scorso anno).

Ovviamente la pericolosità di Dedmon dall’arco dipende dalla capacità della squadra di procurargli tiri aperti, cosa che sarebbe sicuramente più semplice a Golden State rispetto a Sacramento, dove ha giocato 34 partite l’anno scorso.

 

THON MAKER

Decima chiamata assoluta nel 2016, la carriera NBA di Thon Maker potrebbe essere già arrivata ai titoli di coda. Il sudanese non ha lasciato il segno né a Milwaukee, né a Detroit, né a Cleveland, che dopo sole 8 partite ha deciso di tagliarlo anche visti gli innumerevoli lunghi a roster. Maker aveva un grosso potenziale, rimasto finora inespresso, ma è un’alternativa giovane se Golden State volesse concedergli un’ultima possibilità.

Maker misura 213 centimetri, ha un tiro da tre credibile (33% in carriera) ma garantisce meno protezione del ferro rispetto a Dedmon, e senza dubbio è anche un peggiore rimbalzista (il 40% dei rimbalzi di Dedmon nella scorsa stagione erano contestati, contro il 31% di Maker). La carta d’identità gioca però a suo favore: non sarebbe la prima volta che gli Warriors contribuirebbero alla parziale rinascita di un giocatore ancora giovane finito ai margini della NBA, come accaduto la scorsa stagione con Marquese Chriss.

 

KENNETH FARIED

Che fine ha fatto Kenneth Faried? È la domanda che ci siamo fatti tutti, anche prima di scrivere questo articolo. Arrivato in NBA con un grande impatto a Denver, per 5 anni è stato titolare fisso in una squadra che in un paio di occasioni ha fatto anche i Playoff. Poi il calo che lo ha portato prima a ridimensionarsi alla grande, e successivamente, dopo una parentesi a Houston, a scegliere la Cina a 30 anni.

Oggi ne ha 31 appena compiuti, da una stagione e mezza non mette piede in NBA, ma può rappresentare un’aggiunta interessante per una squadra come gli Warriors, soprattutto per il ruolo marginale che dovrebbe ricoprire quando saranno rientrati Wiseman e Looney. Anche Faried non è un tiratore affidabile (22% in carriera), ma nell’esperienza ai Rockets, la sua ultima in NBA, ha tirato col 35% da dietro l’arco, 7/20, un numero non straordinario, che non è quello di Wiseman (41% inq questo avvio di carriera) ma è certamente meglio di Looney, che in questa stagione sta tirando 2/5 da tre punti ma in carriera ha il 18% scarso.

Il dubbio, ancora una volta, potrebbero essere le condizioni e i mezzi fisici di Faried (che è undersized, 203 centimetri proprio come Wiggins), che dopo un anno “a spasso” potrebbe non essere nella forma migliore. Sicuramente lontano dall’esplosività che gli fece guadagnare il soprannome di The Manimal, l’ex Nuggets potrebbe rappresentare una scommessa elettrizzante per Golden State, che comunque non avrebbe molto da perdere.

Francesco Manzi

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