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Aron Baynes ha rischiato la paralisi durante la gara contro l’Italia a Tokyo

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La scorsa estate, alle Olimpiadi di Tokyo, l’Australia ha conquistato la sua prima medaglia olimpica nel basket: il bronzo. Quando Patty Mills e i suoi compagni sono saliti sul podio per festeggiare un traguardo storico, però, mancava Aron Baynes. Il lungo australiano non si vedeva dalla partita contro l’Italia di una settimana prima, quando era misteriosamente scomparso alla fine del terzo quarto senza fare più ritorno in campo. Di lui non si sono avute quasi più notizie, a parte quella di una caduta nel bagno dello spogliatoio che aveva inizialmente fatto ridere. Ma in realtà c’è ben poco da ridere della situazione di Baynes, che solo ora, a distanza di oltre 6 mesi, ha rivelato l’agonia nella quale ha versato nell’ultimo periodo.

Quel giorno, durante la gara contro gli Azzurri, Baynes era tornato negli spogliatoi per andare in bagno. Lo aveva fatto di corsa, così da poter tornare in campo all’inizio del quarto periodo. Non vedendolo tornare, alcuni membri dello staff dei Boomers erano andati a cercarlo, trovandolo steso sul pavimento del bagno in una pozza di sangue, con ferite alle braccia provocate probabilmente da un paio di ganci attaccati al muro. Nell’articolo scritto da ESPN che ha ricostruito l’intera vicenda, si è parlato anche di una caduta avvenuta durante l’intervallo della gara precedente contro la Nigeria, mentre il centro stava schiacciando nel riscaldamento. Non è chiaro se la caduta nello spogliatoio sia dovuta ai postumi di quel trauma al collo oppure al pavimento bagnato.

Baynes è stato subito portato in ospedale per accertamenti, ma ben presto si è reso conto di aver perso qualsiasi sensibilità sia alle gambe che alle braccia. Il giocatore sostanzialmente era paralizzato, a causa di quello che poi si è scoperto essere del sangue che spingeva internamente sulla colonna vertebrale. Il centro ha raccontato delle varie difficoltà incontrate nelle strutture giapponesi: dall’incapacità di comunicare con i dottori e gli infermieri per via della lingua, ai letti troppo piccoli per lui, fino ad arrivare ad una stanza così minuscola che poteva toccare le due pareti con le mani. Alla fine, grazie anche all’intervento dei dottori australiani, si è riuscita a fare una diagnosi corretta. Parlando con un neurochirurgo australiano, Baynes ha concordato una serie di procedure per ridurre la perdita di liquido interno e poter tornare almeno a stare in piedi, così da mettersi su un aereo e tornare in patria. Ci ha messo 11 giorni, nel frattempo i suoi compagni avevano vinto il bronzo e gli avevano portato la sua medaglia personale.

Tornato in Australia, Baynes, ancora non in grado di camminare, è dovuto rimanere due settimane in quarantena in un ospedale locale per le norme anti-Covid, incapace di abbracciare la sua famiglia per diversi altri giorni. Solo durante il periodo di riabilitazione, grazie al fatto che la stanza aveva delle vetrate, poteva vedere sua moglie e suo figlio, senza però abbracciarli. Da lì un processo di riabilitazione che ha visto Baynes rimanere in ospedale, a Brisbane, per un mese. Prima in carrozzina, poi con le stampelle, infine sulle sue gambe. Dopo un paio di mesi è finalmente tornato a correre. Di recente ha ripreso in mano una palla da basket, integrando la sua riabilitazione con qualche tiro a canestro. Il suo obiettivo è quello di tornare in NBA dalla prossima stagione: attualmente è infatti free agent, tagliato da Toronto il 4 agosto 2021 proprio pochi giorni dopo quella maledetta caduta.

Foto: FIBA

Francesco Manzi

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