Bucks-Raptors, le pagelle: Kawhi e Lowry affondano Giannis. Le panchine ribaltano i pronostici

NBA

Milwaukee Bucks

 

Giannis Antetokounmpo, 8: nelle prime due partite della serie è dominante, mette a referto 24 e 30 punti e condiziona enormemente la difesa avversaria. Gara 3 è l’inizio della fine: perde ben 8 palloni, esce per falli in un finale punto a punto e chiude con un pessimo 5/16 al tiro. Le cifre tornano a gonfiarsi perché sa approfittare di ogni spazio che gli viene concesso, però non trova più la vittoria. Viene via a via a mancare la cattiveria agonistica che ha sempre contraddistinto il suo stile di gioco, ma compensa con un rendimento eccellente in difesa. Chiude con una doppia doppia da quasi 23 punti e 14 rimbalzi, passando però dal 53% al tiro contro i Celtics al 44%.

Khris Middleton, 6: come al solito riesce ad esprimersi al meglio quando deve giocare al servizio della squadra (quasi 7 rimbalzi e 4 assist di media), ma evidentemente non ha ancora raggiunto lo status di secondo violino. L’unica prova degna di nota arriva in gara 4: mette a referto 30 punti con un notevole 11/15 al tiro, a cui aggiunge 7 rimbalzi, 6 assist e una difesa da manuale su Kawhi. Per il resto fatica molto a dare il suo contributo a livello realizzativo, chiudendo sempre ben al di sotto del 40% al tiro. Forza numerose conclusioni e non trova mai continuità dall’arco (tre partite sopra il 50%, le altre tre sotto il 20%).

Eric Bledsoe, 4,5: l’anello debole della formazione di Budenholzer. Realizza 20 punti in gara 5 di ritorno a Milwaukee, ma in realtà Toronto adatta la sua difesa decidendo di concedergli maggiore libertà d’inventiva pur di limitare altri giocatori ben più pericolosi. Strategia che risulta vincente: chiude a 10 punti di media con meno del 30% dal campo e appena 5 canestri su 29 tentativi da tre punti. In gara 2 prova a mettersi al servizio della squadra e distribuisce 7 assist, ma risulta senza ombra di dubbio il giocatore che fatica di più in questa serie.

Malcolm Brogdon, 7: serie da dividersi a metà anche per l’ex Rookie of the Year. Nelle prime partite è micidiale in uscita dalla panchina (+32 punti di NET Rating) con 11 punti all’intervallo di gara 1 e il 2/2 dall’arco nel parziale di gara 2. Giocatore molto intelligente nel leggere le difese, anche lontano dalla palla. In gara 3 torna in quintetto e realizza subito 20 punti, mentre riscatta la brutta prova della gara successiva con una doppia doppia da 18 punti, 11 rimbalzi e 6 assist nell’atto conclusivo. Brogdon non sfigura quando viene provato in marcatura su Leonard e chiude a mani basse come il migliore dei suoi dietro Giannis.

Brook Lopez, 6,5: mvp romantico in gara 1 con 29 punti, 11 rimbalzi, 4 stoppate e giocate offensive di altissimo livello. Poi montagne russe: tanto disastroso in gara 2 (1/7 al tiro), quanto prezioso quando riesce a chiudere in doppia cifra, cosa che succede altre tre volte. E’ l’arma tattica preferita di Budenholzer, perché permette di mantenere alto il livello fisico della squadra (quasi 7 rimbalzi di media rispetto i 4.2 della serie precedente). Tendenzialmente questa strategia dovrebbe lasciare la possibilità di giocare con un lungo tiratore, ma l’ottima difesa dei Raptors lo ha costretto ad un risicato 28,5% dall’arco.

