Corey Brewer e gli strani controlli: “La sera dei miei 51 punti fui sottoposto a test antidoping”

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Curioso aneddoto raccontato da Corey Brewer, vittima di una fortuita coincidenza.

Nel basket, come in ogni altro sport, è possibile “falsare” le proprie prestazioni assumendo sostanze illegali. Per evitare che il cosiddetto doping diventi una malsana abitudine, la lega di pallacanestro più famosa del mondo è solita effettuare controlli ‘random’. Dopo alcune partite, dei giocatori scelti a caso vengono sottoposti a dei test antidoping; la selezione dei giocatori da controllare viene affidata puramente al caso.

Proprio il caso vuole che Corey Brewer sia stato selezionato per uno di questi controlli in una serata speciale. Era l’11 aprile del 2014 e a Minneapolis i Timberwolves avevano appena scofitto i Rockets (altra coincidenza, il futuro team di Brewer) con il punteggio di 112-110. L’ex giocatore dei Denver Nuggets, allora in forza a Minnesota, aveva giocato una partita da urlo, segnando la bellezza di 51 punti (19-30 dal campo), conditi da ben 6 palle rubate e siglando così il proprio record in carriera.

Rientrato negli spogliatoi dopo la vittoria e pronto a festeggiare con i compagni, Brewer fu intercettato dai medici dell’NBA, che gli chiesero di sottoporsi ai controlli per verificare se avesse assunto sostanze illegali. Sicuramente deluso e forse addirittura offeso in quel momento, oggi Brewer racconta l’aneddoto con il sorriso sul volto:

Quella sera ho dovuto fare uno di quei test antidoping ‘random’ dell’NBA. Per questo non ho potuto rilasciare interviste prima della fine di tutti i test. Sono dovuto andare in bagno, così c’è voluto comunque un po’ di tempo. È stato strano, ma divertente allo stesso tempo. Ho pensato: “Wow, ho appena giocato la parita della mia vita e ora devo andare in bagno a fare l’esame delle urine”

Una fortuita coincidenza che però ha rovinato al festa al giocatore, che dopo l’exploit di quell’11 aprile non ha mai più raggiunto una cifra simile, raggiungendo un massimo di 26 punti con la maglia dei Rockets.

Niccolò Armandola

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