Serie A americani

5 “nuovi” americani che stanno dominando la Serie A 2023-2024

Home Rubriche Italia Serie A

L’anno scorso avevamo avuto l’idea di scrivere un topic suo nuovi americani che stavano performando molto bene nella nostra Serie A. Siccome anche quest’anno il campionato ha mostrato un numero maggiore di volti nuovi agli occhi degli addetti ai lavori, ci sembrava il caso di riproporre il medesimo argomento.

Giusto per avere dei numeri alla mano, quest’anno la nostra Serie A mette in campo: tre giocatori alla loro prima stagione professionistica, altri tre (di cui uno selezionato al Draft) al loro terzo anno nel mondo dei grandi e soprattutto ben nove (!) atleti al loro secondo anno terminata l’esperienza del college (anche se Jaizec Lottie è stato tagliato da Scafati per trovare maggiore fortuna al VEF Riga). Un numero decisamente considerevole.

Le nostre scelte dell’anno scorso ora giocano nei grandi campionati e alcuni di loro disputano le coppe europee, in attesa che anche Taylor Smith recuperi dal suo intervento al ginocchio dopo essere stato ad un passo dal far parte del roster di Sassari.

PG – CHARLIE MOORE

Nella Pistoia di Nicola Brienza, molto fresca e con tante energie da vendere, spiccano le doti da realizzatore vorace del folletto di Chicago. Dopo aver fatto capire in maniera prepotente che tipo di giocatore e leader in campo voleva essere già al primo anno diviso tra Belgio e Lega Adriatica, il suo secondo anno da professionista in Serie A rispecchia appieno il suo profilo, simile a quello che molti coach vorrebbero dagli americani.

Piccolo e veloce, l’americano è il primo creator di gioco della formazione toscana, abile a diversificare soluzione utilizzando il primo blocco per creare separazione o vantaggio, giocando PNR oppure andando fino in fondo sfruttando un ottimo controllo del corpo nel traffico e un uso intelligente del vetro per facilitare la realizzazione (18.4 punti con il 44% dall’arco). Detta lui il ritmo in campo per sé e per i compagni (5.6 assist a gara), alzando e abbassando l’intensità diverse volte all’interno della partita. La difesa è un punto che deve sicuramente migliorare per fare il salto di qualità, non solo in termini di conoscenza del gioco ma anche per attenzione e soprattutto la transizione dall’attacco alla difesa dopo i tiri sbagliati.

Il fatto di avere un’ottima spalla in attacco come Payton Willis lo può aiutare a maturare sul piano della distribuzione del gioco e soprattutto delle responsabilità all’interno della squadra.

G – MARCUS ZEGAROWSKI

Arrivato al posto di Jordan Bone, il fratellastro di Michael Carter-Williams tiene viva la tradizione cestistica della famiglia anche nella nostra Serie A ricca di americani. Nonostante sia stato scelto con la 49esima scelta al Draft del 2021, il suo impatto a Brooklyn non è mai sbocciato, partendo spesso dalla panchina e con un impatto nel gioco piuttosto marginale.

Poi la chiamata a Cremona dove, nonostante sia partito titolare solo in tre occasioni, ha trovato finalmente la dimensione e il gioco che lo aveva contraddistinto all’università di Creighton: taglia da playmaker ma con un fisico molto robusto. Il suo ruolo nel gioco di Cavina è principalmente secondario ma il suo impatto è rimarchevole. Grazie alla sua meccanica di tiro pulita (16 punti di media con il 56% da fuori) e consistente e la sua capacità di giocare come secondo palleggiatore/creatore da PNR (3.3 assist a gara), il nativo del Massachusetts mette in campo una pallacanestro molto ordinata ma concreta in grado di cambiare il trend della partita o di valorizzarlo. La sua atipicità lo rende un buon difensore a uomo, ma è ancora poco agile nell’uscire dai giochi dei blocchi.

Il suo impatto come sesto uomo può essere un profilo interessante per il proseguimento della sua carriera.

