Boston Celtics vs. Chicago Bulls, le pagelle: Horford MVP, Stevens surclassa Hoiberg

NBA Recap

BOSTON CELTICS

Avery Bradley: 8. Sublime su due lati dal campo. In difesa ha fatto sudare ogni singolo punto a Jimmy Butler, in attacco ha tirato con oltre il 40% da tre ed è esploso in gara 5 e gara 6.

Jae Crowder: 6.5. Non ha tirato bene ma ha risposto sempre presente nei momenti chiave delle partite, soprattutto quelle giocate a Chicago. In difesa positivo, sia su Wade sia su Mirotic quando è stato messo come ala forte.

Gerald Green: 7. La chiave di volta di questa serie. Inserito in quintetto in gara 3 ha cambiato le spaziature e il gioco offensivo dei Celtics. Ottimo impatto nel tiro perimetrale, decisivo per aprire il campo ai compagni.

Al Horford: 8.5. MVP della serie, nonostante qualche scetticismo per il suo contratto, da unico vero lungo ha dominato facendo uscire dalla serie Robin Lopez (dopo le ottime prime due gare). 53% da tre, 65% eFG%, 8.5 rimbalzi e 6.5 assist, e la sua capacità di passatore è una dei segreti di Pulcinella dell’attacco di Stevens.

Jonas Jerebko: 6. Ha tenuto botta quando è stato chiamato in causa, senza loda e senza infamia.

Amir Johnson: 5. Non solo per demeriti suoi, ma farlo uscire dalle rotazioni è stata la mossa per vincere questa serie. Non è detto che possa di nuovo tornare utile.

Kelly Olynyk: 6.5. Dopo due gari difficilissime e qualche critica, gli aggiustamenti di Stevens hanno giovato anche per l’ex Gonzaga, bravo ad aprire ulteriormente il campo. Molto meglio difensivamente da gara 3 in poi.

Terry Rozier: 6.5. Buon impatto dalla panchina in particolare in attacco, mortifero dall’arco e preziosissimo per far rifiatare Isaiah Thomas.

Marcus Smart: 7. I numeri per lui contano poco, è l’energia e la grinta che mette in campo e soprattutto quando conta a renderlo un vero giocatore da Playoffs. Hustle plays e intangibles, lui c’è sempre.

Isaiah Thomas: 7.5. Per il cuore, la forza e la determinazione messe in campo nonostante quello che gli è successo in famiglia meriterebbe un 10, lode e limonata accademica. Stecca al tiro da 3 ma è una minaccia continua in penetrazione e quando scarica per i compagni. In difesa molto meglio di quanto ci si potesse immaginare.

Brown, Young, Zeller: sv.

Brad Stevens: 8. Sotto 0-2, con la propria star colpita da un lutto e il rischio di uscire al primo turno per il terzo anno consecutivo. Nessun problema, Stevens legge perfettamente la serie (complice anche l’infortunio di Rondo), abbassa il quintetto estremizzandolo ulteriormente nonostante le difficoltà a rimbalzo scommettendo sulle capacità dei suoi piccoli in questo fondamentale, apre il campo e stupra Hoiberg nelle ultime 4 gare. Coach of the year.

CHICAGO BULLS

Jimmy Butler: 7.5. Uno degli ultimi Bulls ad arrendersi e unico a provare a vincere qualcuna delle ultime 4 partite. Male al tiro pesante, Bradley lo fa sudare come non mai, incisivo quando riesce ad andare molto in lunetta ma senza Rondo sembrava predicare nel deserto.

Isaiah Canaan: 6.5. Unica vera alternative a Rondo credibile, ma non si può pensare che dal nulla possa risolverti le partite o darti ciò che ti dava l’ex Kentucky.

Michael Carter-Williams: 4. Simbolo del fallimento di Chicago in questa stagione. La trade con Tony Snell ha aggiunto un pessimo tiratore e un giocatore in antitesi con lo sviluppo del basket moderno a un roster già di suo deficitario sotto questi punti di vista.

Cristiano Felicio: 5.5. in attacco inesistente, difensivamente fa il suo.

Jerian Grant: 4.5. Con Rondo fuori aveva l’occasione per emergere, fallisce senza tante storie e viene spodestato da Canaan.

Lopez Robin: 6. Dominante in gara 1 e gara 2, a rimbalzo offensivo è una furia e tira con altissime percentuali. Ma si spegne man mano che la serie volge al termine.

Nikola Mirotic: 4.5. In netta difficoltà per tutta la serie, tira male (per non dire malissimo) e dopo gli aggiustamenti di Stevens diventa se possibile ancora più dannoso.

Anthony Morrow: 5.5. Gioca poco per non dire pochissimo, bene in gara 4 ma poi il suo apporto scema insieme al resto della squadra.

Bobby Portis: 7. Probabilmente meritava molto più spazio, visto anche la struttura dei quintetti di Stevens da gara 3. Bene al tiro e gara 1 è anche molto merito suo, uno degli elementi da cui ripartire per i Bulls.

Rajon Rondo: 8. Da oggetto misterioso (se non dannoso) fino a marzo, poi ha fatto vedere il vero Rondo fino a gara 2. La sfortuna ha privato la serie di un protagonista che fino all’infortunio è stato il vero ago della bilancia. Non sappiamo come sarebbe andata con lui sempre in campo, ma gli indizi per pensare che potesse andare diversamente sono più di un paio.

Dwayne Wade: 6.5. In gara 5 sembrava il vecchio Dwayne Wade, dominante in tanti aspetti, anche mentali. Il ritorno alla realtà in gara 6 (2 punti con 1/10) è probabilmente l’inizio di un declino di un meraviglioso interprete del Gioco.

Paul Zipser: 6.5. Decisivo in gara 2, ha comunque disputato delle buone partite uscendo dalla panchina.

Lauvergne, Payne, Valentine: sv.

Fred Hoiberg: 5. Sicuramente l’infortunio di Rondo ha pesato, ma fin dalla stagione regolare è sembrato uno dei coach più in difficoltà di tutta la Lega. Da gara 3 in poi ci capisce ben poco, non riuscendo a trovare nessun antidoto a ciò che gli apposto il suo, decisamente migliore, “rivale” in panchina.

Michele Manzini

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