George Hill, 6,5: serie in salita, sigillata da un esordio che lo condanna a 0 canestri su 6 tentativi. In realtà Hill si dimostra uno dei più costanti con un contributo solidissimo dalla panchina: termina 4 gare sopra il 50% dal campo, con un exploit significativo in gara 3 da 24 punti (7/9 al tiro) e 7 rimbalzi. Cala leggermente di rendimento nella metà di campo difensiva, ma viene preferito a Bledsoe da Budenholzer nelle ultime sfide.

Nikola Mirotic, 5: gioca un ruolo decisivo nel primo tempo di gara 2, dove realizza 7 punti nel solo primo quarto e sfrutta il mis-match offerto da Green. In seguito il suo minutaggio cala vistosamente, chiudendo con appena 9 minuti in gara 5 e zero in gara 6: non trova mai la via del canestro da tre e termina con appena 6 canestri su 29 tentativi, facendo registrare un Net rating negativo (quasi -14 punti).

Ersan Ilyasova, 5,5: pochi minuti per il giocatore turco in questa serie, che si ritaglia uno spazio importante solamente in gara 2. Realizza 17 punti, di cui 11 nel solo secondo quarto, in appena 21 minuti di gioco, poi paga le carenze difensive e viene costantemente puntato dagli avversari, nonostante gli ottimi risultati nelle due vittorie ottenute dai Bucks (89 punti di Defensive rating).

Coach Budenholzer, 5,5: il suo giudizio non vuole condannare una delle migliori stagioni nella storia della franchigia. Bisogna però evidenziare come Milwaukee sia passata da un potenziale 3-0 nella serie a perdere quattro partite consecutive. Coach Bud non è riuscito a trovare un’alternativa agli aggiustamenti difensivi dei Raptors, nonostante nelle prime gare la profondità della panchina avesse offerto svariate soluzioni. I Bucks pagano la pressione delle ultime sfide e non riescono a gestire i vantaggi acquisiti in gara 5 e 6, subendo le rimonte da parte della squadra avversaria.

 

Toronto Raptors

Leonard, 9: surreale la sua stagione dopo quanto accaduto l’anno scorso. Kawhi trascina i Raptors alle finali nba disputando un’altra serie a livelli stratosferici. Non lo dicono solo le cifre (quasi doppia doppia di media da 29 punti e 9.5 rimbalzi), ma la sua capacità di decidere le sorti di una gara. La prima vittoria di Toronto arriva con un Leonard autore di 8 punti nel secondo overtime e le ultime due giocate decisive, mentre in gara 5 realizza 15 punti nell’ultimo quarto di una partita vinta solamente nel finale. La doppia doppia da 27 punti e 17 rimbalzi di gara 6 mette il sigillo a una serie dominata in lungo e in largo: in Canada aspettava da anni un’opportunità del genere e Kawhi sembra pronto a riscrivere la storia un’altra volta.

Siakam, 6,5: cala inevitabilmente in termini di rendimento ed efficienza rispetto alla sfida con i 76ers. Marcato da Giannis viene escluso per lunghi tratti della serie: tira particolarmente male dall’arco (20%), ma non si perde mai d’animo e si riscatta in gara 3 con una prova da 25 punti e 12 rimbalzi. I problemi di falli lo perseguitano in gara 2 e 4 e lo costringono a stare in panchina più del solito: in difesa non è riuscito ad avere un tipo di impatto sempre positivo, ma le sue caratteristiche fisiche sono tornate utili per intasare l’area. In gara 6 si rende indispensabile con 18 punti e una steal decisiva nei minuti finali.

Lowry 8,5: voleva vincere a tutti i costi e l’ha dimostrato ampiamente. All’esordio manda a segno 7 canestri su 9 tentativi da tre punti, percentuali dall’arco che manterrà altissime per tutte le gare contro Milwaukee (48,8%). Tenace e sfrontato, eroico in difesa, ruotando sempre contro attaccanti più alti di lui: non esiste un singolo minuto in cui si tiri indietro, mettendoci sempre il corpo (anche questa volta si perde il numero di sfondi subiti) e giocando d’astuzia. In attacco tira fuori il meglio di sé, non solo facendo registrare quasi 20 punti di media, ma tirando con una precisione chirurgica in quasi tutte le gare (eccetto due volte, è sempre andato sopra il 50%) e il 70% di True Shooting lo testimonia.

