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Ai Lakers stanno (di nuovo) accadendo cose ambigue: LeBron James, Westbrook e Jeanie Buss

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L’estate aveva portato un po’ di tranquillità anche ai Los Angeles Lakers, reduci da una stagione senza Playoff e tra le più deludenti della loro storia. Nelle scorse ore però hanno ricominciato a succedere cose, sia dal vivo che sui social, che hanno gettato delle ombre sui rapporti reciproci di LeBron James sia con Russell Westbrook che con la proprietaria Jeanie Buss.

Presenti entrambi alla Summer League di Las Vegas, LeBron e Westbrook si sono seduti in due zone opposte del campo. Un comportamento che ha destato qualche sospetto nonostante James abbia sempre difeso il compagno l’anno scorso. Il gelo tra i due ha portato anche i Pelicans a lanciare una frecciatina ai giallo-viola su Twitter. Rispondendo alla provocazione di un tifoso che paragonava la foto di copertina dei Lakers, ovvero i banner di campioni NBA, con quella di NOLA, una foto dei giocatori seduti a bordocampo per la Summer League pochi giorni fa, i Pels hanno scritto: “Ai nostri giocatori piace sedersi uno vicino all’altro piuttosto che su due lati opposti del campo”.

Come se non bastasse una decina di giorni fa c’era stato un altro tweet, di Jeanie Buss. Da mesi ormai si parla di tensioni tra LeBron e la dirigenza dei Lakers, qualcosa che gli interessati hanno sempre smentito ma che è uscita nei rumors anche nei giorni scorsi.

“Mi manca KB [Kobe Bryant, ndr]. Lui capirebbe e spiegherebbe tutto ciò che io non posso spiegare. Onestamente era il miglior Laker di sempre. Capiva che la squadra valeva più di lui, che i premi arrivano se valorizzi gli obiettivi della franchigia prima che i tuoi. Tutti possono rispondere” ha scritto Buss, facendo subito pensare a LeBron.

È stata poi la stessa Jeanie Buss a smentire ancora, in un’intervista a NBA.com, qualsiasi riferimento a LeBron: “No. Non mi riferivo a lui, era solo il mio cuore colmo di tristezza. Guardi le persone che ti circondano che sentono quello che senti tu. Tutto qui. Non era nient’altro che il mio bisogno di alleggerire il mio cuore”.

Francesco Manzi

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