Ronald Moore

Esclusiva BU, Ronald Moore: “Esposito è famiglia per me! Il mio rapporto con Caja non è stato sempre dei migliori…”

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Ronald Moore, ma da tutti conosciuto semplicemente come “Ron”, ha scritto pagine importanti del nostro basket negli ultimi anni con le maglie di Caserta, Pistoia e Varese.

In particolar modo la sua carriera è legata a doppio fila con quella di Vincenzo Esposito. Entrambi sono esplosi in una stagione complicatissima in Campania e poi in Toscana hanno trovato la loro consacrazione. Ora Ronald Moore è in “pensione”, si è ritirato, nonostante abbia da poco compiuto solo 33 anni.

Ecco la nostra intervista all’ex capitano del Pistoia Basket 2000:

 

Per prima, cosa come stai? Cosa stai facendo in questo momento nella tua vita?

“Sto bene, attualmente vivo a Philadelphia, sto allenando i bambini e ho iniziato a investire nel campo immobiliare”.

 

A ottobre dell’anno scorso hai ufficialmente dato addio al basket. Come mai questa scelta? Hai solo 33 anni e siamo certi che avresti potuto dare ancora tanto al basket europeo e magari anche a qualche squadra italiana. È stata una scelta legata al fisico oppure semplicemente hai deciso di iniziare una nuova pagina della tua vita?

“Ho deciso di ritirarmi per molte ragioni, ma principalmente perché la mia famiglia si è allargata. Mia figlia è nata a settembre e già avevo un figlio di 2 anni. Ho sentito che era ora di stabilirmi qui a Philadelphia. Ho anche percepito che il mio corpo era stanco dopo 11 anni trascorsi a giocare da professionista in Europa ed ero orgoglioso di tutti i risultati che ho conseguito durante la mia carriera”.

 

Crediamo che nel tuo percorso da professionista ci sia una persona alla quale ti sei legato più di altre: Vincenzo Esposito. Avete vissuto 4 stagioni insieme tra Caserta e Pistoia. Partiamo dalla prima, quella a Caserta. Lui cominciò come vice, poi divenne head coach e siete andati vicinissimi a salvarvi, nonostante le aveste perse tutte prima della sua promozione. Cos’è successo in quella stagione e cosa rappresenta per te Esposito?

“Coach Enzo è parte della mia famiglia per me. Abbiamo trascorso 4 stagioni insieme e in quel periodo abbiamo costruito un legame speciale. Credeva in me, in quello di cui ero capace e pensava fossi un giocatore davvero speciale. Sarò per sempre grato di aver potuto giocare per lui”.

 

Poi avete vissuto insieme 3 fantastiche stagioni a Pistoia, di cui sei anche diventato capitano. Cos’ha voluto dire per te essere il capitano di una delle squadre più importanti e con i tifosi più caldi d’Italia?

“Mi è piaciuto essere il capitano di Pistoia, ha significato molto per me. I tifosi sono fantastici ed è diventata come una casa per me. Ho stretto molte amicizie lì e ho costruito parecchie relazioni nei miei 3 anni in Toscana. Tornerò sempre e visiterò Pistoia nei prossimi anni”.

 

In particolare, la prima stagione è stata la più emozionante perché avete raggiunto le Final Eight di Coppa Italia per la prima volta nella storia di Pistoia e avete chiuso la regular season addirittura al 6° posto. Raccontaci quell’incredibile cavalcata che è entrata di diritto nella storia del basket toscano.

La nostra prima stagione a Pistoia è stata speciale perché abbiamo ottenuto quello che nessuno credeva potessimo fare. Avevamo un gruppo speciale, fatto di giocatori che avevano voglia di migliorare come cestisti e di dare il meglio che potevano come squadra”.

 

L’anno a Varese era il tuo primo senza Vincenzo Esposito ma con un altro fenomeno della panchina italiana: Attilio Caja. Come ti sei trovato con lui? Come valuti la stagione? Ci sono state tante gioie ma anche qualche delusione, per esempio la mancata qualificazione ai playoff.

“Nel mio anno a Varese ci sono stati tanti alti e bassi. Il mio rapporto con Caja non è stato sempre dei migliori, ma so che lui voleva solo il meglio per me. Abbiamo iniziato l’anno come una squadra con un grande potenziale, ma penso che l’anno non sia finito come avremmo voluto”.

 

L’Italia è probabilmente la tua seconda casa. Nel nostro Paese hai giocato dal 2014 al 2019 con le maglie di Caserta, Pistoia e Varese, come scritto sopra.

“Amo assolutamente l’Italia ed è per questo che ho giocato lì per tanti anni. C’è così tanta storia, il cibo è incredibile, le persone sono fantastiche e mi sono innamorato del vostro modo di vivere”.

 

Si era parlato anche di un tuo possibile approdo a Sassari insieme a Vincenzo Esposito. Cosa c’era di vero in quei rumors? Ti sarebbe piaciuto giocare in Sardegna?

“C’era la possibilità che andassi a giocare per coach Enzo a Sassari. Mi sarebbe piaciuto giocare in Sardegna perché sembra abbiano dei tifosi super appassionati e hanno avuto squadre molto forti in tutti gli anni in cui ho giocato in Italia”.

 

Nella tua carriera hai giocato anche in Ungheria, Slovacchia, Ucraina, Francia, Croazia e Polonia. Qual è il Paese che hai apprezzato di più tra tutti questi e perché?

“Tra tutti gli altri Paesi in cui ho giocato, mi è piaciuta più di tutti la Francia. La Francia aveva una lega di alto livello e di grande talento. Mi piaceva anche la storia che c’è in Francia, con molti bei posti da visitare. Mi sarebbe piaciuto tornare dopo la mia stagione lì, ma è stato un periodo strano con il Covid-19 che ha influenzato molte cose”.

 

Potessi dare un consiglio al Ronald Moore del 2010, appena uscito da Siena College dopo 4 anni, cosa gli diresti?

“Direi al mio io ragazzo di godermi ogni momento perché il tempo vola e tutto sarà finito prima che tu te ne possa accorgere”.

 

Ringraziamo Ronald Moore per la disponibilità dimostrataci e gli facciamo un grosso in bocca al lupo per la sua avventura nel settore dell’immobiliare.

 

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