Gasol, 7: una valutazione contraddittoria rispetto ai numeri messi in piedi. Termina con appena 8.5 punti di media, a cui si aggiungono oltre 7 rimbalzi. Prima del riscatto da parte della panchina c’è voluto il suo contributo per permettere a Leonard e Lowry di avere manforte in attacco: si sblocca con una strepitosa prestazione in gara 3 da 16 punti, 12 rimbalzi, 7 assist e 5 stoppate. Tira per tutta la serie con un’ottima percentuale dall’arco (42,5%), ma quello che appaga maggiormente nel vederlo in campo sono le singole giocate che è in grado di produrre, tanto in attacco quanto in difesa, con letture e una visione che gli permette di dare una grossa mano anche nella propria metà di campo.

Green, 5: non una serie particolarmente fortunata per il giocatore ex Spurs. Perde alcune posizioni nelle gerarchie dei Raptors rispetto VanVleet e Powell (24 minuti di media rispetto i 33 contro Phila), scendendo in campo appena 14 e 16 minuti nelle ultime due gare. Realizza appena 4 canestri da tre punti su 23 tentativi, ma l’aspetto più preoccupante riguarda la fatica mostrata a livello difensivo.

VanVleet, 7: una rinascita che vale le Finals NBA. Nelle prime tre partite realizza in totale 10 punti, tirando 1 su 11 in gara 3 e continuando sulla falsa riga della sfida contro i 76ers. Quello che succede nelle ultime tre partite cambia l’inerzia della serie stessa: 13, 21 e 14 punti, 14 triple a segno su 17 tentativi e la rimonta in gara 5 segnata dalla sua incredibile prova dall’arco (7/9). Si dimostra il valore aggiunto di questa squadra in uscita dalla panchina (+24.8 punti di Net rating nelle partite vinte).

Ibaka, 7: il suo gioco fisico fatica a venire fuori nelle prime partite. Si riscatta in gara 4 con una prova da 17 punti, dominando la lotta a rimbalzo e catturandone un paio in attacco che hanno permesso lo strappo decisivo nel secondo tempo. Il suo contributo più importante arriva proprio sotto i tabelloni, dove permette ai suoi di non cedere il passo sotto dal punto di vista fisico: energia e atleticità che gli consentono di rendersi fondamentale anche in difesa, quando coach Nurse gli affida Giannis o gli chiede di occupare l’area.

Powell, 7: ultimo ma non per importanza, anche il suo contributo è stato essenziale. Si guadagna molti minuti all’interno della seria grazie all’impatto che porta alla squadra in uscita dalla panchina. Forse è un giocatore più continuo rispetto a VanVleet e Ibaka: termina a 12 punti di media, con tre partite consecutiva oltre la doppia cifra. Tira con un’incredibile 52% dall’arco e sfodera una prestazione spettacolare da 19 punti in gara 3.

Coach Nurse, 8: una serie meglio gestita non poteva venire fuori. Nurse ha il pregio di reagire subito dopo il 2-0 iniziale, adottando una strategia vincente: abbassa il pace della serie, toglie i contropiedi a Milwaukee e intasa l’area, rendendo complicatissima la vita a Giannis.
La difesa di Toronto è assolutamente perfetta, perché riesce si a collassare nel pitturato, raddoppiando e triplicando la stella dei Bucks, ma allo stesso tempo concede pochissime triple aperte, se non a giocatori prestabiliti, sfidati al tiro (vedi Bledsoe). Sono riusciti a togliere moltissimi punti di riferimento a Giannis e al resto della squadra (primi in regular season per efficienza e punti realizzati nell’area), ribaltando la serie con un’impronosticabile striscia di 4 vittorie.

Giovanni Aiello

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