SF – RAYJON TUCKER

Se gli orogranata veleggiano nelle zone alte della classifica, gran parte del merito passa dal giocatore di Charlotte, davvero unico nel suo genere per il background cestistico che lo caratterizza. Dopo un periodo in NBA, dove non è mai decollato, ha accettato di uscire dal mondo americano solo la stagione scorsa quando si è accasato in NBL a Melbourne e ora si sta rivelando uno dei giocatori più difficili da marcare nel nostro campionato di Serie A tra gli americani e non solo.

Tucker è un 3, con un fisico muscolarmente ben definito, che fa dell’aggressività e della forza fisica le armi primarie del suo arsenale da slasher. Ha una mobilità continua, molto intensa, una forte accelerazione del palleggio e una capacità di realizzare nel traffico che nel nostro campionato ha incontrato davvero pochi ostacoli; non solo, è anche bravo a controllare il corpo per arrestarsi e tirare, anche se le situazioni off-catch lo rendono decisamente più pericoloso.

noltre può agire come handler opzionario per distribuire il gioco tra i suoi compagni. Offensivamente ha davvero pochi limiti nel suo ruolo come testimoniano i 14,3 punti di media con il 56% da due e l’alto 44% da tre. Anche in difesa è difficile da affrontare singolarmente: non ha paura di mettere il corpo che sia per marcare un palleggiatore che per difendere in post a dispetto del tipo di accoppiamento; dimostra anche lampi di comprensione andando deciso sulle linee di passaggio.

In una Venezia più fresca e versatile, la sua preponderanza sulle due metà campo è finora inattaccabile nelle scelte di coach Spahija. Può essere un candidato per la corsa all’MVP del campionato.

PF – SEAN MCDERMOTT

L’anno scorso il gioco spumeggiante di Varese aveva illuminato gli appassionati della Serie A. Nonostante i cambi radicali, i biancorossi hanno cercato di riproporre il medesimo tipo di gioco, con risultati discontinui tra campionato e FIBA Europe Cup. Qui, il nativo di Anderson (Indiana) è stato una delle note più continue per coach Bialaszewski.

Quest’ala americana presenta un fisico molto interessante, che combinato a una inusuale capacità di muoversi con fluidità tra gli spazi, gli consente di occupare entrambi i ruoli di 3 e 4. Può agire sia da esecutore senza palla che dal palleggio, dimostrando di essere uno shot-maker piuttosto efficiente con 14.3 punti di media con il 40% dall’arco, tenendo sempre il controllo del suo gioco e adattandosi ai vari ritmi della partita. In difesa, non si tira indietro duellando contro i pari ruolo, facendosi valere sul piano fisico in isolamento, ma ancora con un ritmo leggermente lento ma migliorabile nelle situazioni lontano dalla palla.

In un roster dove gli americani Hanlan e Cauley-Stein sono ancora piuttosto altalenanti a livello di prestazioni in Serie A, il ruolo dell’ex Grizzlies rappresenta un punto di solidità da tenere d’occhio. 

C – JACK NUNGE

Nonostante sia alla sua prima stagione professionistica, il prodotto dell’università di Xavier ha già fatto vedere cose piuttosto interessanti che lo rendono un giocatore moderno e molto appetibile.

Con un profilo fisico nettamente da centro, dimostra una mobilità senza palla fuori e dentro l’area atipica per il tonnellaggio di oltre 110 kg nel suo bagaglio. Tecnicamente molto pulito con le mani, in grado di produrre un buon gancio proteggendosi con il corpo e aprirsi in PNP per sparare da fuori nonostante la meccanica incompleta (11.6 punti con il 55% da due e il 38% da tre). Dimostra già delle buone letture di gioco e una distribuzione dei tiri bidimensionale equilibrata.

Nonostante la mancanza di atletismo, è un rimbalzista e stoppatore solido grazie anche alla sua applicazione del tagliafuori e al sistematico “drop cover” che lo fa scivolare vicino al ferro (5.8 rimbalzi e 1 stoppata di media). Il suo primo anno da professionista mette però in evidenza alcuni limiti, in primis sulla sicurezza e sul cinismo con cui affronta le partite, oltre alla gestione dei falli e dell’intensità difensiva.

In questo senso Scafati ha dimostrato di essere una buona base di partenza per il nativo della Virginia per permettergli di capire come adattarsi al gioco e alle richieste del basket europeo, finora con risultati abbastanza positivi.

Redazione BasketUniverso

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.